CATTURATO IL CAPO DI GOMORRA, NONOSTANTE BERLUSCONI E MARONI
ARRESTATO IL CAPO DELLA CAMORRA: SILVIO E BOBO SGOMITANO PER PRENDESI IL MERITO, MA LA PROCURA PRECISA E LI GELA: “GRAZIE ALLE INTERCETTAZIONI”… QUELLA LEGGE CHE IL GOVERNO VOLEVA CAMBIARE E CHE FINI HA FATTO PER FORTUNA SALTARE….GLI INQUIRENTI RINGRAZIANO SOLO MAGISTRATI E POLIZIA
Ieri sera è suonata la grancassa mediatica della premiata ditta “forzaleghista” e dai Tg di regime è stato letto l’editto del sovrano al popolo non più acclamante : “Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha chiamato il Ministro dell’Interno Roberto Maroni e si e’ congratulato con lui per la cattura del boss Antonio Iovine che figurava tra i 30 piu’ pericolosi latitanti. L’operazione odierna, ha sottolineato il Presidente Berlusconi, conferma il successo del Governo nella battaglia contro la criminalita’ organizzata”, ha chiosato il premier, con la sua tipica coda di paglia.
Lo spottone (che strana coincidenza) è capitato a fagiolo per il duo musicale (Bobo al sax, Silvio solista), dopo le polemiche sollevate dalle affermazioni di Saviano a “Vieni via con me”, circa la collusione tra mafia e politica.
Ma gli è andata male, perchè i magistrati hanno subito precisato che sono state fondamentali proprio quelle intercettazioni che l’esecutivo voleva (e vuole ancora) cambiare, progetto fatto saltare dalla ferma opposizione di Fini.
“Questo giorno lo attendevamo dal 6 dicembre del 1995: in quella data ci fu la prima ordinanza di custodia cautelare del cosiddetto procedimento Spartacus”, ricorda il Procuratore aggiunto della Dda di Napoli Federico Cafiero De Raho.
“Gli strumenti investigativi utilizzati sono stati intercettazioni telefoniche e ambientali, strumenti tradizionali e sofisticati ma costosi: piu’ vengono utilizzati per successi come questo, piu’ si assottigliano le risorse indispensabili per questo tipo di indagini”.
“Ridurli significa diminuire la possibilita’ di vittoria dello Stato”, dice chiaramente De Raho, puntando il dito contro i tagli alle forze dell’ordine effettuati dall’attuale esecutivo.
“Da parte mia”, dice il Procuratore aggiunto, “un grazie sincero a Vittorio Pisani, capo della Mobile di Napoli, e al questore Santi Giuffre’. Iovine era tutt’altro che una scheggia impazzita nell’organizzazione dei Casalesi. Anzi, ne era il capo. Ecco perche’ oggi possiamo dire di aver decapitato il clan”.
Dal canto suo, il vicequestore Vittorio Pisani sottolinea le lunghe e delicate indagini svolte, rivolgendo un sentito “grazie ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, chiamati giorno e notte per avere le autorizzazioni necessarie”.
Anche per il questore Santi Giuffre’ “le intercettazioni restano uno strumento fondamentale per capire anche che spesso i capoclan non vanno all’estero, ma restano nei loro territori”.
Stavolta il gioco di prendersi i meriti del lavoro altrui non è ben riuscito, qualcuno con zapping è riuscito a cambiare canale in tempo.
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