EFFETTO QUARTO, I CINQUESTELLE PERDONO QUASI L’UNO PER CENTO
INTERVISTA ALLA GHISLERI: “IL 13,2% DI ELETTORI CINQUESTELLE IN DUBBIO SE RICONFERMARE IL VOTO”
L’effetto Quarto apre una crepa nel Movimento Cinque stelle, anche nei sondaggi. Una scossa del grado 0,8 della scala Ghisleri, con conseguenze sul lungo periodo. Alessandra Ghisleri è l’infallibile sondaggista delle campagne elettorali di Berlusconi e ora i suoi sondaggi di Euromedia Research sono un appuntamento fisso a Ballarò: “Quarto — spiega – è un’incidente per gli elettori del movimento Cinque Stelle. Nei quattro giorni successivi al giorno in cui il caso è esploso l’M5S ha perso quasi un punto, ma i dati dicono soprattutto che Quarto ha aperto una riflessione nel loro elettorato di questo tipo: non basta l’onestà ma serve anche la competenza e meccanismi di selezione, filtri”.
Dottoressa Ghisleri, proviamo ad analizzare il caso con le sue schede. Partendo dalle intenzioni di voto.
La nostra rilevazione, dopo 4-5 giorni di fermento sul caso Quarto, dice che c’è stata la perdita di quasi un punto: lo 0,8. L’M5S passa dal 27,5 al 26,7. Però il dato più significativo non è questo. È un altro: il 13,2 per cento degli elettori del M5S, che corrispondono a circa il 3,5 del voto totale, dichiara di essere ad oggi indeciso della conferma del proprio voto al Movimento e di dover valutare in attesa che la vicenda si chiarisca definitivamente. Significa che si è insinuato un ragionevole dubbio.
Si spieghi meglio.
Il loro elettorato inizia a riflettere, perchè capisce che quando si diventa politici e stai a contatto col potere hai possibilità di incappare con le cosiddette mele marce. E servono filtri, selezioni, competenza. Mi spiego meglio: Grillo, Di Battista, Di Maio, hanno puntato tutto sull’onestà , dicendo che chi è sfiorato da qualunque macchia deve allontanarsi. Ma non basta. È passato che comunque la permeabilità alla camorra c’è stata. E allora uno si domanda: come ti proteggi la prossima volta?
Andiamo con ordine. Approfondiamo meglio la crepa che si è aperta in termini di fiducia.
E qui veniamo al secondo cartello. Luigi Di Maio perde, in termini di fiducia, il 2,4% che, tra i suoi elettori, diventa il 3,7%. La gente è rimasta stordita: mentre loro dicevano che non sapevano del ricatto al Sindaco uscivano le intercettazioni in cui emergevano i loro nomi sulle vicende di Quarto.
Se ho capito il suo ragionamento, la reazione tutta basata sull’onestà e sull’espulsione non è sufficiente.
Esatto. Il 38% dice che Quarto è solo un incidente e tra questi il 90% dei 5Stelle. Il 40,5% degli intervistati invece dichiara che il Movimento è ormai “come gli altri partiti”, di questi il 4,4% del loro elettorato. Se sommiamo questo all’8% sempre del loro elettorato che non risponde significa, anche in questo caso, che si è insinuato il dubbio che anche tra le loro fila, una volta arrivati al potere, sono come gli altri. Se andiamo all’ultima grafica, si chiarisce quale è l’oggetto della riflessione.
L’ultima tabella è la seguente: se dovesse emergere dalla intercettazioni che Fico o Di Maio erano messi al corrente del ricatto sulla Capuozzo, dovrebbero essere espulsi.
Il 40,2 % degli elettori dei Cinque stelle dice che dovrebbero essere espulsi seguendo le regole del Movimento, mentre il 35 % è contrario alla possibile espulsione. Che significa? In base alla logica stretta del Movimento 5 Stelle tutti i rappresentanti che esulano dalle regole dovrebbero essere espulsi. Tuttavia in questo caso emerge una “giustificazione” di ruolo perchè sono stati colpiti i vertici del Movimento a cui l’elettorato si sente legato. Questi infatti rappresentano per gli elettori il valore della continuità . Questo è un atteggiamento più da Partito che da Movimento, infatti crolla la diversità , nel senso che difendere i propri vertici è tipico degli elettorati di tutti i partiti. Dunque questa prova di Quarto porta i Cinque Stelle al bivio tra Movimento e Partito. La loro forza è mantenere i punti fermi sull’onestà e sulla rigidità delle regole.
Quando lei parla di effetto Quarto parla di un effetto nazionale, ovviamente, di valore politico nazionale.
Certo, come quando il caso De Luca faceva perdere voti al Pd del Nord più che della Campania. E a livello nazionale i messaggi che, laddove governano, ci sono problemi, come Livorno, Gela, Quarto, iniziano a percepirsi.
Dove vanno i voti dei delusi dei Cinque stelle?
Nel non voto. Questo è un movimento che nasce da gente scontenta di altri partiti e leggeva il cambiamento nelle parole di Grillo. Se viene delusa da Grillo si rinchiude nel suo scontento.
(da “Huffingtonpost”)
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