“GENERALE, STAI SERENO”: IL CACCIABOMBARDIERE ARRIVA, PAROLA DI PINOTTI
DOPO LA VISITA DI OBAMA A ROMA E LA RICHIESTA DI MAGGIORI INVESTIMENTI MILITARI IL MINISTRO DELLA DIFESA PINOTTI RASSICURA LE TRUPPE: “NON FAREMO MARCIA INDIETRO”
Tra Obama e Renzi sugli F 35 c’è un gigantesco gioco delle parti.
Quando il presidente americano alla conferenza stampa con il capo del governo italiano dice “niente tagli alla difesa” è evidente che si riferisce all’Italia.
Ma quelle parole non significano automaticamente “niente tagli ai cacciabombardieri della statunitense Lockheed Martin” che anche il nostro paese sta comprando. L’equivalenza non è così diretta, per tre ordini di motivi almeno.
Primo e più importante: Obama sa che non può chiedere ai partner, Italia compresa, di non tagliare gli F 35 quando lui stesso lo sta facendo.
Gli Stati Uniti hanno ridotto del 20 per cento circa l’impegno per i cacciabombardieri nel prossimo anno fiscale federale.
Mentre prevedono altre riduzioni per il prossimo quinquennio.
Secondo motivo: richiamare gli alleati ai livelli di spesa previsti dalla Nato è quasi un’ovvietà dal punto di vista del presidente americano, considerando il divario tra la spesa statunitense per l’alleanza (il 4 per cento circa del Pil) e quella degli europei, Italia in particolare (meno dell’1 per cento).
Questo richiamo appare ancor più scontato considerando gli scenari da Guerra fredda ai confini dell’Europa con i militari russi ammassati alle frontiere ucraine.
Terzo motivo: ritenere che Obama si faccia piazzista della Lockheed Martin è forse eccessivo . Prima di tutto non è Bush e poi la lobby bellica non è in prima fila tra i suoi grandi elettori.
È evidente, però, che gli Stati Uniti, e quindi Obama, abbiano tutto l’interesse che l’Italia al pari degli altri 9 partner del gigantesco e costosissimo programma degli F 35 non si sfili del tutto.
Perchè se lo facesse sarebbe un bel guaio dal punto di vista del tornaconto americano. Una volta accertato che l’elaborazione e la produzione dell’avveniristico cacciabombardiere comportava costi che neanche loro statunitensi erano in grado di affrontare da soli, hanno fatto di tutto per coinvolgere una serie di paesi alleati in modo da diluire la spesa e impegnare meno risorse.
E sarebbe del tutto illogico se oggi facessero marcia indietro riguardo a questa impostazione ed è probabile Obama lo abbia fatto presente a Renzi.
A questa pressante esigenza americana il governo italiano, il Pd e Renzi del resto non avevano e non hanno l’intenzione, la forza e il coraggio di sottrarsi .
Esponendosi così alle inevitabili critiche di chi a sinistra è del tutto contrario all’acquisto dei cacciabombardieri considerandoli inutili, costosi e difettosi.
E di Beppe Grillo e del Movimento cinque stelle che rimproverano a Renzi di essersi messo sull’attenti agli ordini del presidente americano.
L’obiettivo di Renzi appare sia quello di non scontentare il potente alleato americano sia di scongiurare rovinose spaccature all’interno del suo partito salvando capra e cavoli: non rinnegando per intero l’acquisto dei cacciabombardieri, forse anche in omaggio agli impegni assunti a suo tempo con gli Stati Uniti dai governi precedenti, a cominciare da quelli di centrosinistra della fine anni Novanta di cui fu esponente l’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il politico che più di altri nel suo partito aveva buoni rapporti con la Casa Bianca.
Ma riservandosi uno spazietto di manovra per operare qualche taglio, se non proprio incisivo almeno di bandiera, di immagine.
Anche l’ambiguissima dichiarazione della ministra Roberta Pinotti alla festa dell’Aeronautica può essere interpretata come una specie di “non aderire del tutto e non sabotare completamente”.
Ai generali Pinotti ha raccomandato di “stare sereni” perchè “l’Italia non può fare marcia indietro”.
Senza specificare su che cosa non indietreggerà : nell’impegno militare o proprio sugli F 35?
A visita di Obama conclusa e a riprova delle tensioni e della confusione nel Pd, il gruppo della Camera ha confermato che approverà il “libro bianco” preparato dal responsabile in commissione, Gian Piero Scanu, che prevede meno F 35 rispetto ai 90 che avrebbe voluto l’ex ministro Mario Mauro e più Eurofighter, il caccia europeo alla cui costruzione partecipa anche l’Italia.
Daniele Martini
Leave a Reply