AUTONOMIA ALLA CALDEROLI, ROMA IN ALLARME:”A RISCHIO MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO NEI MINISTERI”
CARFAGNA: “SENZA RISORSE QUESTA RIFORMA E’ UNA PORCATA”
Entro un anno la rivoluzione del federalismo à la carte, cioè dell’autonomia differenziata, sarà realtà. Parola del ministro degli Affari regionali e dell’Autonomia, il leghista Roberto Calderoli, che si è auto soprannominato il “caterpillar”. E perciò in manovra sarà varata una “cabina di regia” per stabilire i Livelli essenziali di prestazione.
I Lep sono la condizione per non fare dell’Italia uno spezzatino. Sono i diritti essenziali – dalla sanità alla scuola alle infrastrutture e trasporti – che devono essere garantiti da Milano a Potenza, dappertutto nel Paese, mentre la riforma regionalizza. E se i Lep non saranno varati in tempo utile, in sei mesi, dalla “cabina di regia”, allora se ne occuperà un commissario.
Calderoli ha illustrato ieri il meccanismo in commissione Affari costituzionali a Montecitorio. Un altro passo verso la strada del federalismo che tanto sta a cuore alla Lega. Calderoli ribadisce: in un anno si cambia. Ed è scontro. Pd, M5S e Sinistra-Verdi annunciano le barricate nel merito e nel metodo. “Non si può espropriare il Parlamento, né fare i Lep con i fichi secchi, ovvero senza risorse “: dice Peppe Provenzano, il numero due del Pd, ex ministro della Coesione.
L’allarme di Roma
Cosa significhi il federalismo à la carte in termini di organizzazione dello Stato lo ha calcolato Il Messaggero per quanto riguarda l’impatto sui ministeri e quindi su Roma: una drastica riduzione dei posti di lavoro, ministeri snelliti, fino al 20% di lavoratori in meno ad esempio, per quello dell’Istruzione. E’ la regionalizzazione della scuola del resto uno dei tasti più delicati, se davvero l’autonomia differenziata dovesse prevedere che programmi e personale scolastico siano gestiti dalle Regioni che chiederanno il federalismo à la carte, con Veneto, Lombardia e Piemonte in testa.
“Insistere sull’autonomia differenziata è dannoso per Roma e il Lazio. Si rischiano di perdere migliaia di posti di lavoro con conseguenze negative sulle famiglie e sulle imprese in modo particolare per il tessuto medio e piccolo. Si rischia la desertificazione della capitale”, lancia l’allarme Alessio D’Amato, candidato del Pd alla presidenza della Regione Lazio. “È un provvedimento che non può passare”.
Lo scontro in commissione
Provenzano accusa, in un botta e risposta con Calderoli in commissione, contestando le risorse che non ci sono e perciò una cristallizzazione delle disuguaglianze del Paese: “Lei, ministro Calderoli, rischia nei fatti di cambiare il nome del suo ministero in ministero delle Disuguaglianze. Il Parlamento non ha potuto ancora esaminare le bozze di cui si discute”. E ancora: la sua sembra una “riedizione dello spirito secessionista per cui una Regione può ad esempio definire i programma scolatisci, scegliersi gli insegnanti magari sulla base della residenza…così si mina il principio fondativo dell’unità nazionale”. Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, definisce la riforma “pericolosa”. Dice: “Signor ministro, non mi ha convinta. Sa come la penso sull’approccio pericoloso a questa materia, sul tentativo di scavalcare il Parlamento, sulla determinazione dei livelli essenziali di prestazione che trattano dei diritti fondamentali delle persone, sull’accesso alla sanità, alla scuola”. Ha rinacarato: “La novità della “cabina di regia” per i Lep è contraria alla Costituzione, che ci impone di discutere in Parlamento dei diritti fondamentali. Come si pensa di ricucire i divari e non dividere il Paese? La questione meridionale non è del Sud ma nazionale. Ci si rialza se si ha la cura di tendere la mano a chi sta facendo più fatica e non facendo a chi corre di più”. Per il Terzo Polo, Mara Carfagna ex ministra del Sud, definisce la prospettiva “una nuova porcata” se i Lep non avranno risorse a disposizione.
Rilancia Filiberto Zaratti dei Verdi che l’articolo 143 della manovra (appunto sulla “cabina di regia”) proprio non va: “L’autonomia differenziata è il progetto “Spacca Italia”, su cui il Parlamento non si è pronunciato perché è stato esautorato. E’ uno scippo. La “cabina di regia” sui Lep, prevista nella manovra economica, stabilisce addirittura che il ministro diventi un commissario per la definizione dei Livelli essenziali di prestazione: come se i diritti sociali e civili da garantire a tutti i cittadini italiani, a prescindere da dove risiedano, siano una vicenda amministrativa”.
Il ministro Calderoni conferma che, nel primo semestre del 2023, si parte con l’attuazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, l’autonomia differenziata appunto, sulla base di intese tra le Regioni che lo chiederanno e lo Stato, e con la determinazione dei Lep.
Complessivamente un anno prima che la riforma entri in funzione, stabiliti i costi e fabbisogni standard. Di fare il commissario se la “cabina di regia” fallisse, Calderoli dichiara di non averne nessuna intenzione. E aggiunge che il commissariamento si augura possa essere soltanto una minaccia per fare rispettare i tempi certi per i Lep che “garantiranno diritti sociali e civili in tutta Italia”. Il Parlameno poi sarà pienamente coinvolto: assicura. “Il vero obiettivo di Calderoli è il commissariamento”, denuncia la grillina Carmela Auriemma in commissione.
(da La Repubblica)
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