CASE FREDDE, POCO CIBO E ABBANDONO SCOLASTICO: QUASI UN BIMBO SU TRE A RISCHIO POVERTA’
L’ATLANTE DELL’INFANZIA DI SAVE THE CHIDREN MOSTRA LA SITUAZIONE IN CUI VIVONO TANTI MINORI
Povertà ed esclusione sociale, case fredde e poco luminose, nessun gioco, niente sport, abbandono precoce della scuola: è la condizione di migliaia e migliaia di bambini e ragazzi. Non in un Paese in via di sviluppo ma in Italia.
A fotografare impietosamente, anche quest’anno, la condizione dei minori nel nostro Paese è il settimo «Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini, Supereroi”» di Save the Children, un viaggio nell’Italia dei bambini in 48 mappe, presentato oggi a Roma e che per la prima volta viene pubblicato da Treccani.
Calo della natalità
L’infanzia in Italia, dice Save the Children, è un tesoro che va protetto, soprattutto se si considera che i bambini nel nostro Paese sono sempre meno. Il 2015 ha fatto registrare il record negativo di nati: 485.780 bambini, un livello di guardia mai oltrepassato dall’Unità d’Italia.
Il tasso di natalità , pari a 8 nati ogni 1.000 residenti, si sta abbassando di anno in anno dal 2008, quando era pari a 9,8 su 1.000. Anche i minorenni sono sempre meno: il loro peso specifico sul totale della popolazione è sceso dal 17% del 2009 al 16,5% attuale.
Povertà superiore alla media europea
Il nostro Paese presenta livelli di povertà minorili superiori alla media europea: quasi 1 minore di 17 anni su tre (32,1%) è a rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia contro una media Ue del 27,7%.
I bambini di 4 famiglie povere su 10 soffrono il freddo d’inverno perchè i loro genitori non possono permettersi di riscaldare adeguatamente la casa, il 39% contro una media Ue del 24,7%.
Più di un minore su 4 abita in appartamenti umidi, con tracce di muffa alle pareti e soffitti che gocciolano, un dato nettamente più elevato della media europea (25,4% contro il 17,6%), mentre l’abitazione di oltre 1 bambino su 10 in famiglie a basso reddito non è sufficientemente luminosa. In Italia più di 1 bambino su 20 (1-15 anni) non riceve un pasto proteico al giorno e non possiede giochi; più del 13% non ha uno spazio adeguato a casa dove fare i compiti e non può permettersi di praticare sport o frequentare corsi extrascolastici; quasi uno su 10 non può indossare abiti nuovi o partecipare alle gite scolastiche e quasi uno su 3 non sa cosa voglia dire trascorrere una settimana di vacanza lontano da casa.
Un Welfare da rivedere
Per affrontare la questione della povertà , l’Italia, secondo gli ultimi dati Eurostat (2013) destina una quota di spesa sociale destinata a infanzia e famiglie pari alla metà della media europea (4,1% contro 8,5%), mentre i fondi destinati a superare l’esclusione sociale sono pari appena allo 0,7% contro una media europea dell’1,9%. Gli interventi di welfare messi in campo dal nostro Paese per il 2014 sono riusciti a ridurre il rischio di povertà per i minori del 10%, un risultato che ci pone tra gli ultimi nel Vecchio Continente, considerando che mediamente in Ue gli interventi sociali riescono a ridurre il rischio di povertà del 15,7%.
L’abbandono scolastico
Nel nostro Paese, la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, supera la media europea (14,7% contro 11%), nonostante negli ultimi 10 anni il tasso di dispersione scolastica si sia ridotto del 7,4%.
Il rischio sismico
In Italia 5,5 milioni di bambini e ragazzi sotto i 15 anni vivono in aree ad alta e medio-alta pericolosità sismica. Si tratta di un territorio che copre circa il 70% delle province italiane che comprende 45 città sopra i 50.000 abitanti che ospitano 900.000 minorenni sotto i 15 anni.
(da “La Repubblica”)
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