FURTO DI VERONA: L’INCOSCIENZA DELLO STATO CHE LASCIA QUASI INCUSTODITI I NOSTRI CAPOLAVORI
DANNO ECONOMICO ENORME: L’ULTIMO MANTEGNA ALL’ASTA PER 28,6 MILIONI DI DOLLARI
Che strano Paese il nostro.
Lascia pressochè incustoditi, per mancanza di fondi, capolavori d’arte esposti in pubbliche strutture. E nel contempo investe denaro per un apparato burocratico che complica la vita ai collezionisti e ai mercanti per bene.
Se avete in casa l’opera d’un maestro del Cinquecento sarete costretti a controlli, verifiche, pile di documenti e interminabili e faticosissime trafile. Lo Stato no.
Può permettersi di esporre decine di magnifici quadri, con l’ingresso a disposizione dei criminali.
La rapina al museo civico di Castelvecchio è la materializzazione dell’incoscienza d’uno Stato troppo impegnato a vessare i suoi cittadini anzichè difenderli.
Il riferimento non è al sindaco Flavio Tosi, ma riguarda tutti gli amministratori delle città italiane. Sempre occupati a disperdere soldi, prebende ed energie in mille iniziative anzichè dare la massima attenzione nel tutelare i tesori artistici delle nostre straordinarie città .
Alcune ipotesi investigative sostengono che le opere trafugate sarebbero entrate nel circuito di qualche eccentrico e banditesco miliardario dell’Est.
Fermo restando che restano invendibili a causa della loro notorietà , l’ipotesi più plausibile (e auspicabile) resta, a mio giudizio, quella d’una richiesta di riscatto.
Non credo possa esistere un matto disposto a custodirle in segreto per sempre e tramandarle clandestinamente ai suoi discendenti.
Con questo sorprendente furto, uno dei più eclatanti tra quelli avvenuti in Italia, è stata mutilata una parte del nostro patrimonio storico e artistico.
Per non parlare del danno economico. La stima di 10-15 milioni di euro, sul valore delle diciassette opere scomparse, è assai approssimativa.
Com’è possibile quantificare il prezzo della “Sacra Famiglia con una Santa” di Andrea Mantegna?
Negli ultimi trent’anni sul mercato delle aste l’unico quadro certamente attribuito a Mantegna, una piccola tempera su tavola “Discesa nel Limbo”, è stato aggiudicato da Sotheby’s nel gennaio del 2003 per 28,6 milioni di dollari.
Mentre il ritratto femminile detto “La Dama delle licnidi”, dipinto nel 1602 -e quindi giovanile- da Pieter Paul Rubens potrebbe valere anche diversi milioni di euro.
A cui si devono aggiungere i valori della superba “Madonna della quaglia” del 1420 di Antonio Pisano detto Pisanello, insieme alle opere del Caroto, Jacopo Bellini, Domenico e Jacopo Tintoretto e tutti gli altri.
Che danno può essere? Alto. Molto alto. Sia economico che morale.
Un furto incredibile, un episodio allarmante che obbliga ad intervenire.
La difesa del nostro patrimonio artistico coincide con la difesa della nostra civiltà . I nostri valori sono custoditi dalla nostra storia.
Paolo Manazza
(da “il Corriere della Sera”)
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