CINQUE RAGIONI PER CUI E’ UN ERRORE VIETARE IL BURKINI
ERRORE CONCETTUALE, MISURA ISLAMOFOBA, UNA PROVOCAZIONE, UN ASSIST ALL’ISIS, UNA MISURA ANTI-FEMMINISTA
Il divieto imposto da alcune municipalità francesi di indossare il “burkini” in spiaggia, avallato dal primo ministro francese Valls, è un errore per almeno 5 motivi e rischia di rivelarsi un boomerang per la Francia proprio in un momento in cui, come gli stessi fautori del divieto affermano, “bisogna evitare le provocazioni e lavorare per abbassare le tensioni”.
1) È un errore concettuale.
È sbagliato accostare il “burkini” al burka. Il “burkini” è una sorta di muta da subacqueo con il cappuccio, che lascia scoperto il viso, le mani e i piedi. Sul mercato ce ne sono di vari modelli e colori. Piace soprattutto alle giovani perchè permette loro di seguire la moda e osservare la copertura del corpo e della testa mentre fanno il bagno.
Il burka invece è un indumento che copre integralmente la figura umana, nascondendo il volto e il resto del corpo, ed è stato imposto con la violenza dai talebani in Afghanistan.
In Francia attualmente la legge vieta il burka e il niqab in quanto coperture del volto, ma non vieta la copertura del capo se non nelle scuole.
Quindi il divieto del burkini non ha un fondamento giuridico esplicito nella legislazione anti-velo attualmente in vigore.
2) È una misura islamofoba.
Discrimina una specifica parte della popolazione francese, le donne musulmane velate, che continuano a essere il principale obiettivo di quella particolare forma di razzismo che tocca i musulmani detta islamofobia.
Per molte musulmane e musulmani un tale divieto accresce il senso di esclusione, ed eventualmente il risentimento e la radicalizzazione, per l’impossibilità di esprimere le proprie convinzioni religiose e i propri principi.
3) È una provocazione.
Il divieto è percepito da molti musulmani come una misura che polarizza le posizioni mentre crescono le paure speculari da una parte e dall’altra della popolazione. Accostare, come si sta facendo in questi giorni, il conservatorismo nei costumi sociali al terrorismo è sbagliato e smentito dalla realtà .
4) È un assist per la propaganda del sedicente Stato islamico.
L’Isis fa proselitismo in Francia e in Europa come nessun altro gruppo terroristico era riuscito a fare fino a ora, per la sua capacità di plasmare gli immaginari.
Una delle narrazioni più potenti su cui l’Is fonda la sua propaganda è quella che descrive i musulmani sotto attacco e privi di diritti nei paesi occidentali in cui vivono.
5) È una posizione anti-femminista.
Malgrado ci siano pressioni sociali nella scelta di indossare il velo, la gran parte delle donne che oggi si velano in Europa lo fa per una libera scelta individuale.
Negare la libertà di scegliere sui propri corpi è una decisione che va contro il diritto all’autodeterminazione delle donne.
Per queste 5 ragioni sbaglia chi pensa che sarebbe giusto negare il burkini anche qui in Italia, dove, d’altronde, le donne musulmane che lo indossano sono un’assoluta minoranza.
Al momento non c’è una questione d’ordine pubblico, a meno che non la si voglia creare a tavolino per fini elettorali o per semplice noia agostana.
Renata Pepicelli
Docente universitaria, esperta di mondo islamico
(da “Huffingtonpost”)
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