“IL FOGLIO” INCASTRA “GENNY DELON”: “DICE CHE ‘MAI UN EURO DEL MINISTERO È STATO IMPIEGATO PER VIAGGI E SOGGIORNI DELLA SIGNORA BOCCIA’. MA GIOCA CON LE PAROLE. PAGAVANO PER LEI I FESTIVAL, MA DA CHI SONO FINANZIATI? DAI MINISTERI, DALLE REGIONI. NON È FORSE USARE DENARO DI TUTTI FARSI OSPITARE, SENZA TITOLO, DA UN FESTIVAL CHE RICEVE FINANZIAMENTI DI STATO?”
“LA NON CONSIGLIERA SFIDA SUI SOCIAL LA PREMIER, LA TAGGA, LASCIA INTENDERE CHE PUBBLICHERÀ AUDIO, VIDEO. ORMAI FA TUTTO LEI. PERCHÉ SANGIULIANO NON PUÒ FERMARLA? SE DICE ALLORA IL FALSO PERCHÉ NON LA DENUNCIA?” … “MELONI, A CHE TITOLO, UN MINISTRO CHE BARA, RESTA MINISTRO?”
Il ministro Sangiuliano bara. Dice in una nota: “Ribadite a Giorgia Meloni le mie affermazioni. Mai un euro del ministero è stato impiegato per viaggi e soggiorni della signora Boccia”. Sangiuliano gioca con le parole. Boccia ripete: “Non ho mai pagato nulla”.
Pagavano per lei i festival, ma da chi sono finanziati i festival? Dai ministeri, dalle regioni. Meloni, a che titolo, un ministro che bara, resta ministro del governo Meloni? Cosa significa “non è stato speso un soldo degli italiani”? Non è forse usare denaro di tutti farsi ospitare, senza titolo, da un festival che riceve finanziamenti di stato? Non è denaro di tutti essere alloggiati, come Boccia a Polignano a Mare (lo ha confermato il presidente al Foglio e aggiunge, “pagati anche i biglietti aerei”) sempre acquistati su segnalazione del ministero, dicendo ciò che non è vero? Non è denaro di tutti? Meloni, a che titolo?
Presidente Meloni, non è forse denaro di tutti cenare insieme al ministro, come ha fatto Boccia a Taormina, sempre a spese di associazioni finanziate da istituzioni? Non è denaro di tutti, ancora, al Taobuk, lo fa sapere la presidente Antonella Ferrara, avere il posto riservato “Boccia”? Chi segnala Boccia al Taobuk? La segnala il ministero.
La comunicazione che Boccia avrebbe fatto parte della delegazione del ministro, a Taormina, così come a Polignano a Mare, Riva Ligure, in tutte le altre città (dove si stanno scatenando cronisti, sensali, trafficanti di documenti) parte dal capo di segreteria del ministro, Narda Frisoni.
Se Boccia non era consigliera significa aver mentito ad associazioni che prendono fondi dallo stato, è stato che aggira stato, e significa aver fatto lavorare Boccia senza tutele.
Boccia continua a smascherare pubblicamente Sangiuliano con post da giornalista. Si dirà forse adesso che è un’altra infiltrata di Fanpage? Purtroppo si dice in FdI: “L’hanno mandata”. La non consigliera sfida sui social la premier, la tagga, lamenta di essere stata umiliata da Sangiuliano, lascia intendere che pubblicherà audio, video. Ormai fa tutto lei. E Sangiuliano bara.
Ora la sua linea è “pagavo con la mia carta per Boccia”. Perché Sangiuliano non può fermarla? Se Boccia dice allora il falso perché non la denuncia? Sangiuliano bara. Il ministro ha dichiarato di averla conosciuta a metà maggio 2024, e Boccia ha postato la foto del loro incontro risalente al 2023. La premier sa inoltre come ha operato in queste settimane il suo ministro per fermare la notizia? Ha chiamato i quotidiani (se ne vantava al ministero, “ci parlo io con i direttori”) implorando di non pubblicare articoli, promettendo future attenzioni a chi si sarebbe dimostrato “amico”.
Inizia da lì il gioco “abbiamo visionato mail del 5 giugno”, che Sangiuliano alimenta. Sangiuliano non è un perseguitato, non è Berlusconi, e per carità, non si continui a dire, come ha detto Meloni, “è gossip”, da un governo che ha voluto raccontarci la famiglia Mocambo: separazioni, dissidi. Sangiuliano nella lettera a La Stampa scrive “mai pagato un caffè”, ma Boccia parla di “viaggi” e ha sequestrato un governo.
Sangiuliano bara. E’ lui che ha gestito pasticciando, con la spacconeria, questa vicenda che all’inizio faceva ridere, ma ora non più. E’ Sangiuliano che ha coinvolto nelle sue scorrerie culturali, la capa di segreteria, Frisoni, una funzionaria vicina alla Lega, che rischia realmente, in quanto capo dell’ufficio.
Sangiuliano assicura: “Mai speso un euro del ministero”. Forse è peggio: perché li hanno spesi per Boccia i festival della piccola Italia. Nessuno ce l’ha con lui, ha fatto tutto lui. A che titolo? Il titolo del vanitoso, con la complicità di chi gli faceva credere di essere un genio. Se resta ministro, a che titolo si presenterà? Potrà dare lezioni di cultura, a che titolo, può parlare di bellezza, e gentilezza? Meloni, a che titolo?
(da il Foglio)
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