UN CENTRODESTRA SERIO NON VIVE DI SPOT
EMERGONO LE CONTRADDIZIONI DI UNA COALIZIONE SENZA CULTURA POLITICA DI RIFERIMENTO … SI RINCORRONO I PICCOLI EGOISMI SENZA UNA VISIONE DEL MONDO IDEALE E SOCIALE… SPESSO UNA CLASSE DIRIGENTE CHE PENSA SOLO A SPARTIRSI I POSTI E UNA POLITICA REAZIONARIA SUCCUBE DELLA LEGA.… O SI SVOLTA O TRA UN ANNO ANDRA’ ANCHE PEGGIO
Per la coerenza con cui abbiamo portato avanti una linea critica verso l’attuale governo di centrodestra, pensiamo di avere titolo a esprimere un pensiero compiuto sull’impasse elettorale che molti “eterni illusi” non prevedevano.
Partiamo con un piccolo esempio significativo, minimale solo in apparenza: guardate i risultati della Maddalena, l’isola dove si sarebbe dovuto tenere il G8 prima della bella pensata di trasferirsi armi e bagagli all’Aquila. Il centrodestra ha perso oltre il 10% di consensi, rispetto alla media del sassarese.
Penserete: va beh, ci saranno rimasti male gli abitanti, ma avremo fatto il pieno all’Aquila.
Ora esaminate il numero di votanti nel capoluogo abruzzese: ha votato solo 1 elettore su 4, pur essendo i seggi all’interno delle tendopoli o avendo il pulmino gratis per andare a votare anche chi è ospite sulla costa.
Risulta anche che molti non abbiamo votato per protesta contro il decreto per la ricostruzione, a Sulmona in 1.000 hanno restituito la scheda elettorale. Siamo riusciti a scontentare i sardi e pure gli aquilani.
Eppure la Tv continua a propinarci immagini bucoliche su “come sono felici” i terremotati. Evidentemente non è così.
A proposito, qualcuno di voi ha forse visto qualche servizio sui media che esprima perplessità su un fatto singolare, relativo all’appalto delle piattaforme per la costruzione delle casette prefabbricate? Ovvero che l’appalto l’ ha vinto una ditta veneta a scapito di una abruzzese che pur aveva fatto un’offerta inferiore? Potete leggere un nostro articolo qua, ma altrove tanti tacciono.
L’esempio Maddalena/L’Aquila sta a indicare una politica schizoide, dove il primo che si alza il mattino decide la linea politica del giorno, come fosse un menù.
Nel Centrodestra non c’è dibattito interno, come d’altronde non c’è mai stato in Forza Italia e in An. Il Pdl è un contenitore senza anima, con un vertice, un insieme di dirigenti che si prostrano per la preghiera alla Mecca, senza una base di militanti.
Anche perchè per far crescere una militanza ci vogliono idee forti, ideali, sogni, utopie da inseguire. Il dibattito preelettorale in Liguria nel Pdl, tanto per fare un altro esempio, è stato caratterizzato dal fatto che l’unica candidata ligure, la docente universitaria Susy De Martini, si è vista la segreteria regionale del Pdl appoggiare spudoratamente una candidata lombarda, diciamo una delle tre fanciulle “raccomandate” dal premier. Che bella immagine è stata data all’elettore ligure…
Questo per indicare una seconda mancanza: quella di un comportamento “limpido” e coerente, senza capibastone e capicaseggiato che viene subito percepito dall’elettore del Centrodestra.
La mancanza di una cultura politica, di una visione ideale, il raffazzonare la presenza sul territorio a seconda degli interessi di questo o quel ras locale, alla lunga si paga.
Quanto poi al vertice, chi fa politica?
Se si esclude Fini che non a caso spesso bacchetta il governo, si vive delle “intuizioni” del premier (si fa per dire) e dei diktat quotidiani della Lega. Proprio l’inseguire la Lega sul suo terreno, invece che inchiodarla ai suoi insuccessi per cambiare rotta a una politica fallimentare, alla fine determina una semplice considerazione nel cittadino.
Se la politica del Pdl è la stessa della Lega, tanto vale che uno voti l’originale e non la copia.
Ma la Lega a sua volta non ha in realtà preso un voto in più, si è semplicemente presentata anche al Centro sud ( dove alla Politiche era assente) e ha ravattato un 2%, spacciandolo per clamoroso successo. Ha fallito i sorpassi al Pdl in Veneto e in Lombardia che erano dati per scontati dalla macchietta Calderoli, gran maestro di quella enorme palla che sarà il federalismo fiscale quando tra 10 anni verrà applicato portando solo a un aumento dei tributi locali.
Un governo, nel suo complesso, che cavalca la “paura immigrazione” dei cittadini, ma si è inimicata persino le forze dell’ordine, che mette mano alla scuola e perde i voti degli insegnanti, che generalizza i fannulloni nella pubblica amministrazione e perde consensi anche lì, che regala Alitalia ai poteri forti per ingraziarseli, che garantisce le banche, ma non le piccole aziende che si vedono tagliare il credito, e potremmo continuare a lungo…
Per il ceto medio, sempre più vicino alla povertà , una social card e un bonus di cui ha usufruito solo un terzo degli aventi diritto, tanto era incasinato ottenerli.
Quanto a provvedimenti anti-Casta, il nulla, i ministri continuano a rimanere anche parlamentari, per non parlare delle brutte figure su comportamenti etici (vedi voli di Stato e gestione del caso Noemi).
E’ questo il Centrodestra che volevamo?
Per ora è andata ancora bene, alle regionali dell’anno prossimo, quando ancora più elettori apriranno gli occhi, saranno bastonate e non sfuggirà neanche la Lega: si può vendere merce avariata sui banchi del mercato, ma prima o poi il consumatore se ne accorge e si rivolge altrove.
Vale la pena perdere un’occasione storica per il nostro Paese , considerato lo stato in cui trova la sinistra?
O non è il caso di raddrizzare la barra del timone e dirigersi verso il perseguimento di una politica sociale della solidarietà in un momento di crisi così grave, di smetterla con atteggiamenti arroganti e con le palle mediatiche?
Un po’ di umiltà e di cuore, di passione e di disinteresse, e si potrebbe risalire la china ancora.
Coi voti reazionari, razzisti e forcaioli il Centrodestra non vincerà mai le elezioni.
L’Italia non si governa come un Centro di identificazione ed espulsione, ma con il ritorno alla”politica”, al dibattito, all’intelligenza, alla solidarietà , alla tutela del lavoro, alla difesa dei valori e al rispetto di tutti.
Solo il confronto fa crescere.
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