BERLUSCONI TRADISCE IL VENETO E LO REGALA ALLA LEGA: SCOPPIA LA RIVOLTA DEGLI ELETTORI SUL WEB
CENTINAIA DI MESSAGGI INCITANO GALAN A PRESENTARE UNA LISTA CIVICA E GRIDANO AL TRADIMENTO…SILVIO HA RINNEGATO LA PROMESSA: CHI AVREBBE PRESO PIU’ VOTI ALLE EUROPEE AVREBBE AVUTO IL CANDIDATO…”ROMA LADRONA HA DECISO CHE IL VENETO VADA ALLA LEGA, MA NOI NON GLIELA DAREMO MAI” SCRIVONO GLI ELETTORI
Gli elettori e i dirigenti del Pdl veneto lo considerano un tradimento ed un errore: la svendita della candidatura a presidente della Regione Veneto, da parte del premier, ai compagni di merende leghisti sta creando una vera e propria ribellione sul web, a distanza di poche ore dalla sua ufficializzazione. Berlusconi si è rimangiato la promessa fatta a “Porta a Porta” prima delle ultime europee: sarebbe stato candidato un uomo del partito che avesse preso più voti.
Nonostante la mobilitazione leghista, il Pdl alle europee in Veneto prese più consensi della Lega e ora qualcuno ha tradito la parola data.
Non solo: il premier ha svenduto il Veneto neanche su un nome preciso, giustificandolo con la capacità di un personaggio, ma a scatola chiusa, demandando a Bossi il compito di scegliere il candidato.
Nella più completa indifferenza verso la sensibilità della base del partito, senza chiedere le primarie, senza ascoltare gli appelli di 150 amministratori locali che volevano ancora Galan presidente.
Ora la base piediellina dovrebbe votare il damerino Zaia, esperto in marchette a favore del parmigiano reggiano e del mondo dell’ippica (preferito a Tosi, sindaco di Verona, condannato recentemente per istigazione all’odio razziale, tanto per gradire).
Una scelta imposta dall’alto, non certo voluta dai veneti, ma frutto del mercimonio di quella Roma ladrona contro cui in passato proprio la Lega tuonava.
Adesso invece gli va bene che le scelte siano fatte nel Palazzo e non attraverso la base elettorale del centrodestra.
E la ribellione è esplosa sul web a poche ore dalla notizia: è nato su Facebook il gruppo “A Roma hanno deciso: il Veneto alla Lega, ma noi non glielo daremo” che si propone di riunire “tutti coloro che non vogliono accettare questa imposizione” e fioccano a centinaia i commenti anche sui siti del Pdl veneto.
“No alla Lega, è secessionista”, “ci avete venduto alla Lega, vergognatevi”, “il Venete non vuole essere verde, uniamoci con tutti i moderati”.
E sul sito di Galan il tenore degli interventi è lo stesso: “Io voterò lei e non il partito”, “non sono d’accordo e non obbedirò”, “la Lega è fautrice della politica del tombino contro la politica delle idee e dei valori”, “la mentalità chiusa dei leghisti è quella che vuole chiudere i kebab e finanziare la traduzione dei cartoni animati in dialetto, persino la Messa in veneto”.
Gli inviti sono ormai espliciti e rivolti a Galan: “Presenta una lista civica e siamo tutti con te”.
A breve si aspettano le mosse di Galan: deciderà di presentarsi in alternativa a Zaia e disobbedendo ao vertici del Pdl ?
Se dovesse dare ascolto al sondaggio on line che ha posto la domanda “votereste un candidato leghista alla presidenza della Regione?”, lo farebbe certamente.
Il 79% ha risposto deciso “non lo voteremo mai”.
In ogni caso certe scelte suicide dimostrano la vergognosa sudditanza che il Pdl ha nei confronti della Lega, esperta in ricatti.
E il premier non può permettersi di perdere un alleato a causa delle sue vicende personali.
A costo di avere sposato una linea politica razzista e xenofoba che non fa certo parte del bagaglio culturale liberista.
A questo punto l’elettorato ha il dovere, non solo il diritto, di dare un segnale forte: i candidati della Lega non si votano, punto.
Se in Italia venisse applicata la legge Mancino il problema non si porrebbe neanche, perchè sarebbero quasi tutti in galera e il fazzoletto verde simbolo della padagna del magna magna servirebbe loro per asciugarsi i sudori freddi.
Visto che sono ancora in libertà , l’unica alternativa per l’elettore è non votare i “ladroni romano-padani” neanche per interposta persona.
Il vertice del Pdl ha bisogno di qualche schiaffone per capire l’aria che tira in Italia.
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