GENOVA, NON E’ FINITA: CORTEO FINO ALLA QUESTURA PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI DUE FERMATI, IL QUESTORE INVECE DI CHIEDERE IL TRASFERIMENTO VA IN OSPEDALE A TROVARE IL GIORNALISTA FERITO
DA’ UNA RICOSTRUZIONE DI PARTE AL FERIMENTO DEL CRONISTA, PICCHIATO ANCHE QUANDO ERA A TERRA COME DIMOSTRATO DAI VIDEO… UNA SERIE DI ERRORI INAMMISSIBILI CHE CONTRIBUISCONO SOLO AD ALIMENTARE LA TENSIONE.. OCCORRE PIU’ CERVELLO E MENO MANGANELLO
Alle 21,30 Genova è ancora in tensione dopo una giornata di scontri: un corteo di protesta sta dirigendosi verso la Questura per chiedere la liberazione di due fermati durante gli scontri tra antifascisti e forze dell’ordine al grido di “liberi, liberi”.
«Faremo un presidio pacifico finchè non li libereranno», è la decisione degli antagonisti dopo il faccia a faccia con la Digos. Via Brigate Partigiane è chiusa al traffico.
Dalle persone presenti al corteo arrivato davanti alla questura sono stati mostrati e buttati a terra un centinaio di lacrimogeni sparati dalla polizia durante gli sconti del pomeriggio.
Il Questore va in ospedale a visitare il giornalista Origone: “Gli ho chiesto scusa a nome della Polizia”
«Con Origone (il giornalista di Repubblica rimasto ferito – ndr) ho chiarito la dinamica. E’ stata un’operazione convulsa. Mi sono scusato con lui», ha aggiunto Ciarambino.
Poi una versione che non corrisponde alla realtà mostrata dai video: «Origone era vicino a una persona fermata che stavamo portando via, c’è stato un tentativo da parte dei manifestanti di sottrarlo alla polizia ed è partita una carica, Origone non si è accorto in tempo della carica, è caduto e ha preso qualche colpo» (frattura delle dita e ematoma al torace)
Il comunicato della redazione di Repubblica
Il Cdr di Repubblica condanna fermamente il violento pestaggio da parte della polizia di cui è stato vittima il collega della redazione di Genova Stefano Origone, e pretende che il capo della Polizia e il ministro dell’Interno facciano piena luce sull’accaduto individuando e sanzionando i responsabili di un’azione inaccettabile in un Paese democratico. Stefano non è stato vittima di un colpo sfuggito per sbaglio, è stato preso deliberatamente e ripetutamente a manganellate mentre stava svolgendo il suo lavoro di cronista al seguito della manifestazione degli antagonisti. Ed è stato soccorso solo grazie all’intervento di un ispettore della Questura, che lo conosceva personalmente.
Tutti i giornalisti di Repubblica abbracciano Stefano augurandogli di riprendersi nel più breve tempo possibile, e confidano di riaverlo al loro fianco per continuare a svolgere il compito di informare i lettori.
Le valutazioni del Questore
Giusto quando il questore dice che “non si vietano comizi in campagna elettorale», basta avere l’intelligenza di imporre di farli altrove, non in centro città .
O “per motivi di ordine pubblico” imporre un luogo chiuso, requisendo anche una sala pubblica: per 30 persone presenti ha avuto forse senso creare un “fortino” in centro città che se fosse stato attaccato con molotov ci scappavano decine di morti anche tra le forze dell’ordine?
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