COSA SARÀ DEI MERCENARI
ADESSO LA WAGNER CERCHERÀ LA VENDETTA O SI METTERÀ AL SERVIZIO DI PUTIN?
Adesso cosa capiterà alla Wagner? L’indicazione probabilmente più interessante arriva dalla Libia, dove i mercenari russi operano almeno dal 2016 in sostegno al regime autonomo del generale Khalifa Haftar a Bengasi in contrapposizione frontale a quello di Tripoli. Già ieri mattina, apparentemente prima della morte di Prigozhin dunque, era giunto a Bengasi il viceministro della Difesa russo, Yunus-Bek Yevkorov.
Si tratta della prima visita ufficiale di un’alta delegazione militare di Mosca in Libia da dopo la morte del colonnello Gheddafi durante la rivoluzione nel 2011. Negli ultimi anni era stato sempre Prigozhin in persona a coordinare gli spostamenti e le operazioni dei suoi uomini.
La Wagner agiva come una milizia mercenaria privata, senza alcun legame formale con il governo o gli apparati statali russi.
Putin potrà controllare quel che resta della milizia?
La mossa libica sembra aprire la strada a un futuro totalmente diverso: saranno adesso gli ufficiali del ministero della Difesa di Mosca a determinare le strategie e operazioni della Wagner in Libia, in Siria e in tutte le sue basi. Quelli oggi in Bielorussia avranno un ruolo marginale. Una svolta che stravolge le caratteristiche fondamentali del gruppo mercenario.
Chi non starà agli ordini, verrà emarginato
Mercenari o soldati?
Putin non solo non riconosceva alcun legame con la Wagner, ma anche Prigozhin negava ogni ruolo: è stato soltanto dopo l’inizio dell’invasione l’anno scorso e poi con l’impiego massiccio dei mercenari a Bakhmut che la realtà è venuta alla luce del sole. Il gruppo mercenario comunque è cresciuto molto rapidamente proprio grazie alla protezione degli apparati dello Stato russo. Nel 2016 aveva oltre mille dipendenti, saliti a 5.000 l’anno seguente.
Nell’ottobre 2017 il suo budget superava i 3 milioni di dollari, l’anno dopo era dieci volte superiore. Nel 2020 erano ben radicati in Africa, impiegavano contractor da tutto il mondo, comprese le province orientali dell’Ucraina. Ma gli attriti sono emersi quando Putin ha avuto bisogno di loro nel Donbass l’anno scorso: allora il carattere anarchico, predatorio e indisciplinato dei mercenari e del loro capo si è scontrato con le gerarchie di tipo sovietico che ancora dominano l’esercito russo
C’è grandissima agitazione nel campo Wagner, nel villaggio di Tsel, in Bielorussia, dopo parte degli uomini della compagnia di mercenari si erano trasferiti dopo la marcia, poi interrotta, verso Mosca. Secondo quando riferiscono varie fonti sui social e sui media locali, alcuni soldati della Wagner starebbero cercando il modo di tornare in Russia e avrebbero già abbandonato il campo.
Molti dei mercenari reclutati nelle carceri russe devono invece finire di terminare i 6 mesi al fronte necessari per ottenere la grazia promessa da Putin, ma il loro futuro a questo punto è incerto: da settimane si parle del loro inquadramento nelle truppe regolari russe, ma l’operazione sembrava in stallo. Forse adesso, con la nuova situazione, l’arruolamento nell’esercito di Mosca potrebbe andare in porto.
Qualcuno all’interno della compagnia, come scritto sulle chat Telegram del gruppo, vorrebbe vendicare la morte di Prigozhin, ma gli analisti del settore ritengono che la Wagner “decapitata” non abbia molte capacità belliche se non all’interno delle truppe russe.
Resta un mistero il numero dei mercenari della Wagner ancora allocati in Bielorussia: a seconda delle fonti, si parla di un organico compreso fra le 2 mila e le 10-12 mila unità
(da Il Corriere della Sera)
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