COSA NON E’ IN GRADO DI AFFERRARE LA MELONI: TRE PICCOLI ESEMPI
BIPOLARISMO, DESTRA, PATRIOTTISMO
Più ascolto Giorgia Meloni e più si fa grande il dubbio che proprio non riesca a capire alcuni concetti basilari. Perché altrimenti la sua malafede politica sarebbe grande come il suo castello di retorica e propaganda.
Cosa non è in grado di afferrare Giorgia Meloni? Tre piccoli esempi, giusto per capire. E per farle capire.
Primo.
Il mondo che descrive lei, culturalmente e sociologicamente bipolare, esiste solo nella costruzione mentale di un’ex giovane militante che vive della e nella nostalgia di un mondo semplificato. E uniformato. Il suo bipolarismo è un totalitarismo bifronte: due eserciti l’un contro l’altro armati che si legittimano e guerreggiano annullando tutte le differenze. O di qua o di là. Meloni immagina un “campo largo dei conservatori” che si contrappone al “campo largo” che sogna Enrico Letta. Da qui gli ammiccamenti e gli occhiolini. La verità? Come non esiste il primo non esiste nemmeno il secondo. Il loro bipolarismo è un duopolio che vuole uccidere la concorrenza di idee, proposte, culture. Il sogno della Meloni è nella realtà un incubo egalitario in cui tutte le sfumature si riducono a un unicum in cui l’unico parametro di giudizio è la fedeltà a un disegno precostituito, il suo. Per giocare con l’immaginario della destra italiana, il sogno della Meloni assomiglia a quello di Sauron che vuole schiacciare le libertà di vita e di pensiero dei piccoli Hobbit della Contea.
Secondo.
No, non esiste una sola destra. Mai è esistita e mai esisterà. E, soprattutto, non è scritto da nessuna parte che le diverse destre debbano per forza essere alleate con un patto di sangue e ferro troppo vicino a una retorica “militare” della politica. Meloni fa diabolicamente finta di non sapere (spero per lei che faccia solo finta!) che la destra gollista francese mai si è alleata con la destra della Le Pen. E fa finta di non sapere che la Cdu tedesca mai si è alleata con gli estremisti di Alternative für Deutschland. L’idea che le due destre, quella liberale moderata e quella sovranista e populista, debbano per forza marciare unite è semplicemente un’idea malsana. O, più terra terra, paracula.
Terzo.
Il patriottismo o è cosa di tutti o non è. Il patriottismo non è un’opzione ideologica, è una scelta esistenziale. Il patriottismo “di parte” che descrive la Meloni ha un altro nome, si chiama totalitarismo. Patriottismo è fratellanza, è “voler bene”, è dono di sé. Patriottismo è l’esatto contrario dell’identità forte che va cercando la destra della Meloni. Di più, patriottismo è sacra difesa delle differenze e dei diritti degli individui. Chi utilizza la patria retorica come grimaldello ideologico è, nella realtà, il primo nemico della patria vera, quella fatta di persone che si sentono “famiglia” senza rinunciare alle proprie identità.
Ps. A tutto questo si deve aggiungere un particolare piccolo ma essenziale. Quella che descrive Meloni in ogni sua esternazione (il Parlamento è un pantano?) è un sistema illiberale che tende a ribaltare le regole di una qualsiasi democrazia liberale. Legittimo? Assolutamente. Ma molto, molto pericoloso.
(da Huffingtonpost)
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