I MORALIZZATORI: EX SINDACO LEGHISTA SFRUTTAVA PROSTITUTE ROMENE NEL TREVIGIANO
DALLA GESTIONE DELLA COSA PUBBLICA ALLA GESTIONE DI UNA CASA DI APPUNTAMENTO: CESARE BIASIN LE IMMIGRATE NON LE CACCIAVA, MA LE SFRUTTAVA…SI FACEVA CONSEGNARE 2.400 EURO AL MESE E PROCURAVA LORO ANCHE CLIENTI…A PONTIDA UNA MEDAGLIA AI PAPPONI PADANI?
Cesare Biasin è ora accusato di sfruttamento.
Secondo gli inquirenti, il politico leghista gestiva due lucciole rumene in via Dell’Olmo e intascava 600 euro a settimana.
Pubblicizzava le loro prestazioni su riviste e sui siti specializzati.
Ex sindaco, ex imprenditore. Tra tanti «ex» ruoli, uno nuovo: sfruttatore di prostitute.
Cesare Biasin, ex sindaco leghista (e attuale consigliere comunale) di Silea, deve far fronte ad accuse pesantissime: favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Secondo gli investigatori, Biasin “gestiva” un appartamento a Treviso, in zona Stiore, abitato da due prostitute.
«Gestiva» nel senso che l’appartamento non è suo.
Lui si era ritagliato un altro ruolo, molto più remunerativo: trovava una sistemazione alle prostitute, quattro mura dentro le quali poter lavorare tranquillamente.
Non solo: Biasin pubblicizzava le loro prestazioni su riviste e sui siti specializzati.
In cambio si intascava trecento euro a settimana per ciascuna ragazza.
Sono due, al momento, quelle trovate all’interno dell’appartamento di via Dell’Olmo, in zona Stiore: romene, di 34 e 32 anni.
Ma il giro, secondo gli investigatori, potrebbe essere più ampio.
Quella palazzina di via Dell’Olmo era diventata un vero crocevia per i viandanti del sesso a pagamento.
Non c’era solo l’appartamento che ha messo Biasin nei guai: altre due porte nascondevano prestazioni a luci rosse. In uno, di proprietà di una moglianese e sub-affittato da una padovana (denunciata, quest’ultima, per favoreggiamento), si prostituiva una ecuadoregna di quarant’anni.
In un terzo appartamento, invece, “lavorava” una giovane romena, però in questo caso del tutto imprenditrice di se stessa: il contratto d’affitto è regolarmente intestato a lei.
Sull’ appartamento all’interno numero 22 ora ci sono i sigilli della polizia.
E’ quello che Biasin aveva messo a disposizione delle due romene.
L’ ex sindaco leghista di Silea lo aveva intestato a una sua conoscente, ma ci sarebbero utenze (bollette) e movimenti bancari che dimostrano il suo ruolo attivo.
Gli uomini della questura, allertati dalle segnalazioni di alcuni residenti, hanno passato al setaccio quella palazzina, ricostruendo i legami tra prostitute e sfruttatori.
Il proprietario dell’appartamento in cui sono state trovate le due romene è un pensionato: su di lui sono in corso accertamenti fiscali, perchè l’affitto che riceveva era in gran parte in nero. Su di lui non pendono accuse di favoreggiamento: non sapeva ciò che succedeva tra quelle mura.
Biasin da moralizzatore severo ha pensato bene di passare al più remunerativo ruolo di pappone in camicia verde, da accusatore delle immigrate a sfruttatore padano, da controllore degli appartamenti occupati da stranieri a “controllato” a sua volta dai carabinieri.
In attesa che Biasin venga citato a Pontida come buon esempio di amministrazione leghista, in futuro potrebbe sempre essere riabilitato e riciclato magari come selezionatore di miss Padagna del magna magna ( in questo caso Padagna del magnaccia magnaccia). Di fronte allo scandalo, il partito ora ha emesso sentenza di espulsione: peccato non lo avesse cacciato qualche tempo fa, quando era stato costretto a dimettersi da sindaco, travolto da un altro scandalo. Aveva assegnato una concessione alla moglie di un suo assessore senza averne titolo. In quel caso però nessun provvedimento disciplinare da parte della Lega “moralizzatrice”.
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