GREEN PASS, GIORGETTI DICE “SI'”, SALVINI DICE “MA”
IL CAPITONE COSTRETTO A CAPITOLARE, ORA SI ATTACCA AI TAMPONI GRATIS (COSI’ LI PAGANO QUELLI CHE HANNO IL CERVELLO A POSTO)
Lo scontro più duro è sulla gratuità dei tamponi. Matteo Salvini, in un insolito asse con i sindacati, non riesce a spuntarla e deve abbandonare il proposito di dare ai lavoratori la possibilità di fare il test Covid senza spendere soldi.
Mario Draghi e la maggior parte dei ministri infatti sono convinti che azzerare il costo potrebbe annullare l’incentivo alla vaccinazione costituito dal Green pass.
Ed è per questo che il leader Lega si trova di nuovo isolato rispetto al suo partito e al resto della maggioranza con di fronte un decreto che a lui non piace affatto e che allargherà l’obbligo del certificato verde anche ai lavoratori privati. Decreto che il Capitano proverà a modificare almeno per quanto riguarda la parte dei tamponi a pagamento.
Il ragionamento che invece ha portato avanti in questi giorni Giancarlo Giorgetti, e che è stato sposato dai governatori e di cui è promotore lo stesso Mario Draghi, è totalmente diverso.
Per il ministro dello Sviluppo economico “l’esigenza delle aziende è di avere la sicurezza per chi opera nei reparti. Soltanto un contagiato, al netto delle conseguenze sanitarie rischia di far chiudere tutta l’azienda. Dobbiamo dare un sistema di certezze, sia sotto il profilo sanitario che sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro”.
Parla quindi di quei luoghi in cui, pur non essendoci un contatto con il pubblico, esistono le catene produttive e, se ci dovesse essere un contagio in un settore con relative quarantene, l’intera catena si bloccherebbe. Anche i governatori si sono fatti carico di questa esigenza e l’allarme arriva proprio dal Nord, quindi da dove ci sono le fabbriche.
È sufficiente ascoltare le parole del presidente della Lombardia Attilio Fontana per capire l’aria che tira nella Lega.
Il Green pass è uno “strumento di libertà” perché consente di fare cose che “prima non si potevano fare”, come ad esempio andare allo stadio, e di “superare” eventuali nuove restrizioni”. Riguardo ai lavoratori del settore privato dice che “se dovessero essere previste ulteriori restrizioni, col Green pass si potranno superare”.
Restano agli atti invece i dubbi di Matteo Salvini, ma difficilmente la Lega, che continua a chiedere la gratuità dei tamponi, si smarcherà. Non sembra infatti scegliere una linea di rottura. Al Senato vota la fiducia al primo decreto Green pass. Alla Camera vota contro, invece, un parere sul secondo dl Green pass, che riguarda scuole e trasporti, in commissione Cultura.
Ma non sembra un avviso di strappo: proverà a far passare emendamenti, fortemente voluti soprattutto dai deputati che contro il Pass sono anche scesi in piazza. Più test salivari e tamponi gratis per tutti, sono alcune delle richieste dei salviniani. Ma i governisti non intendono fare le barricate.
(da agenzie)
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