“BASTA BOMBE SU RAQQA, UCCIDONO DONNE E BAMBINI. VENITE A COMBATTERE L’ISIS PER DAVVERO”
L’APPELLO DEI REPORTER SIRIANI: “FANNO SOLO VITTIME INNOCENTI”
“Le bombe uccidono civili innocenti. Venite a combattere l’Isis per davvero”. E cioè sul terreno. L’appello viene lanciato via Twitter dagli attivisti di “Raqqa is being slaughtered silently”, i reporter siriani contro l’Isis che ormai vengono presi come punto di riferimento nel mondo dell’informazione per comprendere come si vive nella città roccaforte del Califfato islamico, bombardata a più riprese anche in queste ore dai raid americani.
Raid che vengono aspramente condannati anche dal ministro degli Esteri di Damasco e dall’Osservatorio siriano sui diritti umani per aver causato la morte di 4 soldati siriani, di una donna e di suo figlio nella provincia di Deir al Zor sul campo militare di Saeqa, presso la città di Ayyash.
“Una aggressione che viola platealmente gli obiettivi della carta dell’Onu”, è la condanna del governo. E’ la prima volta, sottolinea l’Osservatorio, che le bombe americane uccidono militari di Assad.
Per mostrare la condizione degli abitanti di Raqqa sotto la mira dei cacciabombardieri, i promotori di “Raqqa is being slaughtered silently” hanno pubblicato foto che spiegano senza dubbio la terribile condizione dei civili, uomini donne e bambini, che fanno lunghe file per ottenere un catino d’acqua: “Se sei obbligato a vivere sotto l’occupazione Isis ciò non significa che sei favorevole all’Isis. La gente qui vuole vivere”.
Nonostante i promotori dell’associazione avessero salutato con giubilo l’intensificarsi dei bombardamenti francesi di metà novembre, immediatamente dopo gli attentati di Parigi, ora i numerosi raid aerei russi, inglesi e americani li hanno convinti a riconsiderare la strategia occidentale per la distruzione dell’Isis.
Strategia che però è stata ribadita con vigore dallo stesso Barack Obama durante il discorso alla nazione domenica, dedicato alla strage di San Bernardino in California, rivendicata dall’Isis: “Non saremo trascinati in una guerra lunga e costosa. Questo è quello che vuole l’Isis”, ha spiegato ripetendo ancora una volta che non invierà truppe di terra in Siria e in Iraq, come invece vorrebbero le forze in campo anti-Isis.
“La strategia di adesso – raid aerei, forze speciali e collaborazione con le truppe locali che lottano per riprendersi il controllo del Paese – è cosi’ che raggiungeremo una vittoria più sostenibile”.
Tuttavia gli attivisti di Raqqa, recentemente premiati a livello internazionale e inseriti tra le 100 realtà più influenti del mondo da Foreign Policy, denunciano l’uccisione indiscriminata di persone innocenti proprio a causa dei raid.
(da “Huffingtonpost”)
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