BERLUSCONI DICE ADDIO AL CERCHIO MAGICO
C’E’ CHI LO DEFINISCE LA “FINE DEL CALIPPATO”, TORNANO IN SCENA CON MARINA I VESSILLI DI SEMPRE: CONFALONIERI, LETTA, GHEDINI E VALENTINI
La cosa più strabiliante, fanno notare alcuni, è che giusto adesso — fuori tempo e con un altro bersaglio – viene soddisfatta in qualche modo la richiesta che fece invano Veronica Lario.
Nel 2009, l’allora moglie di Silvio Berlusconi spiegava infatti, annunciando il divorzio, di aver “implorato coloro che gli stanno accanto” di “aiutare mio marito”, “come si farebbe con una persona che non sta bene”.
Cioè toglierlo dai giri delle Noemi Letizia e dalle trappole delle cene eleganti prima, dalle Ruby poi. Difenderlo da se stesso, forse.
Accade adesso, anche se non esattamente nel senso che avrebbe auspicato Lario: comunque è un ciclo che pure si chiude, con la fine del cerchio magico.
Tanto si porta dietro la “caduta del calippato”, come lo chiamano prosaicamente taluni a Palazzo, intendendo con ciò il dominio da califfa di Francesca Pascale (e relativa cerchia), fidanzata trentenne cui è stato concesso tutto ma non la grazia di cancellare l’eco del video Telecafone sulla spiaggia con in mano quella “specie di ghiacciolo che in un tubo chiuso sta”.
Via la più recente accolita intorno al Cavaliere, via le “tre badanti”, o quattro, come le chiamò persino lui una volta, per scherzare.
Quel gineceo che nel momento stesso in cui ha strappato Berlusconi dalle grinfie esose delle olgettine e dei fagiolini ottanta euro al chilo lo ha chiuso però dietro a un muro invalicabile di filtri, continuando a sostenere la sua permanenza nella politica. Un sistema troppo ingombrante, tale da attirarsi sia le antipatie di Forza Italia, sia quelle dell’azienda-famiglia dell’ex Cav.
E’ stato dunque il cuore, come altre volte per lui, a dare la svolta. Stavolta però in senso clinico: al San Raffaele, con la rottamazione della valvola aortica, è stato rottamato anche ciò che quell’equilibrio garantiva.
Dunque anzitutto Maria Rosaria Rossi, la tesoriera, detentrice per volontà del caro Silvio del potere più forte di tutti: quello della firma.
Era lei, in fondo, che teneva fattivamente ancorato il Cavaliere alle beghe del suo partito: si vedrà se senza di lei anche lui si sposterà via via ai margini della scena, dalle parti del padre nobile.
Via anche Deborah Bergamini, responsabile della comunicazione. Via la giornalista Alessia Ardesi, che forse andrà al Tg5. Via le Pascale-girls, insomma. Disarcionate, in qualche modo, da coloro che disarcionarono.
E’ in effetti stupefacente assistere alla contro-rivolta, guidata dalla primogenita Marina, cuore di papà e luce dei suoi occhi, di tutto l’apparato di amici e sodali e professionisti che per anni nella penombra e nel silenzio ha guardato succedersi i tonfi e i trionfi, i bunga bunga e gli scandali, le condanne e le decadenze della decadenza.
Sembrava di no e invece erano tutti ancora lì, evidentemente, i vessilli di stagioni migliori o magari di sempre.
Pronti a intervenire, l’uno a chiamare gli altri, ciascuno a tornare al suo posto: Fedele Confalonieri, Gianni Letta, Niccolò Ghedini, ma anche Valentino Valentini, Sestino Giacomoni, Niccolò Querci, persino la segretaria Marinella Brambilla — alla quale ora si fa la ola perchè ritorni, dopo l’accantonamento voluto dal cerchio magico.
E chissà se pure il maggiordomo Alfredo Pezzotti, che fu congedato tre anni fa e aprì un ristorante, sarebbe disponibile ora a rientrare.
In fondo, dopo tante rabdomanti e vane ricerche dello spirito del ’94, ci si accontenterebbe ormai di recuperare lo spirito del Duemila.
Cancellare, cioè, tutto ciò che è venuto dall’addio di Veronica in poi.
Anche sul fronte politico, sia pur escludendo il ritorno in campo di Berlusconi: non è un caso che si parli di rimettere insieme tutti i vari pezzi dell’ex Pdl, da Alfano a Fitto passando per Verdini, e che vada per la maggiore l’ipotesi di affidare la guida del partito (se non la leadership) a Giovanni Toti. Un uomo, finalmente, dopo tanto femmineo dominio.
Sul fronte personale, si salva giusto Pascale. Purchè appunto resti là , fuori dalla politica come deve starci Silvio: senza sconfinare nelle polemiche, nelle dichiarazioni gay friendly, ma neppure su Instagram (pare sia stato Ghedini a insistere perchè chiudesse il profilo).
Che si contenti al massimo di coccolare Dudù e tenere da conto i selfie con Marina. Che poi non è affatto poco, a pensarci.
Susanna Turco
(da “L’Espresso”)
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