BERLUSCONI CONTRO TREMONTI: “FINI AL CONFRONTO E’ UN GALANTUOMO”
“MI HA DELUSO: SI PRESENTA IN EUROPA COME SE IL CAPO FOSSE LUI, VUOL FARMI CADERE, MA NON FINIRA’ COSI'”….IL PREMIER NON SI FIDA PIU’ DI NESSUNO, FINI INCONTRA TREMONTI E POI ATTACCA IL FEDERALISMO SENZA COSTI CERTI, NAPOLITANO VALUTA… SIAMO SICURI CHE ALLA CAMERA IL DECRETO PASSERA’ COSI’?
Tanto per cambiare, questa mattina, poche ore fa, il Governo è finito sotto alla Camera su due emendamenti presentati dal Pd, relativi alla governance della Sanità : assenti ben 75 deputati del Pdl e 11 della Lega, tra dormiglioni, latitanti e “missionari” permanenti.
Contemporaneamente al Senato va in onda la sceneggiata sull’ennesimo voto di fiducia relativo alle intercettazioni, tra bavagli, urla, espulsioni.
Ormai i lavori parlamentari appartengono alla epopea del Far West, tra agguati, prove di forza, imboscate, proclami, sfide: fa specie che chi conta in teoria su più pistoleri, alla fine finisca spesso impallinato dai disertori.
Il “dietro le quinte” spesso rivela profonde spaccature tra parenti serpenti e presunti amici pronti a colpire alle spalle.
Significativo lo sfogo del premier che ieri è sbottato con un esponente del Pdl, a proposito di Tremonti: “Ormai lo considero un nemico, al confronto Fini è un galantuomo: ha fatto una manovra regressiva, facendomi perdere la faccia davanti agli italiani. Si presenta in Europa come se il Capo fosse lui, mi ha deluso, non mi vuole dare ascolto. Vuol farmi cadere, ma non finirà così, qualcuno dovrà pagare”.
Per il premier, Tremonti vuole accelerare, dietro le quinte, la sua caduta per arrivare a un governo tecnico.
Stranamente questa volta la sua analisi collima con quanto Gianfranco Fini ha sostenuto un paio di sere fa a una cena di Farefuturo: “Lui crede che sia io a organizzare complotti alle sue spalle, ma si sbaglia di grosso, sono altri a farlo”. Fini ritiene che dietro Tremonti ci sia la Lega che ha cercato di far saltare il banco: “questa manovra è stata scritta da Tremonti, Bossi e Calderoli: Silvio l’ha solo subita”.
E mentre il premier attacca Tremonti, Fini ieri ha incontrato il ministro dell’Economia per oltre un’ora, ribadendo che certe misure della manovra non sono a lui gradite e invitando Tremonti a “non blindare il testo”.
Non belligeranza tra i due , in attesa del futuro regolamento dei conti.
E mentre Napolitano valuta la costituzionalità dei decreti e Silvio sostiene “non riesco a fare nulla in questo governo, sembra che siano tutti premier”, le truppe pidielline al momento del voto spesso si sciolgono come neve al sole.
Che anche i peones si siano rotti di questo clima?
Fa sorridere, in questo contesto, il concetto di “testo blindato” sulle intercettazioni anche per la Camera, quando ancora ieri il finiano Granata parlava di altre cinque modifiche necessarie.
Qualcuno pensa davvero che alla Camera non succederà più nulla?
Se la politica è l’arte del possibile, il Pdl è ceratmente l’apoteosi del possibile caos istituzionalizzato.
Ne vedremo ancora delle belle tra chi preferisce agire con vigorose sciabolate alle spalle e chi, come Fini, gioca a viso aperto a colpi di fioretto.
L’invito a deporre le armi non troverà accoglienza.
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