IL MINISTRO COSTA, GENERALE DEI CARABINIERI: “IL FIGLIO DI SALVINI SULLA MOTO D’ACQUA DELLA POLIZIA E’ UN REATO E VA SANZIONATO”
IL TITOLARE DELL’AMBIENTE SMENTISCE DI MAIO E GABRIELLI CHE AVEVANO MINIMIZZATO
Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha rilasciato una lunga intervista a Fanpage.it in cui ha parlato del caso del figlio del Ministro dell’Interno: “La vicenda del figlio di Salvini su una moto d’acqua della polizia a Milano Marittima configura un reato che è sanzionato, attenzione non sanzionabile, ma sanzionato”.
Il Ministro, che è anche Generale dei Carabinieri, sottolinea che “io, se ho i portato i miei figli su una moto o una jeep, era la mia moto o la mia jeep oppure l’avevo affittata, non era certo quella della Carabinieri”.
Costa ha fatto anche un bilancio del suo primo anno da Ministro dell’Ambiente: “La cosa che mi piace è che oggi l’ambiente è nelle case degli italiani, cioè che oggi a tavola la famiglia parla anche di ambiente”.
E sulla vicenda che riguarda la Terra di Fuochi spiega: “Nessuno ha la bacchetta magica, per questo abbiamo fatto una cabina di regia con più ministri perchè il fenomeno riguarda diversi aspetti. Cosa non funziona? Dobbiamo recuperare trent’anni in cui non è stato fatto nulla sul tema e c’è un problema con il Ministero dell’Interno: se sappiamo che esiste la nuvola dei roghi tossici tra Napoli e Caserta che colpisce sempre le stesse zone, noi le forze dell’ordine non possiamo muoverle è il Ministro degli Interni deve muovere le forze dell’ordine e i prefetti con una direttiva e dirgli di andare a controllare là ” e specifica “Il mio verso Salvini non è un rimbrotto ma un appello: dacci una mano, dia una mano a terra dei fuochi”.
Sulla Tav: “Vediamo cosa riserverà il dibattito parlamentare, io ho fatto presente sin dall’inizio che scavare per vent’anni in un territorio come la Val di Susa con un’alta vena amiantifera è rischioso. Deciderà il parlamento, che sia una posizione o l’altra bisogna sempre rispettare il parlamento, si può non essere d’accordo, ma è il parlamento che decide”.
(da “Huffingtonpost”)
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