Febbraio 27th, 2021 Riccardo Fucile
LA SBRUFFONATA DEL “NUOVO RINASCIMENTO” E’ DIVENTATA UN BOOMERANG
Non c’è nessuna risposta da Italia Viva, nè tantomeno da Renzi. Eppure, una risposta dovrà venir data,
perchè la posta in gioco è troppo alta.
Non si può passarla liscia dal definire ‘Principe del Nuovo Rinascimento’ quello che è, a conti fatti, un assassino.
E mentre Renzi manda avanti gli utili idioti della sua fanbase, quelli che rispondono a chi chiede delucidazioni che “siamo fissati” con questa storia o anche che “nel Rinascimento si facevano tanti omicidi”, sicuramente con i suoi fedelissimi starà organizzando un contrattacco.
La strada sembra stretta, perchè il rapporto dell’intelligence su Mohammed bin Salman non lascia spazio a dubbi: il giornalista Jamal Khashoggi è stato ucciso proprio su ordine dell’uomo che Renzi è andato a incensare mentre in Italia divampava la crisi, con imbarazzanti uscite come “io da italiano provo invidia per l’Arabia Saudita” che ora pesano come macigni alla luce del rapporto degli 007 americani.
E su twitter, da ieri è in tendenza l’hashtag #RenziDimettiti proprio dalla fondazione del Principe Salman.
“In generale, forse questa storia darà per la prima volta al leader di Italia Viva il polso del paese e capirà cosa davvero gli italiani pensano di lui e delle sue rocambolesche disavventure politiche
Renzi non risponderà e non si dimetterà , sperando che continuiamo a chiederglielo. E’ l’unica maniera che ha per “stare in tendenza”, visto che continua solo e sempre a saper rottamare, non costruire nulla e, se fosse per merito, nessuno lo ricorderebbe”
“Se la legge tribale dell’Arabia Saudita è il Rinascimento Renzi è Leonardo”
“Non è questione di appartenenza ad una forza politica o all’altra. il Sultano di Rignano deve dimettersi immediatamente. E le spiegazioni dovrà darle, ma dopo le dimissioni”
(da agenzie)
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Febbraio 27th, 2021 Riccardo Fucile
UN MESE FA RENZI ERA VOLATO A RYAD A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA DEFINENDO IL PAESE “CULLA DEL RINASCIMENTO”: ALLA CORTE DI UN CRIMINALE
Quelli che fino a ieri erano solo fortissimi sospetti ora sono prove, messe lì, nero su bianco dall’intelligence Usa in un rapporto pubblicato dall’amministrazione Biden, a certificare una verità ormai innegabile e incontrovertibile: il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, è direttamente coinvolto nell’omicidio di Jamal Khasoggi, il giornalista ucciso e barbaramente fatto a pezzi nel 2018 all’ambasciata saudita di Istanbul.
Sì, proprio lui, l’uomo che, appena un mese fa, era stato salutato da Matteo Renzi a Riyad come una specie di illuminato progressista e l’Arabia Saudita tratteggiata come una culla di — parole testuali — un “nuovo Rinascimento”.
Un disturbo costato 80.000 euro per il senatore di Rignano, come gettone di partecipazione al Future Investment Initiative, il board mondiale che fa capo proprio a bin Salman.
Come si concilia tutto questo col ruolo istituzionale di un ex Presidente del Consiglio italiano, che, pur nel ruolo di “senatore semplice di Scandicci”, come spesso si è definito, ha dimostrato di poter essere decisivo per la caduta e il varo di vecchi e nuovi governi?
Interrogato sul tema, Renzi ha sempre detto che avrebbe risposto alle domande dei giornalisti sull’Arabia Saudita dopo la crisi di governo. Ora non solo la crisi di governo è finita da un pezzo, non solo il nuovo governo Draghi si è insediato, ma ora esiste anche questo nuovo rapporto Usa a mettere alle strette Renzi, costringendolo a fornire spiegazioni su quello che appare in modo sempre più evidente come un enorme conflitto di interessi, oltrechè una presenza politicamente inopportuna, alla corte di quello che è, al di là di ogni ragionevole dubbio, il mandante di un omicidio. Altro che “principe rinascimentale”.
In realtà , il rapporto Usa è solo l’ultima goccia di una serie infinita di denunce nei confronti delle autorità saudite, finite nel mirino di numerose associazioni per i diritti umani tanto per il caso Kashoggi quanto per il trattamento riservato alle donne, oltre alla sistematica repressione di ogni diritto.
Negli ultimi anni Amnesty International ha sottolineato “l’intensificazione la repressione dei diritti alla libertà d’espressione, associazione e riunione; hanno vessato, detenuto arbitrariamente e perseguito penalmente decine di persone critiche nei confronti del governo, difensori dei diritti umani, compresi attivisti per i diritti delle donne, membri della minoranza sciita e familiari di attivisti”. E tutto questo era ben noto anche prima che Renzi volasse a Ryad a baciare la pantofola a bin Salman.
A questo punto Renzi è chiamato a prendere una decisione, come in tanti esponenti politici (tra cui anche i dem Gianni Cuperlo ed Enrico Rossi) gli hanno chiesto a gran voce in queste ore: o si dimette dal board, rinunciando a ogni rapporto col principe saudita, oppure si dimette da senatore, per il rispetto dovuto alle istituzioni che rappresenta, incompatibili con un regime oscurantista e sanguinario come quello saudita. Tocca a lui decidere.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 23rd, 2021 Riccardo Fucile
L’IPOCRISIA DEL POLITICO CHE NASCONDE LA PISTOLA ANCORA FUMANTE E I MANDANTI
C’era una volta Matteo Renzi che accusava Conte di volere i pieni poteri perchè voleva tenere la delega ai Servizi e ora c’è sempre Matteo Renzi che non commenta la decisione analoga che vorrebbe prendere il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi. In attesa della composizione della squadra dei sottosegretari da nominare è ancora solo un’indiscrezione che però, secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano, non ha fatto alzare neanche un sopracciglio al leader di Italia Viva:
Proprio all’ex premier era stato imputato di voler rincorrere “i pieni poteri”, di non “rispettare le regole democratiche”, e tutto perchè aveva intenzione di tenere per sè la delega all’intelligence. Un orientamento condiviso adesso da Mario Draghi, che pare intenzionato a occuparsi in prima persona degli 007, senza che nessuno della sua maggioranza alzi un dito per chiedere spiegazioni.
Magari alla fine non se ne farà nulla e Draghi cambierà idea all’ultimo minuto, ma le diverse anticipazioni uscite sui giornali sarebbero dovute bastare per stanare eventuali pa s da ra n delle deleghe, come era stato a dicembre con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Oggi invece non c’è traccia delle accuse di un tempo. E pensare che il 17 gennaio, sulla questione dei servizi, Renzi era netto: “Penso che si debbano rispettare le tradizioni democratiche. È l’ennesimo segno di un modello democratico che viene messo in discussione”
All’epoca Conte aveva ceduto nominando Benassi sotto segretario con la delega all’Intelligence. Non bastò per salvare il governo. Ma del resto anche il MES, altro totem di Italia Viva, è sparito dai desiderata di Renzi. Perchè, per dirla come Faraone, “è Draghi il nostro MES”.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 19th, 2021 Riccardo Fucile
“IN PARLAMENTO PER AGGGREGARE LE FORZE LIBERAL-DEMOCRATICHE”, MA NON LO CONSIDERA NESSUNO
Se a sinistra il Pd insieme con i 5Stelle e Leu crea un intergruppo parlamentare (che tanto sta facendo discutere quei Dem preoccupati da un matrimonio stabile con i grillini), il leader di Italia Viva lancia la sua sfida.
Immagina di trasformare Italia Viva – il partito creato dopo la scissione dal Pd di cui è stato segretario – in una forza politica centrista e europeista, sull’esempio del presidente francese Macron,
Ovviamente non tutto subito. Però l’accelerazione è nei fatti, dal momento che il governo di unità nazionale di Draghi cambia le carte in tavola della politica italiana. Italia Viva con Azione di Carlo Calenda, +Europa di Emma Bonino, parte di Forza Italia e alcuni democratici moderati potrebbero creare un sodalizio politico duraturo? La versione italiana di Renew Europa, il gruppo macroniano a Strasburgo, si può fare: suggerisce Sandro Gozi, amico di Macron e di Renzi, eurodeputato.
La proposta arriva ieri, nel giorno della fiducia di Montecitorio al governo Draghi. Nella e-news settimanale, ecco le parole dell’ex premier: “L’avvento di Draghi è una svolta per il governo, ma produrrà una grande rivoluzione anche nella politica italiana. E noi saremo protagonisti del tentativo di europeizzare i partiti di casa nostra. Avanti tutta che il meglio deve ancora venire”.
Scrive inoltre Renzi: “Se la destra si europeizza è un bene e la grande famiglia dei Popolari non potrà che contenere questo gruppo. Se la sinistra si coalizza intorno a Leu, 5 Stelle e il Pd immagino che i Socialisti europei potranno accogliere la neonata formazione. Noi di Italia Viva dovremo essere i promotori – non da soli – di quella che in Italia sarà la casa del buon senso, dei riformisti, di un mondo liberal-democratico che in Francia ha Emmanuel Macron, in Danimarca Margrethe Vestager, in Belgio Charles Michel, in Lussemburgo Xavier Bettel e tanti altri riferimenti nel mondo”.
Gozi racconta come Renew Europe abbia aggregato nell’europarlamento socialisti, ecologisti, liberal democratici e conservatori pro Europa.
“Intanto nel Parlamento italiano si potrebbe fare un coordinamento, perchè nell’Italia di Draghi da un lato c’è una sinistra a cinque stelle, dall’altro una destra estrema: è tempo di liberare il centro e aggregare forze che hanno una visione liberal democratica”.
Le reazioni dei possibili partner di Renzi per ora sono gelide. Calenda rinvia al mittente. Forza Italia, il partito di Silvio Berlusconi, ha suoi riti e liturgie e una classe dirigente del tutto refrattaria a cedere quote di sovranità .
La prossima Leopolda a Firenze, l’11 di novembre, sarà dedicata proprio a Renew Europe.
Italia Viva, il partito di Renzi, è al bivio della sua sopravvivenza, perchè nei sondaggi è quotato tra il 2 e il 3 per cento.
(da agenzie)
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Febbraio 12th, 2021 Riccardo Fucile
E ANCHE LA PRESCRIZIONE E’ SCOMPARSA DALLE RICHIESTE DI ITALIA VIVA
C’era una volta il Mes. Ma anche la riforma della prescrizione, l’abolizione del reddito di cittadinanza, la bicamerale per le riforme, il ponte sullo stretto di Messina, il cambio dei vertici all’Inps e all’Anpal, la testa di Arcuri. E naturalmente il Recovery plan.
Erano i pilastri dell’offensiva renziana nella maggioranza giallorossa, le rivendicazioni al centro della trattativa. Gli scogli su cui si è infranto il tentativo del Conte ter. C’erano una volta appunto, ma ora come per incanto non ci sono più, spariti dal tavolo delle consultazioni di Mario Draghi.
Eppure il tweet con cui la sera del 2 febbraio Matteo Renzi fischia la fine della partita e blocca, almeno nell’immediato, le ambizioni dell’avvocato del popolo, è chiaro e circostanziato: “Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità , Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei Niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del capo dello Stato”.
Poco dopo il presidente della Camera sale al Quirinale e certifica il fallimento del suo mandato esplorativo. Conte ormai è spacciato, la parola passa a Mattarella e a Draghi.
Tre giorni dopo, venerdì 5 febbraio nel primo giro di tavolo dell’ex presidente della Bce con le forze politiche, a Montecitorio, la parola Mes sembra non venga neanche pronunciata.
Ma la domanda in molti sorge spontanea: Italia viva ha chiesto a Draghi di attivare il fondo Salva-Stati? L’interrogativo viene girato a Ettore Rosato, presidente del partito, durante la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora. Risposta: “No, sarebbe ridicolo parlare con Draghi dei problemi della finanza pubblica”.
E Renzi, nell’elencare “i temi cruciali” parla di vaccinazioni, cultura, turismo e del Recovery (quello sì, resta) che deve essere “basato sugli investimenti e non sui bonus”. Neanche un accenno alla prescrizione e al processo penale, anzi si sa che Draghi vuol mettere in agenda solo la riforma della giustizia civile.
E il reddito di cittadinanza? L’ex presidente della Bce pare abbia rassicurato i 5Stelle che non intende abolirlo, semmai migliorarlo. Dei presidenti di Anpal e Inps, Parisi e Tridico nessuno parla più, almeno per ora possono stare sereni.
Secondo giro, lunedì 8 febbraio. I socialisti sono gli unici che, in questi tempi in cui è in voga la metamorfosi, ci tengono ancora alla coerenza. E chiedono al premier incaricato di accedere al Mes per far fronte alla vaccinazione di massa. Il giorno dopo però il reggente grillino Vito Crimi spiega che Draghi non ci pensa proprio: “Non l’ha elencato come punto dell’azione di governo”.
Ma i giornalisti, si sa, non dimenticano facilmente. E così la domanda viene ripetuta a Maria Elena Boschi in una intervista a TgCom24. E lei, citando anche l’andamento dello spread, spiega: “Se si possono ottenere più soldi per la sanità con un tasso migliore di quello del Mes è evidente che non siamo innamorati dei soldi del Mes”.
È la fine di un grande amore. Ma ne valeva la pena?.
(da agenzie)
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Febbraio 10th, 2021 Riccardo Fucile
“SEGUIRE MACCHIAVELLI MI HA AIUTATO”… MAGARI LA PROSSIMA VOLTA PROVA A FARLO CON 5 SENATORI E SENZA L’APPOGGIO DEI POTERI FORTI, POI NE RIPARLIAMO
“Questa è stata la mia strategia. Ho fatto tutto da solo, con il 3 per cento!”. Lo dice Matteo Renzi
nell’articolo del New York Times che ricostruisce l’arrivo di Mario Draghi all’incarico di premier. ”È stato tutto un gioco di tattiche parlamentari. E diciamo che lavorare per cinque anni nel palazzo dove lavorò Machiavelli ha aiutato un po’”, spiega il leader di Iv.
â€³È stato un capolavoro della politica italiana”, dice Renzi degli eventi che hanno portato Draghi a Palazzo Chigi spiegando: ”È stata l’operazione più complessa di tutta la mia carriera politica”.
Anche sui suoi canali social il leader di Iv rimarca il proprio successo. Nell’ultimo tweet pubblica la foto di un “biglietto anonimo” trovato nel suo ufficio al Senato. Nel biglietto si legge: “Quando fai qualcosa, sappi che avrai contro quelli che volevano fare la stessa cosa, quelli che volevano fare il contrario e la stragrande maggioranza di quelli che non volevano fare niente. Confucio”. “Non so se è di Confucio – scrive Renzi – Ma in ogni caso mi piace”.
(da agenzie)
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Febbraio 7th, 2021 Riccardo Fucile
SI LAMENTA DI ESSERE STATO INSULTATO E AMMETTE CHE LA SUA BATTAGLIA FIN DALL’INIZIO ERA QUELLA DI FAR CADERE IL GOVERNO
Da quando ha fatto l’orrenda marchetta politica al principe ereditario Salman, dimenticando (o volendo dimenticare) che gli uomini fidati dello stesso principe hanno ucciso e fatto a pezzi il dissidente Khashoggi e che il processo che se è seguito è stato unanimamente consideato una farsa, l’ex rottamatore si veste spesso e volentieri fa vittima per aggirare le questioni politiche.
E anche adesso si auto-incensa e mette i panni dell’incompreso.
Con la crisi “ho fatto un sacrificio personale per il bene del Paese”. A dirlo, in un’intervista a Qn, il leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Sono rilassato e felice. Si è chiusa per me la partita più difficile della mia esperienza politica. Anche umanamente”
“Stavolta, quando abbiamo aperto la crisi – ha spiegato Renzi – nessuno ne capiva il motivo. Si dava per scontato che la pandemia dovesse chiudere ogni spazio di dibattito politico. E io non riuscivo a spiegare il senso di quello che stavamo facendo. Eppure è semplice: all’Italia arrivano 209 miliardi, tanti soldi quanti mai ne abbiamo avuti: e secondo me Conte non era la persona giusta per spenderli. Draghi sì”.
Quindi una ammissione che la sua non è stata una battaglia sui grandi temi, come ha cercato di far credere, ma solo una crisi ‘ad personam’ per far saltare un premier e sostituirlo.
“Mi sono preso un sacco di insulti – ha raccontato Renzi – dicevano che pensavo ai posti da ministro. Anche al bar non ci riuscivo, anche con le persone che mi erano sempre state vicine. Ora però siamo invasi da migliaia di messaggi”. E cosa le scrivono? “Che adesso hanno capito”.
Hanno capito che Renzi è inaffidabile.
Altrimenti avrebbe giocato a carte scoperte invece di destabilizzare per mesi il governo in attesa del momento giusto per assestare il colpo finale, per conto terzi.
(da Globalist)
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Febbraio 6th, 2021 Riccardo Fucile
CONTE QUELLO CHE NE ESCE MEGLIO
Nel consueto sondaggio di Nando Pagnoncelli sul Corriere della sera il 48% ritiene che
Matteo Renzi sia il politico ad uscire peggio come immagine dalla crisi di governo.
Gli italiani si sono espressi sugli attori di questa singolare crisi politica. E, paradossalmente Renzi è quello che ne esce peggio e chi ne esce meglio è il suo nemico, il premier uscente Conte.
“Conte prevale nella graduatoria di coloro che ne escono meglio (viene citato dal 28%), seguito da Meloni (10%) e Salvini (9%), quindi Zingaretti e Renzi appaiati al 5%, Fico (4%), Berlusconi (3%) e Di Maio (2%). Uno su tre (35%) non indica alcun esponente che si sia distinto positivamente, e questo la dice lunga su come stiano vivendo la situazione – scrive Pagnoncelli-
Nella graduatoria tra chi è uscito peggio Renzi prevale nettamente (viene menzionato da quasi un italiano su due), seguito da Conte (12%), Salvini e Di Maio (7%), Zingaretti (4%), Meloni (2%), Berlusconi e Fico, entrambi con l’1%, mentre il 18% non ne indica nemmeno uno”.
(da agenzie)
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Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile
MA SE DRAGHI NON LO CHIEDE CHE FA? O VALEVA SOLO PER CONTE?
“Italia Viva accoglie le parole del presidente della Repubblica e sosterrà il governo
indipendentemente dal nome dei ministri, da quanti politici e quanti tecnici, auspichiamo che tutte le forze politiche esprimano lo stesso atteggiamento di sostegno”.
Lo ha detto Matteo Renzi al termine delle consultazioni della delegazione di Italia Viva con il presidente incaricato Mario Draghi. “Chi oggi pone veti nei confronti degli altri sta rifiutando l’appello del presidente della Repubblica”, aggiunge Renzi. “Il presidente Mattarella ha escluso che questo governo possa avere una connotazione politica, ma ha parlato di un governo in cui tutte le forze politiche potranno dare il loro sostegno”.
“Mario Draghi presidente del Consiglio è una polizza assicurativa per nostri figli e nipoti. E’ il periodo storico in cui l’Italia avrà più soldi da spendere, mai il nostro paese ha avuto tanti soldi dal dopoguerra, e questo ci porta a dire: chi meglio di Mario Draghi può gestire questo passaggio”.
“Italia Viva sosterrà il governo che è stato incaricato dal presidente della Repubblica, non mi permetto di giudicare le scelte di Leu, M5s e Zingaretti. Il presidente della Repubblica ha fatto appello a tutti. Questa valutazione dovranno farla tutte le forze politiche e il presidente del consiglio incaricato. noi lo sosterremo”.
(da agenzie)
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