IDEM, ATTESE PER OGGI LE DIMISSIONI
LETTA NON FA SCONTI, NEL PD NON E’ STATA APPREZZATA LA CONFERENZA STAMPA DELL’ATLETA
Le dimissioni da ministro dell’atleta Josefa Idem sono attese per oggi.
Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, la riceverà , per la seconda volta in pochi giorni, e le chiederà di lasciare l’incarico di Governo per il bene del Paese e del Partito Democratico.
“Voglio vedere le carte” ma “l’opportunità e il rispetto delle regole sono uno degli elementi chiave della vita del nostro governo: nessun doppio standard”, ha garantito ieri il premier a Otto 1/2, intervistato da Lucia Annunziata.
Nel Governo e nel Pd sono in molti a dare per scontata la richiesta di Letta, meno ovvia è la reazione di Idem: dopo la conferenza stampa di sabato, infatti, non sembra disposta a salutare la poltrona della Repubblica italiana con facilità .
“Io credo si dimetterà ”, dice Giuseppe Civati, il giovane deputato del Pd, ex rottamatore renziano, aggiungendo però di essere in attesa “di parole chiare da parte di Letta” sulla vicenda.
Mentre Enrico Rossi, presidente della Toscana, suggerisce a Idem come comportarsi: “Della ministra non convince soprattutto la frase ‘non lascio’.
Avrebbe dovuto dire ‘penso di essere onesta, ma rimetto il mio mandato nelle mani del Presidente del Consiglio. Sta a lui decidere’. In politica si fa così”.
E ancora: Dario Ginefra, deputato Pd, invita Josefa Idem a “valutare seriamente l’ipotesi di togliere il Governo Letta dall’imbarazzo di dover scegliere per lei”. Messaggio, tradotto dal politichese, quanto mai chiaro: o ti dimetti da sola o ci pensa Letta.
Lo scenario atteso dai più, fanno notare i deputati vicini al premier, è proprio questo: Letta le chiederà le dimissioni.
“Enrico le pretenderà , lei potrà temporeggiare forse un giorno, massimo due ma Idem sarà costretta a lasciare”, dice una giovane deputata lombarda del Pd, tra le prime animatrice del think net lettiano, Vedrò.
Se gli esponenti del Pd danno per scontate le dimissioni di Idem, anche nel Pdl (l’altra metà del governo) la convinzione è diffusa.
L’ex ministro Claudio Scajola, cui è stata paragonata Idem per la vicenda della casa acquistata sua insaputa, ieri in un’intervista a Il Messaggero, ha chiesto che Idem segua il suo esempio: “Per il bene del Governo dovrebbe dimettersi, come ho fatto io”.
Che il ministro per le Pari Opportunità non sia una “presenza indispensabile di questo esecutivo” lo sostiene Ignazio La Russa, oggi leader di Fratelli d’Italia. “Mi chiamano tutti gli amici, Pdl e Pd, per lamentarsi della situazione e io guardo e sorrido: questo governo, così come è, non può mica andar avanti per molto tempo ancora e la vicenda Idem lo ha già impantanato”.
A infastidire in realtà non è stato l’aver registrato la residenza nella palestra così da farla figurare come prima casa e non pagare l’Ici, nè i successivi escamotage per risparmiare anche sull’Imu, nè — ancora — l’essersi fatta assumere dal marito durante il suo incarico da assessore al Comune di Ravenna così da ricevere l’indennità da parte dell’amministrazione pubblica nei mesi dell’incarico. Nulla di tutto questo.
A indispettire, piuttosto, è stata la conferenza stampa indetta sabato pomeriggio a Palazzo Chigi in cui si è difesa dalle accuse non presentando una documentazione adeguata a smentire le notizie ma rivendicando rispetto e silenzio per i suoi meriti sportivi.
“Ci sono state delle irregolarità — ha detto fra l’altro — ma sanerò ciò che c’è da sanare”. E scappare di fronte alle domande dei giornalisti. “Un comportamento decisamente poco sportivo”, ha commentato Elvica Savino, deputata del Pdl.
Oggi, prima di incontrare Letta a Roma, Idem incrocerà nuovamente la stampa: alle 11.30 è infatti prevista la sua presenza alla presentazione dell’associazione Sintini a Ravenna.
Accompagnata dal suo avvocato, lo stesso a cui ha affidato la gestione della conferenza di sabato.
L’inchiesta sui mille quesiti irrisolti della sua casa-palestra sta entrando nel vivo degli accertamenti.
Da cittadina potrà dimostrare più agevolmente la sua “assoluta buona fede e onestà ”. Da cittadina, appunto.
Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply