DOVE STANNO LAVORANDO QUEI 15 MILIONI DI ITALIANI “ESENTATI” DALLO STARE A CASA (PARI AL 66,6% DEL TOTALE DEI LAVORATORI)
I DATI: 94% NELL’AGRICOLTURA, 77% LIBERA PROFESSIONE, 55% COMMERCIO, 39% INDUSTRIA, 21% ALBERGHI E RISTORANTI… UNA DOMANDA: MA PERCHE’ DOVREBBERO PERCEPIRE 600 EURO DI CONTRIBUTO INPS SE CONTINUANO A LAVORARE E GUADAGNARE?
Una tabella dell’Istat pubblicata oggi dal Messaggero stima gli occupati nei settori di attività economica “sospesi” dai due Dpcm per l’emergenza Coronavirus: quello dell’11 marzo sul cosiddetto “lockdown”, che colpiva particolarmente le attività terziarie, e quello del 22 marzo, che ha disposto il fermo anche di attività manifatturiere.
La percentuale degli occupati che sono ancora “attivi”, è del 100% in alcuni comparti del terziario pubblico e privato (trasporti e magazzinaggio, informazione e comunicazione, finanza e assicurazioni); scende al 94% per l’agricoltura e al 77% per alcuni servizi professionali; è pari al 55% nel commercio, al 39% circa nell’industria (manifatturiera e delle costruzioni), al 27% negli altri servizi collettivi e personali e infine al 21% negli alberghi e ristoranti.
I provvedimenti di esenzione dal lavoro riguardano circa 8 milioni di occupati, quasi un terzo del totale; la maggior parte nell’industria (2,9), nel commercio (1,5), negli alberghi e ristoranti (1,2), nell’edilizia(0,8).
Il loro peso sul totale è del 36% al Nord, del 31% al Centro e nel Sud continentale e un po’ inferiore nelle Isole (25%).
Quelli che continuano a lavorare (non si sa a che titolo) sono il 66,6% degli occupati italiani, una marea.
Va considerato che solo il 58% dei sospesi sono dipendenti a tempo indeterminato: il restante 42% è a termine o autonomo.
Nel Mezzogiorno gli occupati che non sono dipendenti a tempo indeterminato — e quindi più “deboli” — sono di più: rappresentano 51% di quelli sospesi; sono il 46% nelle regioni del Centro. Questa incidenza è particolarmente alta in Sardegna e in Calabria, dove supera il 60%, così come in Sicilia e Liguria.
(da “NextQuotidiano”)
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