CONTRORDINE, LA MELONI NON CAMBIA NULLA: “MAI SENZA SALVINI”
IN UNA INTERVISTA AL CORRIERE DELA SERA DIMOSTRA DI ESSERE IN CONFUSIONE E SCAMBIA PARISI PER UN SEGUACE DI TRUMP
L’intervista di Giuseppe Alberto Falci a Giorgia Meloni sul “Corriere della Sera” dimostra la via senza ritorno della sedicente destra italiana.
Non tanto per voler continuare su una linea suicida, il che sarebbe anche lecito , ma per lo stato di confusione politica che aleggia da quelle parti e per la pochezza di contenuti capaci di esprimere.
All’uscita di Donzelli sul possibile cambio di simbolo, la Meloni non ha alcuna idea e liquida l’argomento con questa risposta: «La nostra metà campo è una metà campo che deve organizzarsi, che deve riflettere. E la riflessione non può non riguardare anche Fratelli d’Italia». Capitolo chiuso.
Poi arriva a rivendicare una sonora sconfitta: “D’altro canto le elezioni amministrative hanno inviato un segnale importante. Prendiamo il caso di Roma. Lì, da soli abbiamo sfiorato il ballottaggio».
A dirla tutta non era affatto sola, se poi Salvini ha preso un ridicolo 2,7% è lei che lo ha voluto come alleato, non glielo aveva ordinato il medico.
Ed è stata la Meloni a cercare il confronto con la Raggi, convinta di batterla al ballottaggio, mentre non ci è nemmeno arrivata. Sai che successo…
A domanda del giornalista poi risponde: “«Non ho ragione per allontanarmi da Salvini. Matteo è un ottimo alleato“.
Bene, contenta lei, se lo tenga stretto che andate lontano.
Il rapporto con Marine Le Pen va rivisto, come dice Donzelli?
“Marine Le Pen ha una visione patriottica che è compatibile con il nostro programma”
Quindi anche Donzelli è sistemato.
Allora qual è la condizione per ricostruire il centrodestra italiano?
E qui siamo all’umorismo involontario: «Intanto, bisogna ripartire dalla coerenza e dalla credibilità “.
Come no, quella di cui ha dato dimostrazione lei nel corso di questi anni, è chiaro.
Che cosa pensa del programma liberal-popolare di Parisi?
Qua siamo alla confusione totale.
«Non l’ho compreso, mi mancano un po’ di elementi. Sembra che si rifaccia a Trump e al programma dei repubblicani americani”
Ora tutto si può dire del programma di Parisi salvo che abbia lati in comune con Trump, lo vedrebbe anche un cieco.
Andrà alla convention promossa da Parisi che si terrà in settembre?
«Dipende come sarà configurata. Ad oggi non ho ricevuto alcun invito“…
Solitamente gli inviti vengono inviati quando si fissa luogo e data, qualcuno potrebbe dirglielo a Giorgia…
Quale deve essere il denominatore comune per ricostruire il centrodestra?
Ci risiamo: «Il programma del nuovo schieramento di centrodestra non potrà non prescindere dalla coerenza”
Il giornalista impaziente a questo punto chiede: “E poi?”
La risposta è originale come sempre
«Capitolo tasse e sicurezza. L’obiettivo di un esecutivo di centrodestra sarà quello di rendere lo Stato meno oppressivo sul piano fiscale e più sicuro dalla minaccia del terrorismo islamico.”
Il giornalista esausto pone l’ultima domanda prima della fuga: “La campagna per il no può essere il primo step per ricompattare il centrodestra?”
“Utilizzeremo la campagna referendaria per far conoscere le nostre proposte coerenti e credibili“.
Tutto chiaro, il povero Falci getta la spugna.
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