“DELINQUENTE”, “DATELE LA CAMICIA DI FORZA”: VOLANO INSULTI IN TV TRA TRAVAGLIO E SANTANCHE’
DURANTE “LA GABBIA”, IL NUOVO PROGRAMMA DI PARAGONE SU LA 7, SCAMBI AL VELENO TRA IL GIORNALISTA E LA PITONESSA CHE PERDE LA TESTA E FINISCE QUERELATA
Baruffa infuocata durante la prima puntata de “La Gabbia”, il nuovo programma di approfondimento condotto da Gianluigi Paragone su La7.
Protagonisti della rovente polemica: Marco Travaglio e Daniela Santanchè.
E’ la “pitonessa” a esordire, appellando “delinquente” il vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano”, per via di una condanna in sede civile per diffamazione a mezzo stampa.
“Devo parlare della mia decadenza da senatore?”, commenta ironicamente Travaglio.
Ma la pasionaria del Pdl prosegue la sua crociata, lanciando strali contro “Il Fatto Quotidiano”, millantando la vittoria del Pdl alle ultime elezioni e buttando nel calderone delle accuse anche Antonio Ingroia.
E nega l’alleanza col Pd: “Gli Italiani non pagano l’Imu perchè c’è Silvio Berlusconi, non perchè c’è Letta. Noi del Pdl però non odiamo il Pd, l’invidia e l’odio non ci appartengono. Non c’è una dichiarazione di Berlusconi di odio contro nessun avversario politico”.
Travaglio prende la parola, ma viene reiteratamente interrotto dalla deputata Pdl. “Chiama un esorcista” — dichiara, rivolgendosi a Paragone. E spiega la differenza tra i reati d’opinione e i reati fiscali, definendo “poveracciata” il tentativo di mettere sullo stesso piano le due infrazioni: “Se la signora Santanchè vuole sapere qualcosa sui giornalisti delinquenti, si rivolga in famiglia. Quella condanna mi è costata 1000 euro di multa, c’è chi è finito agli arresti domiciliari e poi ha dovuto far chiedere la grazia per uscire di casa”.
La Santanchè, dal canto suo, smentisce i 300 milioni di evasione fiscale operata da Berlusconi: “Sono solo balle. Quella sentenza per noi non è definitiva. Il primo agosto alle 18.45 con la condanna di Berlusconi c’è stato un colpo di stato. Noi” — continua — “a differenza del delinquente e dei suoi amici, non vogliamo il partito delle manette e delle tasse. Grazie a noi, col presidente della Commissione Finanze Daniele Capezzone, è stata fatta la riforma di Equitalia”. “Volete il partito dell’evasione e della frode fiscale“, ribatte il giornalista.
“E’ noto che a me i delinquenti piacciono” — ammette la pitonessa — “mi piace da bestia chiamare “delinquente” il diffamatore Travaglio”.
Non mancano le invettive contro i giudici e i consueti moniti femministi della Santanchè, che all’appello di Travaglio (“Qui ci vuole il TSO, mettetele la camicia di forza“), reagisce stizzita: “Lei e Paragone, che mi ha definito “padroncina”, non rispettate le donne. Imparate da Berlusconi su come si trattano
E qui è iniziato l’inedito siparietto a sfondo sessuale.
La Santanchè si è lamentata della mancanza di galanteria di Travaglio, che ha addirittura osato rispondere ai suoi insulti, e dunque lo ha accusato di “non voler bene” alle donne.
E poi, facendosi prendere la mano, ha espresso alcuni dubbi sull’orientamento sessuale dell’interlocutore.
Ecco lo scambio di battute, anzi battutacce, “hot”.
“Ma a Travaglio piacciono le donne? Non lo so, secondo me no…. Visto come tratta le donne. Travaglio e godimento non sono due parole che vanno d’accordo”.
“Cara Santanchè, non avrà mai modo di verificarlo”.
E’ lampante quale sia il vincitore di questo diverbio.
Giusto per non avere dubbi, comunque, il vincitore verrà decretato da una giuria d’eccezione: un Tribunale: Travaglio ha dichiarato in trasmissione di voler querelare la Santanchè.
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