GRILLO ADDIO, NELLA SUA GENOVA TRE CONSIGLIERI COMUNALI SU CINQUE ABBANDONANO IL M5S: “NON SIAMO CAMBIATI NOI, E’ CAMBIATO IL MOVIMENTO”
IL LEADER STORICO PUTTI: “NOI ABBIAMO ANCORA QUEI SOGNI E QUELLE SPERANZE, NON SIAMO NOI A USCIRE, E’ IL M5S CHE E’ USCITO DAL TRACCIATO”
Paolo Putti, Mauro Muscarà , Emanuela Burlando lasciano il Movimento 5 Stelle e danno vita alla nuova realtà indipendente “Effetto Genova”.
Più che dimezzato il gruppo consiliare pentastellato del comune di Genova, in cui restano solamente Andrea Boccaccio e Stefano De Pietro.
“Non siamo cambiati noi, abbiamo ancora quei sogni, quelle speranze e quella voglia che qualcuno li porti avanti nelle istituzioni, è il movimento ad essere cambiato”, spiegano i tre in una nota.
“Si può dire che non siamo noi ad uscire dal Movimento, ma è il Movimento che è uscito dal tracciato di quel volo che avevamo iniziato e che quindi ci costringe a prenderne le distanze. Formeremo un altro gruppo, temporaneamente, che si chiamerà Effetto Genova, per salvaguardare i diritti e il benessere dei genovesi tutti e per rivendicare il buon lavoro fatto sul territorio, giorno per giorno (alcuni nostri compagni, diversamente, hanno preferito altre vie), scegliendo anche posizioni scomode, ma sempre coerenti con il programma del Movimento, scritto insieme ai nostri compagni di viaggio e sposato a tutto tondo, senza sconti o senza assecondare le platee per cercare con opportunismo il consenso”.
Il nome ricalca quello creato dai transfughi grillini di Parma, che a novembre hanno dato vita a un loro gruppo consiliare.
I tre, tra i motivi di insofferenza, citano le nuove indicazioni date agli eletti e che secondo loro contrasterebbero con l’articolo 21 della costituzione, il quale tutela la libertà di espressione, “senza dover chiedere il consenso ad un esperto di comunicazione o ad un capo politico”.
Ma questa è, forse, l’ultima goccia. “Da ormai due anni viviamo” l’appartenenza al movimento “come un fardello enorme da portare, abbiamo provato a chiedere di riprendere il volo che avevamo iniziato, ma nulla ci è stato risposto, se non un vago e perentorio ‘il movimento è cambiato, se non ve la sentite ci sono tante altre cose da fare nella vità “.
Dopodichè “avremmo potuto accettare in silenzio, ma eravamo e rimaniamo convinti che la critica costruttiva sia l’unica possibilità di crescita possibile. Avremmo potuto difendere, senza farci domande, la posizione del ‘partito’ e dello ‘staff’ e scegliere di solleticare la pancia della città , a discapito della consapevolezza dei nostri concittadini, ma noi non siamo nè abbiamo mai voluto essere questo”.
(da “La Repubblica”)
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