GIORGIA SI SENTE ACCERCHIATA: I POTERI FORTI LA STANNO MOLLANDO E LEI ORAMAI VEDE IN TUTTO CIO’ CHE ACCADE UN ATTACCO A LEI
MELONI TEME CHE IL SUO GOVERNO SIA SOTTO ATTACCO E REAGISCE FACENDO SCUDO AI SUOI, ANCHE QUANDO SBAGLIANO
Resistere. Farsi bastare le pubbliche scuse di Marcello De Angelis e deludere le attese della sinistra, che da giorni invoca le dimissioni del responsabile Comunicazione della Regione Lazio.
Giorgia Meloni si sente accerchiata, teme che il suo governo sia sotto attacco e reagisce facendo scudo ai suoi, anche quando sbagliano. Preoccupata, durissima con gli avversari politici e convinta che Crosetto abbia visto giusto quando ha denunciato il «mondo grigio», il «porto delle nebbie» che starebbe provando in ogni modo ad affondare il primo governo di destra della Repubblica.
Davanti ai ministri Meloni ha fatto riferimento alle bufere mediatiche e ai casi che hanno coinvolto esponenti del governo e della sua famiglia, la sorella Arianna, il cognato Lollobrigida, Daniela Santanchè. Quindi ha evocato De Angelis e ha respinto la «crociata della sinistra», che a suo giudizio punta a colpire l’esecutivo e il suo capo.
E così, se sulle prime Giorgia Meloni si era infuriata, aveva discusso animatamente con Rocca e gli aveva suggerito di accompagnare De Angelis alla porta per mettere fine all’imbarazzo, col passar delle ore e col montar degli attacchi la leader della destra ha frenato e così han fatto dietro le quinte tutti i Fratelli d’Italia
A quanto raccontano, la premier ha trovato «insopportabile la strumentalizzazione messa in scena dai partiti di opposizione». Non vuole mostrare debolezze, né scoprire il fianco. Non accetta che a «dettare» le sue scelte siano Schlein, Bersani o gli altri leader della sinistra che la accusano di voler riscrivere la storia. E non sopporta che i suoi oppositori dipingano De Angelis, fratello del suo ex fidanzato Renato, «come un criminale» per aver espresso le sue opinioni.
Per quanto a Meloni siano cadute le braccia («Ci mancava anche questa, poteva starsi zitto») e l’ordine di scuderia di via della Scrofa sia che «le sentenze si rispettano», nessuno meglio di lei sa che a destra sono in tanti a pensare quel che il giornalista e politico vicinissimo a Rocca ha scritto nero su bianco e rivendicato con forza.
I dubbi sulla sentenza definitiva hanno radici anche dentro FdI e la stessa premier il 2 scorso ha parlato della necessità di desecretare gli atti per «giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l’Italia nel Dopoguerra».
(da La Repubblica)
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