CON IL FEDERALISMO ALTRI DIECI MILIARDI IN PIU’ALLE PROVINCE
SE NON VERRANNO ABOLITE, COL NUOVO PROGETTO FEDERALISTA I COSTI DELLE PROVINCE SALIRANNO DA 17 A 27 MILIARDI L’ANNO… ALTRO CHE RISPARMIARE, TRA FONDI DELLO STATO E NUOVE TASSE LOCALI IL FEDERALISMO FISCALE CI COSTERA’ DI PIU’… IN FRANCIA SI SPENDONO 18 MILIARDI, IN SPAGNA 13 MILIARDI
Le Province, non solo non sono state abolite, ma costeranno molto di più al contribuente italiano quando il federalismo fiscale sarà diventato una realtà .
Sembra un paradosso, per i molti discorsi che si sono fatti in questi anni sull’inutilità e lo spreco di questi enti territoriali, ma questa è la realtà .
Anzi, è bene partire da un dato: oggi le amministrazioni provinciali costano tantissimo, 17,5 miliardi di euro l’anno, ma costeranno al cittadino-contribuente ancora di più, circa 27 miliardi di euro l’anno quando l’impianto fiscale federale sarà andato a regime.
Una cifra sbalorditiva, molto di più di quanto lo Stato spende per sostenere il welfare in questo periodo per arginare la crisi.
Il testo legislativo sul federalismo fiscale, approvato al Senato il 22 gennaio, già all’art 1 torna a consacrare le province con un riconoscimento esplicito.
La norma è molto chiara quando afferma che ” disciplina altresì i principi generali per l’attribuzione di un proprio patrimonio a comuni, città metropolitane, province e regioni”.
L’altro articolo centrale della legge sul federalismo fiscale, il due, consacra invece “l’autonomia finanziaria” delle province.
Se questi sono i principi chiave per arrivare al nuovo tesoretto di 27 miliardi di euro l’anno che finirebbe nelle mani delle province bisogna andare a misurare i meccanismi del federalismo fiscale. Non si tratta di un’affermazione generica ma del frutto di un’accorata indagine presentata alla facoltà di Economia della Sapienza, una delle maggiori d’Italia, quella che ha laureato il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, la quale ha dedicato un seminario tecnico a “Federalismo, sussidiarietà e solidarietà “.
In un punto la legge sul federalismo fiscale è ancora più esplicito perchè riconosce “risorse autonome alle province” derivanti “da tributi e entrate proprie”.
Dunque capacità impositiva ribadita laddove si parla dell’istituzione di “tributi regionali e locali”. Spiegandola in termini non tecnici, le famigerate province, sia pur mediate dalle regioni, otterrebbero una parte dell’Irpef pagata dai contribuenti e potrebbero inoltre fissare autonomi tributi modellandone la pressione.
La legge scrive ” Per comuni e province, l’80% delle spese è finanziato dalle entrate derivanti dall’autonomia finanziaria, comprese le compartecipazioni a tributi erariali e dal fondo perequativo”.
La proiezione di questo meccanismo facendo riferimento agli attuali gettiti fiscali ci porta a una disponibilità annua di 27 miliardi di euro l’anno.
Un aumento dell’attuale disponibilità che le province otterranno in virtù dell’autonomia impositiva che consente l’uso della leva fiscale.
Ci saranno province con più soldi e altre con meno, rispetto a quelli di cui dispongono oggi. Laddove verranno istituite le città metropolitane, le province cesseranno di esistere, ma solo lì.
La sostanza non muta per le altre e si traduce in un’enorme maggiore spesa per un ente giudicato da molti inutile. Mentre in Italia andremo a spendere 27 miliardi di euro, grazie al federalismo fiscale e a chi (Lega) non vuole abolire le province.
Il loro costo in Francia è di 18 miliardi di euro e in Spagna di appena 13 miliardi di euro.
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