EXPO, SALA AMMETTE IL FLOP: SOLO 1,9 MILIONI DI VISITE A MAGGIO, IL 50% IN MENO DI QUELLE PREVENTIVATE
LE PREVISIONI PIÙ PESSIMISTE ERANO DI 3,6 MILIONI DI INGRESSI, QUASI IL DOPPIO
Ora anche il gran capo di Expo ammette il flop: “È abbastanza realistico il dato di 1.900.000 visitatori dall’inaugurazione a oggi”, dice Giuseppe Sala, confermando la cifra diffusa ieri da Federalberghi.
Ma come? Pochi giorni fa era stato fatto filtrare il “primo successo” dell’esposizione universale: 3 milioni di visitatori del mese di maggio. Non era vero.
Le previsioni ufficiali per il primo mese erano comunque più alte: 4.200.000 ingressi nei documenti Expo più ottimistici, 3.600.000 in quelli più cauti.
Tutto sbagliato: siamo sotto i 2 milioni e ora ad ammetterlo è il Grande Timoniere dell’esposizione. Il Fatto è gufo? No, troppo “expottimista ”
Dunque erano perfino troppo generose ed expottimiste anche le cifre calcolate dal Fatto quotidiano, 2.500.000 visitatori, con la valutazione che fossero il 30 per cento in meno rispetto alle previsioni. È peggio.
Siamo in realtà vicini al meno 50 per cento.
Questo spiega l’incredibile embargo, ancora vigente, dei numeri che riguardano non soltanto gli ingressi al sito, ma anche i biglietti del metrò e la raccolta della spazzatura.
La resa dei conti è ancora lontana, anche perchè si può sempre sperare che, dopo il primo mese nero, la situazione migliori.
Ma qualcuno già ha cominciato a protestare con Sala e a chiedergli conto di alcuni errori: sono i Paesi (soprattutto l’Oman e la Russia), le organizzazioni e gli operatori confinati nell’area Est del sito, tra il cardo e l’ingresso Roserio.
La protesta dei “confinati ”: l’Ingresso Est non funziona
Inferociti gli espositori a pagamento, come la Birra Moretti e la Fiera di Bologna. Questa ha dato a Expo 7 milioni di euro per poter gestire l’area che va dall’Ingresso Est fino all’Albero della vita.
Le urla del presidente di FieraBologna si sono sentite fin da fuori del luogo dove è avvenuta una burrascosa riunione in cui i “confinati” del settore Est hanno rinfacciato a Sala un’altra promessa non mantenuta: quella secondo cui il 35 per cento dei visitatori di Expo sarebbe entrato dall’Ingresso Est, venduto come uno dei più ricettivi, con i suoi oltre trenta tornelli.
Dall’Ingresso Est invece non entra quasi nessuno, perchè i visitatori arrivano in maggioranza (in metrò e in treno) dalla parte opposta, dall’Ingresso Ovest, un chilometro e mezzo più in là , e pochissimi arrivano alla zona dove sorge la Collina Mediterranea, sempre deserta, lo spazio di Slow Food e il Parco della Biodiversità .
La Fiera di Bologna ha fatto in Expo un investimento consistente per realizzare e gestire il Parco della Biodiversità , che è quel che resta del vecchio progetto dell’Orto Planetario, la prima idea che era stata pensata per l’esposizione. Resta l’area più “educativa” e coerente con il tema di Expo 2015, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
FieraBologna ospita anche spazi commerciali, tra cui lo Shop Natura Sì e Alce Nero Pizza Bio. Clienti zero.
Si possono consolare con un cliente eccellente, il commissario Sala, che spesso mangia lì la pizza biologica, forse contando proprio sul fatto che non sarà disturbato Il flop assoluto dell’Ingresso Est, oltre a scatenare le proteste di Paesi ed espositori, pone più di un problema.
Quello dei parcheggi, per esempio. Sono costati parecchi milioni di soldi pubblici, ma sono utilizzati solo al 10 per cento, cioè sono vuoti al 90.
Pochissimi visitatori vanno a Expo in auto, perchè i parcheggi sono non solo costosi (12,50 euro), ma anche lontanissimi, ad Arese, e costringono chi arriva a lasciare l’auto e poi fare 20 minuti di viaggio in navetta, prima di arrivare al famoso Ingresso Est.
I pullman delle scuole e dei pensionati potrebbero invece arrivare comodamente fino al parcheggio a pochi metri dell’Ingresso Est.
Ma sono dirottati per lo più all’ingresso Sud, quello di Cascina Merlata, obbligando bambini e anziani a fare centinaia di metri e molte scale in salita e in discesa, sotto il sole, prima di raggiungere i tornelli (e vedere l’unico marchio che svetta: quello di McDonald’s).
Il superponte da 100 milioni per poche decine di taxi Il terzo problema è un vero scandalo: il superponte.
È costato 100 milioni di euro e scavalca le autostrade per collegare Milano all’Esposizione universale. Ma è precluso alle auto, che devono fare altre più arzigogolate strade per arrivare fino ai parcheggi di Arese.
Possono passarci solo i taxi, che sono poche decine al giorno: è la corsia preferenziale più costosa al mondo.
Comunque la bassa affluenza è nutrita da errori di concezione del sito e della viabilità per raggiungerlo.
A protestare, per ora, sono i padiglioni segregati e i poveri espositori bolognesi.
Ma Sala è sereno. Si consola con i biglietti venduti, 11 milioni secondo le sue dichiarazioni, addirittura 15 milioni secondo Matteo Renzi, che non si fa battere da nessuno.
Sono biglietti distribuiti ad agenzie di viaggio e grossi dealer, non ancora ai visitatori in carne e ossa.
Sul numero degli ingressi del primo mese, invece, resta ancora il segreto di Fatima. Pressato dalle richieste, il commissario Expo ha promesso che le cifre saranno date dopo il 2 giugno, quando arriverà in visita il presidente del Consiglio.
Ma già l’ammissione di ieri (1,9 milioni) inchioda Sala a un numero che neanche i gufi avevano immaginato.
Gianni Barbacetto
(da “il Fatto Quotidiano”)
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