BELPIETRO ALIAS” BUFALA BILL” CONDANNATO A DUE MESI DI ARRESTO PER LA BALLA DELL’ATTENTATO A FINI: “ASSENZA DI QUALSIASI CONNOTATO DI SERIETA'”
IL REATO E’ PROCURATO ALLARME: PUBBLICO’ UNA NOTIZIA PRIVA DI QUALSIASI FONDAMENTO… A CAUSA DEI PRECEDENTI, A BELPIETRO NEGATE LE ATTENUANTI
Il direttore di “Libero” Maurizio Belpietro è stato condannato a due mesi di arresto, convertiti in un’ammenda da 15 mila euro, per la falsa notizia di un attentato a Gianfranco Fini.
Il reato di Belpietro è procurato allarme: “Libero” pubblicò una notizia che mobilitò le forze dell’ordine in tutt’Italia e che poi si rivelò senza alcun fondamento.
La fonte di Belpietro era uno che voleva burlarsi della credulità dei giornali.
Il decreto penale esclude «l’esimente di un preteso diritto di informazione» per «totale assenza» di «qualsiasi connotato di serietà » in mancanza di una «anche minima verifica possibile»: «la “confidenza” è diventata “notizia” solo in ragione della sua diffusione e dell’allarme destato».
La pena detentiva (poi commutata in ammenda) per il gip non contrasta con Strasburgo perchè il no al carcere per i giornalisti è nei casi di diffamazione; e i precedenti penali negano al direttore le attenuanti.
Qui di seguito il pezzo di Maurizio Belpietro su Gianfranco Fini, affinchè tutti possano vedere come si fa la lotta politica dalle parti del Cav.
Su Gianfranco iniziano a circolare strane storie…
Girano strane voci a proposito di Fini. Non so se abbiano fondamento, se si tratti di invenzioni oppure, peggio, di trappole per trarci in inganno. Se mi limito a riferirle è perchè alcune persone di cui ho accertato identità e professione si sono rivolte a me assicurandomi la veridicità di quanto raccontato e, in alcuni casi, dicendosi addirittura pronte a testimoniare di fronte alle autorità competenti
Toccherà quindi ad altri accertare i fatti.
La storia è ambientata in Puglia, anzi, per la precisione ad Andria, un grosso comune da poco diventato capoluogo della neonata provincia di Bat, Barletta, Andria e Trani. Qui qualcuno avrebbe progettato un brutto scherzo contro il presidente della Camera.
Non so se sia giusto parlare di attentato, sta di fatto che c’è chi vorrebbe colpirlo in una delle sue prossime visite e per questo si sarebbe rivolto a un manovale della criminalità locale, promettendogli 200 mila euro.
Secondo la persona che mi ha fatto la soffiata, nel prezzo sarebbe compreso il silenzio sui mandanti, ma anche l’impegno di attribuire l’organizzazione dell’agguato ad ambienti vicini a Berlusconi, così da far ricadere la colpa sul presidente del Consiglio.
Per quel che ne ho capito, l’operazione punterebbe al ferimento di Fini e dovrebbe scattare in primavera, in prossimità delle elezioni, così da condizionarne l’esito. Vero, falso? Non lo so. Chi mi ha spifferato il piano non pareva matto.
Anzi, apparentemente sembrava un tizio con tutti i venerdì a posto: buona famiglia, discreta situazione economica, sufficiente proprietà di linguaggio.
In cambio dell’informazione non mi ha chiesto nulla, se non di liberarsi la coscienza e poi tornare da dov’era venuto.
Belpietro informa di non aver pagato l’autore della soffiata: e vorrei vedere che un’informazione così sgrausa, senza una fonte e senza uno straccio di riscontro neppure alla lontana, uno deve pure pagarla.
Inoltre Belpietro annuncia che il tizio voleva ‘liberarsi la coscienza’, quinto attestato di credibilità .
Perchè si è rivolto a me e non è andato dai carabinieri? Gliel’ho chiesto e mi ha risposto che era in imbarazzo a giustificare come fosse venuto in possesso della notizia e temeva che la spiegazione potesse arrivare alle orecchie dei suoi familiari.
Per cui ha voluto vuotare il sacco con me, facendosi assicurare che non avrei svelato il suo nome, ma mi sarei limitato a riferire le sue parole. È quel che faccio, pronto ad aggiungere qualche altro particolare, se qualcuno me lo chiederà .
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