GLI STUPRATORI DI GUIDONIA NON ERANO INCENSURATI, AVEVANO PRECEDENTI IN ROMANIA
MENTRE IL GIUDICE NE MANDA DUE AGLI ARRESTI DOMICILIARE DOPO SOLI TRE GIORNI, UN GIORNALE ROMENO SMENTISCE LA TESI CHE FOSSERO INCENSURATI…TRE DEI QUATTRO STUPRATORI ERANO CONOSCIUTI COME VIOLENTI, CON PRECEDENTI PER FURTO, EPPURE SONO ENTRATI TRANQUILLAMENTE IN ITALIA…E ORA ACCUSANO DI ESSERE STATI PICCHIATI DAI CARABINIERI IN CASERMA
Appena arrestati, a seguito delle brillanti indagini ad opera dei carabinieri, i sei romeni accusati dello stupro selvaggio di Guidonia ( quattro per aver commesso la violenza e due per aver fornito copertura logistica ai ricercati), i media nazionali avevano evidenziato che fossero arrivati da poco in Italia e che si trattava di incensurati.
Nessuno nei giorni successivi ha mai smentito questa notizia, preferendo, pur di fronte allo sdegno che saliva dal popolo italiano per l’ennesima violenza di cui si macchiava un immigrato romeno in Italia, far apparire gli accusati come dei “poveri emarginati”, giunti nel nostro Paese alla ricerca di un lavoro onesto.
Premettiamo che ci sono in Italia tanti romeni che lavorano onestamente. Ma non era questo il caso: si è lasciato attraversare la frontiera a dei delinquenti, questa è la verità celata.
Lo rivela un giornale romeno, il quotidiano “Evenimentul Zilei” che, dopo aver dato atto alle autorità italiane di aver cercato di calmare la situazione, lanciando appelli alla popolazione di Guidonia perchè evitino di farsi giustizia da soli, si è preso la briga semplicemente di contattare la polizia romena.
Le forze dell’ordine di Bucarest hanno confermato che tre dei quattro stupratori era personaggi ben noti alla polizia, conosciuti per attività criminali, violenti e con precedenti penali. Altro che incensurati…Già il giorno di Pasqua del 2004 i fratelli Trinca entrarono ubriachi in una chiesa e insultarono i fedeli, facendo poi i propri bisogni sulle tombe del vicino cimitero. Lucian Trinca era dedito ai furti e doveva rispondere processualmente di un furto di cavalli.
Non è un caso, cita il giornale romeno, che uno degli accusati avrebbe detto di aver scelto la ventunenne vittima dello stupro in quanto il portabagaglio dell’auto era più ampio e avrebbero potuto chiuderci dentro il fidanzato. Come se non si trattasse della prima volta che agivano in tal senso e dimostrando una precisa strategia delittuosa.
E non è un caso che nella zona altre coppie avessero denunciato rapine e aggressione.
Un altro giornale romeno, il quotidiano “Adevarul” citando anche un altro caso, nel piacentino, di stupro per opera di connazionali, evidenzia il clima pesante che si è ormai creato in Italia nei confronti dei romeni, divenuti bersagli di attacchi violenti, con attentati a negozi gestiti dai loro connazionali.
Ora se è vero che è prevista la libera circolazione dei romeni in Italia per la stupidità dei nostri governanti che non hanno fatto valere la moratoria prevista per posticipare di qualche anno la “calata” di 650.000 romeni in Italia, ci chiediamo quanto sarebbe costata per lo meno interdirla a chi ha precedenti penali.
Perchè un conto è permettere di entrare nel nostro Paese a una persona perlomeno onesta fino a quel momento, un altro a chi è già noto nel paese di origine come un delinquente con processi a carico. Una volta vi era, infatti, chi era “respinto” alla frontiera in quanto “indesiderato”, basti ricordare molti italoamericani in odore di mafia.
A rasserenare il clima ci ha poi pensato il giudice che ha scarcerato dopo appena tre giorni due dei sei romeni accusati dello stupro, concedendo loro gli arresti domiciliari presso amici al nord. Ora questi, protetti e trasferiti di nascosto, si potranno godere il clima familiare presso connazionali, mentre la vittima dello stupro e il fidanzato sono assistiti costantemente da uno psicologo e sono ancora sotto choc.
E’ una giusta interpretazione della legge questa? Opinabile anche questa teoria del “non si poteva fare diversamente, perchè i due in questione sono incensurati in Italia e hanno avuto solo il ruolo di complici, fornendo alloggio e protezione agli autori del reato”.
E allora perchè i carabinieri li hanno arrestati mentre stavano tutti per partire e tornare in Romania in Bmw, onde sottrarsi alla cattura?
Eh no, caro giudice, non ci venga a raccontare che non esiste il “pericolo di fuga” in questo caso, esiste eccome, se questi spariscono, addio processo per loro, altro che palle.
Non a caso un marocchino che aveva commesso uno stupro a Rovigo e anche lui assegnato agli arresti domiciliari dal solito magistrato garantista sapere che fine ha fatto?
Appunto non lo sapete voi e non lo sa più neppure la giustizia italiana. Ha portato via le palle, alla faccia del nostro ordinamento giuridico.
Infine i radicali e l’associazione “Nessuno Tocchi Caino” hanno visitato in carcere i quattro violentatori che accusano ora i carabinieri di Guidonia di averli pestati a più riprese nelle celle di sicurezza con schiaffi, pugni e calci, causando loro occhi neri e contusioni alle gambe.
Versione smentita in caserma dove si parla di resistenza dei romeni al momento dell’arresto. Tuttavia nel dubbio, semmai la prossima volta i carabinieri, per non vedersi poi accusare di violenza, potrebbero lasciarli liberi sull’uscio della caserma. Mentre la gente di Guidonia li aspettava. Siamo certi che avrebbero apprezzato l’accoglienza, così come quella degli altri detenuti del carcere in cui si trovano.
Secondo i legali ora sarebbero “terrorizzati” in cella, peccato non abbiano avuto pietà delle urla di terrore e delle lacrime di una ragazza di 21 anni.
Se fossero italiani per noi non cambierebbe una virgola, non siamo per il perdono e abbiamo troppo rispetto per gli animali per chiamarli “bestie”. Certi soggetti non dovrebbero essere più liberi di circolare, tutto qua.
E uno Stato avrebbe il dovere di tutelare i propri cittadini, non di far entrare in Italia delle persone con precedenti penali come se nulla fosse.
La gente si è rotta i coglioni, ma qualcuno fa finta di non accorgersene
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