“DIGIUNO A STAFFETTA” CONTRO IL PORCELLUM: MA NON HANNO MOTIVO MIGLIORE PER UNO SCIOPERO DELLA FAME? MA SI MANGINO UNA PIZZA INVECE CHE SCIOPERARE CONTRO SE STESSI.
AVEVA INIZIATO IL PD ROBERTO GIACCHETTI 35 GIORNI FA, ORA ALTRI 25 PARLAMENTARI DIGIUNANO A TURNO… NON LO HANNO FATTO PER PROTESTARE QUANDO I PROFUGHI MORIVANO AFFOGATI IN MARE GRAZIE ALLA LEGGE SUI RESPINGIMENTI O QUANDO GHEDDAFI LI FACEVA SPARIRE NELLE PRIGIONI LIBICHE, ORA SI SCOPRONO TUTTI LIBERALI PER UN PROBLEMA CHE ALLA GENTE NORMALE NON FREGA UNA MAZZA
Dopo lo sciopero della fame di 35 giorni portato avanti dal deputato Pd Roberto Giachetti contro il Porcellum e per una nuova legge elettorale, 25 parlamentari di quasi tutti i partiti (manca solo l’Udc) scendono in campo per continuare l’iniziativa attraverso una “staffetta” che si dovrebbe concludere il 1 settembre.
All’iniziativa, presentata in una conferenza stampa alla Camera, aderiscono tra gli altri il capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova, Ermete Realacci e Pierluigi Castagnetti (Pd), Enrico Costa (Pdl).
I 25 parlamentari, che si propongono di digiunare a turno, ognuno per 24 ore, consentiranno così a Giachetti di rimettersi «in forze», come spiega lui stesso in conferenza stampa, per riprendere la battaglia a settembre qualora ce ne fosse bisogno. è vero che per settembre i componenti del Comitato ristretto per la legge elettorale hanno assicurato che ci sarà l’adozione di un testo base, ma «non si sa mai…».
Bisogna essere pronti a «continuare la battaglia».
Per Giachetti, comunque, è già un risultato che ci sia stato l’appello ripetuto di Napolitano alle forze politiche a fare una riforma e che si sia costituito un Comitato ristretto che ha consentito di spostare il dibattito sulla nuova legge elettorale dalle «stanze private dei partiti» alle aule parlamentari.
Così decide di passare il testimone a 25 parlamentari bipartisan che volontariamente si sono offerti (tre dei quali, oltre Giachetti di estrazione radicale).
Ma la `staffetta’ del digiuno, avverte il deputato del Pd, comincia anche su internet («per ora hanno aderito in 100 al digiuno di 24 ore»).
L’opinione pubblica e buona parte della politica, infatti, si sottolinea nella conferenza stampa, vogliono scrollarsi di dosso il Porcellum perchè, come sottolinea Ermete Realacci «una politica seria ha bisogno di regole serie».
E’ chiaro che molti dei “digiunatori” punterebbero ad un modello ben diverso da quello che si sta mettendo in cantiere, come ad esempio un «maggioritario a doppio turno alla francese», ma comunque quello di voltare pagina rispetto alla legge Calderoli sembra essere diventato ormai un imperativo «almeno per un senso di lealtà nei confronti dell’opinione pubblica», come sottolinea Benedetto Della Vedova. Questa legge, osserva Beppe Giulietti (Misto-Art.21), «altera la percezione della democrazia».
«Bene cambiare il Porcellum – incalza Giorgio Stracquadanio (ex Pdl-Misto) – anche se non sara’ salvifico per le sorti del Paese». «
Aderisco con convinzione al digiuno – afferma Paola Concia (Pd) – e poi si vedrà ab settembre come continuare con la mobilitazione».
a oggi comincia a digiunare Della Vedova, poi proseguiranno nell’ordine: Realacci (Pd), Giulietti (Misto), Margiotta (Pd), Mecacci (Pd), Di Biagio (Fli), Bernardini (Pd-Radicali), Perina (Fli), Bobba (Pd), Buonfiglio (Misto), Castagnetti (Pd), Della Seta (Pd), Ferranti (Pd), Miotto (Pd), Viola (Pd), Moroni (Fli), Paglia (Fli), Recchia (Pd), Stracquadanio (Misto), Mario Pepe (PT), Costa (Pdl), Crosetto (Pdl), Concia (Pd), Raisi (Fli), Mogherini (Pd).
Bene dunque la mobilitazione bipartisan, anche se nella maggioranza c’è chi ricorda che il 21 dicembre del 2005, a votare quello che poi venne chiamato dallo stesso proponente Roberto Calderoli il Porcellum, furono 323 deputati di FI, AN, Udc e Lega, contro 6 “no” e 6 astenuti.
Il centrosinistra (Ds, Prc, Pdci, Verdi) non partecipò al voto.
Il commento del ns. direttore
Riepiloghiamo con la consueta sincerità di chi non ha rinunciato a dire sempre quello che pensa:
1) Lo sciopero della fame si fa per motivi seri e che coinvolgono la vita stessa delle persone. Personalmente ho aderito in passato solo a quello per la sopravvivenza fisica di Paolo Signorelli, vittima della arroganza e della ingiustizia dello Stato italiano.
2) In questo caso specifico un gruppo di deputati vuole abrogare giustamente il “porcellum”, dimenticando però due elementi chiave:
a) sono gli stessi parlamentari che a suo tempo l’hanno votato
b) sono deputati della Repubblica che hanno il potere di cambiarlo votandone uno diverso in 1 minuto, senza bisogno di sceneggiate.
Lo facessero dei cittadini che non hanno altro strumento di pressione passi, ma che lo facciano dei parlamentari contro se stessi è perlomeno anomalo.
Si dirà : ma loro lo fanno perchè forse nei loro stessi partiti non riescono a ottenere nulla.
Bene, lascino il loro partito se non li rappresenta, non sono obbligati a restarci.
Oppure costringano i vertici a cambiare atteggiamento con una votazione interna al loro gruppo parlamentare.
3) fa specie poi che si indica uno sciopero della fame per una banale legge elettorale da parte di deputati che si richiamano in questo caso a “principi liberali”.
Possiamo anche concordare nel merito, ma ci spieghino come mai non hanno sentito l’esigenza di iniziare uno sciopero della fame quando, nonostante le condanne internazionali piovute sull’Italia grazie alla famigerata legge sui respingimenti, centinaia di profughi sono morti affogati in mare o respinti in Libia dove li attendeva il carcere e la tortura.
Come mai non hanno mai iniziato uno sciopero della fame per solidarietà ai licenziati sul traliccio alla stazione Centrale di Milano o alle migliaia di precari e lavoratori cancellati dal tessuto produttivo del Paese?
O contro i tagli alla cultura?
O contro la devastazione dell’ambiente?
O per i diritti delle donne e dei disabili?
O per la chiusura del lager di Green Hill?
O perchè una coppia di fatto di conviventi possa godere degli stessi diritti di una sposata?
E potremmo continuare a lungo.
La distanza tra ceto politico e popolo italiano si misura anche in queste piccole cose: andate in un mercato rionale e vi accorgerete quanto possa interessare agli italiani il dilemma “porcellum”.
Che si tratti di arrosti o di politici “bolliti”.
Meglio mangiarsi una pizza.
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