FINANZIAMO I TRAFFICANTI ! GOVERNO ITALIANO PAGA CINQUE MILIONI DI DOLLARI A CRIMINALI PER FERMARE I PROFUGHI, ALTRO CHE LE BALLE DI MINNITI
L’INCHIESTA DELL’ASSOCIATED PRESS CON NOMI E TESTIMONI INCHIODA IL GOVERNO ITALIANO…ECCO PERCHE’ VOLEVANO CACCIARE LE ONG, NON VOLEVANO TESTIMONI AL LOSCO ACCORDO
La fonte è una delle più autorevoli in assoluto, ma non è la sola.
Scrive l’Associated Press: «Under a deal backed by Italy, Libya’s struggling government in Tripoli has paid militias that were once involved in smuggling migrants to now prevent migrants from crossing the Mediterranean to Europe…»
«Secondo un accordo sostenuto dall’Italia (‘backed by Italy’, sostenuto in senso diretto dall’Italia), il governo di Tripoli ha pagato le milizie che una volta erano coinvolte nel contrabbando di migranti per impedire agli immigrati di attraversare il Mediterraneo verso l’Europa, una delle ragioni della drastica diminuzione del traffico, secondo milizie e funzionari della sicurezza».
La conferma di quanto riferito ieri da Remocontro, nel riprendere un reportage del Times di Londra da Roma. Meno infiorettata e limitata ai fatti riscontrati, la cronaca del WP.
“L’Italia ha pagato 5 milioni di dollari , attraverso i suoi servizi segreti, per trasformare i trafficanti di esseri umani in neo sceriffi al servizio di chi li paga.”
La notizia dei soldi italiani arrivati in qualche modo a trafficanti e scafisti per la loro ‘conversione’, ha creato scontento tra alcune forze di sicurezza libiche: ‘Attenti ad arricchire le milizie, consentendo loro di acquistare più armi e diventare più potenti’, ammoniscono
«In the country’s chaos, the militias can at any time go back to trafficking or turn against the government, they say». Nel caos del paese, le milizie possono in qualsiasi momento tornare alla tratta o rivolgersi contro il governo, dicono.
Sorprendente anche il sostegno europeo per l’accordo, scrive il Washington Post.
Non solo soldi italiani per convertire i trafficanti.
“L’Unione europea ha dato dieci milioni di euro al governo di Sarraj per aiutarlo a fermare i migranti. In primo luogo, i soldi sono destinati a rafforzare la guardia costiera della Libia, rafforzando il confine meridionale e migliorando le condizioni per i migranti nei centri di detenzione. Ma i fondi possono anche essere utilizzati per sviluppare “un’occupazione alternativa per coloro che sono coinvolti nella tratta”
Ed ecco svelato un altro segreto.
Il calo esponenziale della traversate degli ultimi due mesi: condizioni del mare, ma soprattutto, ‘trafficanti pentiti’. Pentiti proprio forse no, ma arruolati con altri incarichi.
Le due milizie più potenti della città di Sabratha, il maggior punto di partenza dei migranti
Una conosciuta come ‘Al-Ammu e l’altra come ‘Brigata 48’, milizie o bande armate, se preferite, guidate da due fratelli della grande famiglia al-Dabashi della zona
“I re del traffico a Sabratha”, vendono definiti.
Bashir Ibrahim, portavoce della milizia al-Ammu, ha affermato che un mese fa le due forze hanno raggiunto un accordo “verbale” con il governo italiano e il governo di Serraj per combattere il traffico.
Ha detto che la milizia al-Ammu, composta da circa 400 a 500 combattenti, è affiliata al Ministero della Difesa di Serraj, mentre la Brigata 48 rientra nel ministero dell’Interno.
Da allora, le milizie hanno impedito alle imbarcazioni migranti di lasciare le rive intorno a Sabratha. In cambio, le milizie ricevono attrezzature, barche e stipendi, ha detto Ibrahim.
La milizia al-Ammu, ufficialmente chiamata Brigata del martire Anas al-Dabashi, è stata pagata dal 2015 per proteggere il complesso petrolifero Mellitah a ovest di Sabratha, sito congiunto tra Libia e l’italiana Eni. Come vedete, molti conti nazionali così tornano.
Più difficile la partita libica. Ibrahim, il portavoce degli ex banditi, ha definito la situazione come una ‘tregua’; tutto dipendente dal continuo flusso di soldi alla milizia. «Se il supporto alla brigata di al-Dabashi si ferma, non avrà la capacità di continuare a fare questo lavoro e il traffico tornerà ». Più chiaro di così!
Dalle parti di Roma, invece l’ipocrisia insiste. Il ministero degli Esteri italiano ha negato che Roma abbia fatto un accordo e ha detto che “il governo italiano non negozia con i trafficanti”. Tuttavia, osserva l’attenta collega del Washington Post, l’integrazione delle due milizie nelle forze di sicurezza di Sarraj permette all’Italia di far finta di lavorare con le forze del governo riconosciuto e non con milizie o trafficanti.
Testimoni di Sabratha, intervistati dall’AP, parlano invece di trattative dirette tra funzionari italiani e leader della milizia.
Inoltre, secondo la fonte di Middle East Eye, un informatore avrebbe fatto riferimento a una riunione a Sabratha tra i funzionari di intelligence italiani e i membri della milizia Anas Dabbashi.
Un’altra fonte in Sabratha, sempre secondo l’agenzia araba, avrebbe poi affermato che ogni negoziazione mirante a prevenire la partenza dei migranti dalla costa libica deve aver coinvolto la milizia Dabbashi, il cui leader, Ahmed Dabbashi — noto anche come al-Ammu -, in cambio di un suo aiuto nell’impedire ai migranti di lasciare il Paese avrebbe anche chiesto favori all’intelligence italiana per poter stabilire una propria sede nella zona. La milizia Dabbashi è stata per anni impegnata pesantemente nel traffico di esseri umani e nel traffico di carburanti nella zona.
Una vicenda del genere, supportata da varie testimonianze autorevoli, dovrebbe portare alle automatiche dimissioni del governo, in primis Gentiloni, Minniti e Alfano e a essere indagati dalla magistratura italiana per aver finanziato associazioni criminali coi soldi dei contribuenti italiani.
Ora si capisce perchè hanno voluto cacciare le Ong, scomodi testimoni dei loro loschi accordi con gli scafisti.
E ai cazzari finti destri italiani che volevano “cacciare gli scafisti” ora non resta che esultare perchè li paghiamo.
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