IL M5S VOTA NO AL RIPRISTINO DELL’ART 18, PROMESSE TRADITE
APPLAUSI IRONICI AI GRILLINI IN AULA: IN CAMPAGNA ELETTORALE NE AVEVANO PROGRAMMATO LA REITRODUZIONE… MA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI NON INTERESSA NULLA QUASI A NESSUNO
Tensioni, proteste e scontri verbali in Aula durante l’esame del decreto dignità , dopo che il M5s e la maggioranza di governo hanno respinto, votando contro, l’emendamento che chiedeva il ripristino dell’articolo 18.
Ad attaccare è stato il deputato di LeU, Roberto Speranza, che ha parlato di “promesse tradite”, dato che in campagna elettorale i pentastellati avevano rivendicato la volontà di ripristinare la normativa e abolire il Jobs Act.
Al contrario, il Pd si è astenuto, con l’attacco di Debora Serracchiani: “Prendiamo atto che M5S e Lega lasciano intatto il Jobs act voluto e attuato dai governi Renzi e Gentiloni. E lo fanno dopo che per tutta la campagna elettorale hanno detto che lo avrebbero abolito e reintrodotto l’articolo 18”.
Al termine della votazione in Aula, sono partiti gli applausi ironici dai banchi delle opposizioni, Pd e Leu su tutti.
Guglielmo Epifani, che è stato l’autore dell’emendamento che chiedeva il ripristino dell’articolo 18, ha subito parlato di “occasione persa per ridare veramente dignità ai lavoratori e alle lavoratrici”.
Secondo l’esponente di Liberi e Uguali, “la proposizione della tutela reale nel caso dei licenziamenti illegittimi risponde a un doppio risarcimento intellettuale e morale. Per 20 anni ci è stato detto che l’art. 18 frenava i contratti a tempo indeterminato e gli investimenti — ha aggiunto Epifani — Tolto quel diritto però non sono aumentati nè i contratti nè gli investimenti. È bene prendere atto che quella narrazione non era e non è vera. È necessario — ha concluso — tornare a difendere meglio la dignità dei lavoratori che vengono licenziati in modo illegittimo. E sicuramente il cosiddetto dl dignità non lo fa”.
(da agenzie)
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