IL LEGHISTA CHE ATTACCA PILLON PER LA CRITICA AI MANESKIN
“NON HA CAPITO LA DIFFERENZA TRA UNO SPETTACOLO DI UNA ROCK BAND E LA VITA REALE”
Nella Lega c’è chi dice “no”. No al solito discorso semplicistico che tritura tutto, lo gira e lo rigira fino a renderlo un boccone dolce da servire ai propri elettori.
Come nel caso dell’ultima polemica sollevata dal solito senatore Simone Pillon, che aveva criticato l’outfit dei Maneskin, scandalizzato dall’aver visto Damiano David “in culottes e giarrettiere” vincere gli MtvEma a Budapest “davanti a un impettito presentatore in kilt”.
L’ossessione di Pillon per i pantaloni lo ha portato presto a divagare, come nel suo stile: “Tra poco arriveremo al reggiseno da uomo. Ovviamente, una volta preso il microfono, non possono esimersi dal piagnisteo per la sonora bocciatura del DdlZan. Guardandoli, mi chiedo dove sarebbero le discriminazioni. Mi piacerebbe sapere quanta carriera potrebbe fare una band che si ispirasse alle radici cristiane d’Europa, o che inneggiasse alla difesa della vita dal concepimento o che prendesse a tema la lotta alla droga”. Le discriminazioni che il senatore leghista non vede sono qui, qui, e qui, per citare soltanto quanto avvenuto a novembre.
Ma a rispondergli è stato anche un collega di partito, evidentemente stufo del suo modo di fare. Il consigliere regionale lombardo Gianmarco Senna ha espresso il suo punto di vista: “Mi chiedo cosa sia peggio fra il loro appello alla legge Zan oppure l’uscita del senatore Pillon che probabilmente non ha capito la differenza tra uno spettacolo di una rock band e la vita reale. Ogni tanto è utile ricordare che la Lega è anche altro”.
Lo stesso Pillon ha risposto sui suoi social: “Ciao caro Gianmarco. Grazie al cielo distinguo bene tra spettacolo e vita reale. Qualcuno però usa lo spettacolo per influire sulla vita reale. Ecco perché son dovuto intervenire”.
La replica del consigliere: “Intervenire non serve a nulla se non ad amplificare il messaggio e a ritagliarsi uno spazio personale, la Lega ha diverse sensibilità, puntualizzare sempre non giova”.
(da agenzie)
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