DA UN PUNTO DI IVA SI RICAVANO 6 MILIARDI DI EURO: COSI’ IL RITOCCO DELLE ALIQUOTE PUO’ SOSTITUIRE L’EUROTASSA
PIACE A DESTRA E A SINISTRA: GARANTISCE UN GETTITO SICURO E IMMEDIATO, TUTTE LE STRADE PORTANO ALL’AUMENTO DELL’IVA…MA I CONSUMATORI SARANNO AGGREDITI DAI PREZZI AL RIALZO
Tutte le strade portano all`Iva.
L`imposta sui consumi più evasa d`Italia – 60 dei 120 miliardi annui di mancato gettito fiscale vengono da lì – torna di prepotenza nel cantiere delle proposte per cambiare la manovra d`agosto.
Il fronte a sostegno di un ritocco delle tre aliquote del 4, del 10 e del 20% – un punto in più su ciascuna, per un ritorno stimato di circa sei milìardi l`anno – raccoglie consensi bipartisan.
Per due motivi: dà gettito immediato e sicuro, dunque strutturale.
Piace a destra perchè consentirebbe di eliminare il contributo di solidarietà , ovvero l`eurotassa sui redditi sopra i 90 mila euro (entrate previste: 3,8 miliardi entro il 2013).
Piace alla Confindustria che chiede di cancellare, assieme alla super- tassa, anche la Robin Hood tax, l`aumento Ires sulle società energetiche.
Non a caso ll Sole 24 ore di ieri faceva notare che l`aumento di un punto ha «una ragion d`essere anche europea».
Solo in sette paesi Ue esiste un`aliquota inferiore al 20% standard italiano.
Nella maggioranza è superiore, rivista in questi ultimi anni di crisi.
Grecia e Portogallo sono passati al 23%, il Regno Unito al 20% (dal 17,5%), la Germania al 19% (dal 16%).
Piace a Càsl e Uil: renderebbe la manovra più equa.
Piace, per gli stessi motivi, all`Udc.
Non dispiace ai Comuni (Anci). L`Idv la vuole solo sui beni di lusso.
E, in fondo, convince anche Berlusconi (Alfano conferma che l`ipotesi è sul tavolo). Ma deve fare i conti con Bossi.
L`Iva è uno dei tre no della Lega, assieme a pensioni ed entilocali.
Non piace invece a Confcommercio per la contrazione dei consumi: un punto in meno di Pil, stimano.
I1 Codacons traduce l`aggravio Iva in 290 euro di maggiori costi all`anno a famiglia. E poi c`è chi storce il naso sulla presunta equità dell`imposta, visto che solo il 12,5% degli autonomi la versa, contro il 50,3% dei lavoratori dipendenti.
Non proprio un modo dì far pagare tutti.
Sia come sia, il ritocco dell`Iva sembra invece probabile.
Nell`immediato, per decreto (prima via).
Oppure, se la politica fa muro, nella delega fiscale o con l`esercizio della clausola di salvaguardia “rafforzata” (seconda via), inserita nel decreto 138, la manovra di Ferragosto.
Se, dice il testo, entro il 30 settembre del 2012 la riforma fiscale – ovvero il riordino dei bonus assistenziali e fiscali (accompagno, reversibilità , detrazioni varie) – non sarà operativa, le risorse (20 miliardi a regime: 4 nel 2012 e 16 nel 2013) saranno reperite con tagli lineari del 5 e 20% ai bonus oppure (ecco il rafforzamento) con «una rimodulazione delle aliquote sulle imposte indirette, inclusa l`accisa».
Dunque Iva, ma anche imposte di registro, ipotecarie, catastali, accise sulla benzina e sulle sigarette.
Delle 483 agevolazioni fiscali individuate dal tavolo tecnico che lavora per il ministero dell`Economia e che valgono 164,6 miliardi l`anno (72 sono blindati, intoccabili), il 25% è costituito proprio dal capitolo Iva, imposte di registro e catastali. Capitolo succoso.
Mal`Iva ridotta, al 4 e 10% (ecco la terza via), che si applica ad esempio su generi alimentari, acquisto prima casa, libri, giornali, potrebbe comunque essere innalzata dalle rasoiate “lineari” che colpiscono le agevolazioni.
Secondo i calcoli fatti da Fisco Equo, passerebbe a 7,2% e 12%.
Tutte le strade portano all`Iva.
Valentina Conte
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply