I PRECARI SONO SENZA TUTELE, ELEMOSINA A PARTE
SONO ESATTI I NUMERI DI DRAGHI, ALTRO CHE SOSTENERE CHE IL GOVERNO HA PENSATO A TUTTI … 1,6 MILIONI DI LAVORATORI IN CASO DI PERDITA DEL LAVORO RIMARREBBERO SENZA SOSTEGNO… L’AIUTO VALE SOLO IL 20% DEL REDDITO DI UN PRECARIO PER IL 2009 E IL 10% PER IL 2010….UNA ELEMOSINA DI 200 EURO AL MESE, SE VA BENE, E NEANCHE A TUTTI
Poi ci si chiede perchè il Pdl perde voti, quasi che segnalare contraddizioni ed errori sia un delitto di lesa maestà .
Molti ricorderanno un paio di giorni prima delle elezioni, le critiche della Banca d’Italia al governo, in occasione della relazione generale di Draghi in merito all’aiuto a determinate fasce di lavoratori. Il premier aveva risposto che i numeri di Draghi erano sbagliati: ”Non è vero che 1,6 milioni di lavoratori del nostro Paese rimarrebbero senza sostegno economico nel caso di perdita del lavoro -. aveva risposto Berlusconi – Il governo avrebbe pensato a tutti”.
Purtroppo le cose non stanno così e ha invece ragione Draghi, ma con quella affermazione il premier ha fatto irritare centinaia di migliaia di famiglie.
Sostenendo che il governo ha garantito una copertura universale in caso di disoccupazione, il premier fa riferimento alla legge 33 del 2009 che ha introdotto un’indennità una tantum, valevole solo per quest’anno e per il 2010, a favore dei collaboratori a progetto.
Il sostegno vale il 20% del reddito percepito nel 2008 e non può in ogni caso superare i 2.760 euro l’anno, ovvero poco più di 200 euro al mese.
La copertura scenderà al 10% nel 2010 ( max 100 euro al mese).
Il sussidio è di importo estremamente contenuto, assai inferiore alla cassa integrazione o all’indennità di disoccupazione.
Difficile definirlo una copertura contro il rischio di disoccupazione.
Non solo: per ottenerlo occorre rispettare una lunga serie di condizioni, ad es. che il collaboratore abbia prestato la propria attività per un solo committente e che abbia versato in un anno almeno tre mesi di contributi.
E’ probabile che solo una minima parte dei parasubordinati che perderanno il lavoro riusciranno ad ottenerlo, per quanto insufficiente.
Ma non sono solo i collaboratori a progetto a rimanere scoperti.
L’indennità di disoccupazione, ad es., spetta solo a chi è assicurato presso l’Inps da almeno due anni. Restano quindi fuori i giovani e chi ha lavorato in nero fino a poco tempo fa.
Un sistema pieno di buchi che alla fine penalizza i più deboli.
Inoltre tutti gli ammortizzatori hanno una durata limitata, tanto che per molti la Cig sta per scadere. In Paesi più civili esiste un sussidio di ultima istanza per contrastare le situazioni di povertà , da noi invece manca. Anche questo peserà sulle condizioni delle famiglie.
E’ proprio il sistema italiano degli ammortizzatori sociali ad essere confuso e pieno di casi particolari.
Il processo di flessibilizzazione del mercato del lavoro di questi ultimi anni avrebbe dovuto essere accompagnato da una estensione delle tutele, proprio per rendere la flessibilità più accettabile. Invece continuiamo a spendere in ammortizzatori sociali una quota di Pil inferiore della metà alla media europea.
E anche le maggiori risorse stanziate per quest’anno sono temporanee e avvengono senza alcuna riforma strutturale del sistema. Evidentemente a qualcuno va bene così…
Ma non si sostenga poi che Draghi non dica la verità .
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