BERLUSCONI INELEGGIBILE, OGGI IL PRIMO ROUND
SI INSEDIA LA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI, SCONTRO SUL PRESIDENTE…IL CONFLITTO DI INTERESSE
Il timer di quella bomba a orologeria chiamata “ineleggibilità di Silvio Berlusconi” sarà innescato alle 14 di oggi, nella prima riunione della Giunta per le elezioni e le immunità , dedicata all’elezione del presidente.
«Non aspetteremo un minuto per sollevare la questione», dice il capogruppo dei 5 stelle al Senato Vito Crimi.
Il Movimento ha tutto l’interesse a cavalcare una battaglia che fa male al Pdl e mette il Pd in un angolo, e comincerà a farlo subito, partendo dal rivendicare la presidenza della Giunta.
O comunque, cercando di impedire che vada alla Lega, al senatore Raffaele Volpi, sul cui nome gli altri partiti si sarebbero già accordati.
«Per prassi la presidenza deve andare all’opposizione — dice d’un fiato il senatore stellato Michele Giarrusso — ma loro vogliono scegliersi l’opposizione che fa più comodo, come hanno fatto alla Camera, dove hanno eletto presidente addirittura Ignazio La Russa, che in giunta non avrebbe dovuto neanche esserci visto che Fratelli d’Italia non ha i numeri per fare un gruppo autonomo. Se queste sono le scelte, se si vuole dare quel ruolo a qualcuno che è di certo più amico di Berlusconi di noi, un motivo ci sarà ».
E però, avverte lo stesso Giarrusso, «so che parte del Pd non è d’accordo con questa impostazione. Qui democratici, M5S e Sel hanno la maggioranza. I numeri per impedire questo abominio ci sono tutti».
Felice Casson, senatore pd, ricorda che «la Lega al Senato non può essere considerata opposizione, visto che si è astenuta sul voto di fiducia al governo », e per questo non crede le spetti la presidenza.
Questione nient’affatto irrilevante, perche se il voto del presidente vale come quello degli altri, il suo ruolo è fondamentale per decidere i tempi e organizzare un lavoro lungo e complesso.
La Giunta deve esaminare tutti i casi di incompatibilità , incandidabilità e ineleggibilità .
Di solito ci si divide a livello territoriale, a ogni commissario vengono affidati i casi di una regione differente (nel caso di Berlusconi si tratta del Molise).
Le pratiche vengono istruite presso il “comitato cariche”, di cui fanno parte un numero ristretto di commissari e che di solito è presieduto da uno dei vicepresidenti. Lì si fa una sorta di istruttoria, alla fine della quale il relatore fa il suo rapporto e la giunta vota.
A quel punto, nel caso dicesse sì all’ineleggibilità di Berlusconi, ci sarebbe una “procedura di contestazione”, un “processo” per il quale il Cavaliere avrebbe diritto a portare avvocato e testimoni.
Al termine la Giunta rivota di nuovo, dopodichè la questione passa all’esame dell’aula.
Se pure tutto venisse fatto in modo molto rapido, e non accade mai, passerebbe almeno un mese prima dell’arrivo in aula. Il che dimostra quanto conti chi decide i tempi.
Poi c’è il problema politico. Il Pd sembra orientato a dare ai commissari libertà di coscienza, un’arma che potrebbe rivelarsi a doppio taglio visto che il partito è diviso tra chi pensa che sia ora di dire le cose come stanno, e cioè che Berlusconi è proprietario de facto di Mediaset e quindi non avrebbe mai dovuto essere eletto, e chi crede che dopo 20 anni questa battaglia sia insensata.
Doris Lo Moro, senatrice democratica in Giunta, ieri a Un giorno da pecora è stata chiara: «Come cittadina penso che non sia il caso di avere nè un deputato nè un premier in condizioni di evidente incompatibilità , ma un altro conto è l’applicazione della legge che richiede serietà e serenità ».
Fuori dal Senato Matteo Renzi pensa che l’intera vicenda sia un regalo a Berlusconi: «Te ne accorgi ora che fa politica da 19 anni? Se vuoi vincere le elezioni non puoi squalificare gli altri. Devi prendere il loro voto o gli italiani ti beccano ».
Comunque vada, le conseguenze non sarebbero da poco.
Se l’ineleggibilità di Berlusconi passasse in giunta, e addirittura in aula, il Pdl toglierebbe immediatamente l’appoggio al governo Letta.
Se non passasse, e le larghe intese restassero in piedi, il Pd avrebbe qualcos’altro da spiegare a una parte dei suoi elettori.
Annalisa Cruzzocrea
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply