CAMERE DI TORTURE, STUPRI, EVIRAZIONI, ASSASSINI A SANGUE FREDDO DEI CIVILI: IN UCRAINA NON E’ UNA GUERRA E’ UNO STERMINIO ORDINATO DA UN CRIMINALE
LA MISSIONE DELLE NAZIONI UNITE SI E’ DETTA “SCONVOLTA” DALLE IMMAGINI
Camere di torture, stupri, deportazioni. Ed ora anche evirazioni. Quella in Ucraina non è più, se mai lo è stata, una guerra. Perché una guerra ha le sue convenzioni, le sue regole, un suo codice. In Ucraina non c’è niente di questo. Non è una guerra. Per i russio tutto è lecito, anche le cose più terrificanti.
Atrocità senza limiti
“L’Unione europea condanna con la massima fermezza le atrocità commesse dalle forze armate russe e «condanna nei termini più forti possibili» l’attacco al carcere di Olenivka e l’evirazione, ripresa in un filmato, di un prigioniero ucraino.
Lo dichiara l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell. «Questi atti inumani e barbari rappresentano gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra e del loro Protocollo aggiuntivo e costituiscono crimini di guerra. Gli autori dei crimini di guerra e di altre gravi violazioni, così come i funzionari governativi e i rappresentanti militari responsabili, saranno chiamati a risponderne. L’Unione europea sostiene attivamente tutte le misure volte a garantire la responsabilità per le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse durante l’aggressione russa Ucraina”, aggiunge Borrell.
La Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina si è detta “sconvolta” dalle immagini, secondo quanto riporta il Kyiv Independent.
Rapporti che inchiodano Mosca
Bombardamenti indiscriminati, armi vietate, distruzioni massicce di strutture civili e di ampie aree residenziali da parte delle forze armate russe hanno causato la morte di centinaia di vittime innocenti a Kharkiv, Mariupol, nell’Oblast di Kiev e a Serhiivka, così come in altre parti dell’Ucraina: è questo lo scenario drammatico indagato e denunciato da Amnesty international fin dall’inizio dell’aggressione russa.
Le missioni sul campo di Amnesty hanno permesso di raccogliere numerose testimonianze dirette di sopravvissuti agli attacchi e di rinvenire “prove concrete del ripetuto uso di armi proibite dalle convenzioni internazionali per i loro effetti incontrollabili, come bombe a grappolo 9N210/9N235 e mine a frammentazione”: sono stati inoltre trovati “resti di razzi Uragan e sono stati accertati attacchi effettuati con mine terrestri e altri armi esplosive, tra cui i razzi Grad”.
Dall’inizio del conflitto, Amnesty International è impegnata in Ucraina al fine di favorire la giustizia internazionale e chiede che i processi giudiziari per i crimini di guerra commessi nel Paese siano il più completi possibile, garantendo che tutti i responsabili siano assicurati alla giustizia attraverso procedimenti indipendenti, imparziali ed equi per tutti i crimini previsti dal diritto internazionale”
L’invasione militare russa in Ucraina rappresenta un atto illegale che vìola palesemente il diritto internazionale e i diritti umani” – dichiara Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Fin dai primi giorni del conflitto, Amnesty International si è mobilitata per raccogliere prove che consentano di processare i responsabili di tali gravi crimini e garantire giustizia a coloro che ne sono stati vittime. Sta inoltre portando avanti un importante lavoro di sensibilizzazione e pressione, a livello nazionale ed internazionale, per denunciare la campagna senza precedenti lanciata dalle autorità russe contro il giornalismo indipendente, il movimento contro la guerra e le voci dissidenti. Abbiamo lanciato un appello mondiale al governo russo sollecitandolo a rispettare il diritto internazionale, a proteggere i civili e a fermare l’aggressione contro l’Ucraina…”.
Nessuna impunità
A maggio, il Parlamento ha approvato una risoluzione sulla lotta contro l’impunità per i crimini di guerra in Ucraina, per alzata di mano. Nel testo, i deputati invitano l’UE ad adottare tutte le misure necessarie presso le istituzioni e le istanze internazionali per sostenere il perseguimento dei regimi russo e bielorusso per crimini di guerra, crimini contro l’umanità, crimini di genocidio e crimine di aggressione. Le indagini e i conseguenti procedimenti penali dovrebbero riguardare anche l’intero corpo delle forze armate russe e i funzionari governativi coinvolti in crimini di guerra.
Un tribunale internazionale speciale
Nel testo, si chiede all’UE di sostenere l’istituzione di un tribunale speciale internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione commesso contro l’Ucraina, per il quale la Corte penale internazionale (Cpi) non ha giurisdizione e portare i leader politici e i comandanti militari russi e i suoi alleati a risponderne.
Inoltre, l’UE dovrebbe di fornire il prima possibile tutte le risorse umane e di bilancio e il sostegno amministrativo, investigativo e logistico necessari ai fini dell’istituzione di tale tribunale.
Le atrocità segnalate, tra cui il bombardamento indiscriminato delle città e dei centri urbani, le deportazioni forzate, l’uso di munizioni vietate, gli attacchi contro i civili in fuga attraverso corridoi umanitari predisposti, le esecuzioni e le violenze sessuali, costituiscono violazioni del diritto internazionale umanitario. Secondo i deputati tali atti, nessuno dei quali finora perseguito, possono costituire crimini di guerra.
Nel testo si sollecita un’azione celere da parte dell’UE poiché vi è il grave rischio che, a causa delle ostilità in corso, le prove relative ai crimini di guerra vengano distrutte.
I deputati esprimono il loro pieno sostegno all’indagine avviata dal Procuratore della Corte penale internazionale e al lavoro della commissione d’inchiesta dell’ufficio dell’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite. nonché alle organizzazioni della società civile indipendenti e alle autorità ucraine impegnate nella raccolta di prove.
La violazione deidiritti umani non si ferma alle esecuzioni sommarie e all’uccisione dei civili. Le prove raccolte dalla missione Onu riferiscono di 114 attacchi a strutture mediche, con conseguente interruzione di cure che hanno provocato l’aumento del tasso di mortalità delle persone, rilevando ad oggi la morte di 3000 civili. Anche il diritto alla salute è dunque fortemente compromesso. Si contano 75 accuse per violenze sessuali contro donne, uomini, e ragazzi da parte dei membri delle forze armate russe in Ucraina.
Ci sono poi le detenzioni dei civili, divenute pratica diffusa nelle aree controllate dalle forze armate russe: dal 24 febbraio Hrmmu ha registrato 155 casi di detenzioni arbitrarie, tra cui funzionari locali, giornalisti, attivisti, difensori dei diritti umani, alcuni torturati, lasciati senza cibo né acqua, tenuti in strutture sovraffollate. Cinque vittime di sparizioni forzate sono state trovate decedute.
(da Globalist)
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