I VOLTAGABBANA DEL M5S SUL TETTO AL CONTANTE
PRIMA BISOGNAVA RIDURLO A 1000 EURO PER PUNIRE “GLI EVASORI E CHI RICICLA DENARO SPORCO”, ORA ALZANO BARRICATE
Nell’assalto alla manovra lanciato dal Movimento 5 Stelle subito dopo la sua approvazione salvo intese in Cdm, c’è una recriminazione che viene avanzata ma mai pubblicamente, anzi solo sussurrata attraverso retroscena, rumors e indiscrezioni: quella sul tetto al contante.
Il premier Giuseppe Conte vorrebbe abbassare la soglia a mille euro dai tremila a cui l’aveva portata il Governo Renzi, i grillini (e ovviamente quest’ultimo) vorrebbero lasciarla invece così com’è.
Da giorni si parla di scontro tra i grillini e il presidente del Consiglio, voci che il vice ministro dello Sviluppo Economico Stefano Buffagni ha provato a spegnere, senza molta convinzione: “Nessuno scontro, la guerra al contante va fatta”, ha detto, “ma creando condizioni alternative. Non voglio che si facciamo le cose per fare un favore alle banche”.
Alla fine, com’è noto, è stato trovato un compromesso che prevede la riduzione a duemila euro per due anni e mille euro dal terzo anno. “Nell’ottica del contrasto all’evasione, d’altro canto, non ci sono stime che consentano di valutare l’efficacia della riduzione dell’utilizzo del contante”, ha detto qualche giorno fa il sottosegretario M5S al Ministero dell’Economia Alessio Villarosa. Per il presidente della Camera Roberto Fico, “la soglia attuale può essere abbassata ma non penso che si tratti di una priorità ”, ha detto martedì scorso a Carta Bianca.
Parole che mal si accordano con le barricate alzate nelle riunioni di maggioranza sul decreto fiscale dai 5 Stelle, affiancati da Italia Viva, contro il premier Conte e il titolare del Mef Roberto Gualtieri.
Un muro contro muro che ha ritardato l’arrivo dei decreto fiscale sul tavolo del Consiglio dei ministri prolungatosi nottetempo per l’invio del Dpb a Bruxelles.
Il timore dei 5 Stelle, stando a quanto filtrato, è che il tetto al contante finisca per essere un regalo alle banche, grazie ai guadagni sulle commissioni dei pagamenti elettronici. Per questo si limitano a dire che non è priorità , evitando di dire che potrebbe invece alimentare il fuoco dell’evasione fiscale. Eppure un tempo la pensavano così.
Nel 2015 i parlamentari della Commissione Antimafia si scagliavano duramente contro l’innalzamento della soglia voluto dal Governo Renzi: “Sappiamo bene che il contante si tramuta in mazzette, in lavoro nero, e ci domandiamo chi va in giro con tremila euro in tasca, quando oltre 10 milioni di italiani vivono in gravi difficoltà economiche”. Per i 5 Stelle quindi la via maestra era “limitare il contante e incentivare l’uso della moneta elettronica, la via maestra per combattere le mafie, il riciclaggio di denaro e creare una’economia sana”.
Il Pd, invece “non vedeva l’ora di far circolare contante in abbondanza”, facendo così un “regalo alle mafie”. Non solo: “L’attuale classe politica prima si regala oltre 40 milioni di euro con la legge Boccadutri e poi alza il limite del contante: cosi’ i politici sono liberi di spendere come vogliono”.
Tre anni fa anche il leader del M5S Luigi Di Maio era molto critico: “Portando il tetto al contante a tremila euro si favorirà il riciclaggio di soldi sporchi e l’evasione fiscale”. Dello stesso avviso l’allora deputato, oggi Guardasigilli Alfonso Bonafede che parlando della lotta alla corruzione e al riciclaggio, criticava la misura del Governo Renzi: “Con l’aumento dell’utilizzo del contante sino a tremila euro da parte del Governo, si favorisce proprio l’autoriciclaggio ed il consumo di denaro sporco”.
(da “Huffingtonpost”)
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