IL PDL VUOLE IL PARLAMENTO A LUTTO PER UN GIORNO: TUTTI AL ROSARIO PER SILVIO
PEGGIO DELLA REPUBBLICA DELLE BANANE DOVE I DITTATORI VOGLIONO L’IMMUNITA’ PERPETUA… SOSPESI I LAVORI ALLA CAMERA E AL SENATO, IL PD CACASOTTO ACCONSENTE… SE IN ITALIA ESISTESSE UNA DESTRA CIVILE E ISTITUZIONALE AVREBBE RINCORSO I DEPUTATI PDL NEL TRANSATLANTICO A CALCI NEL CULO
Sospensione dei lavori per un giorno alla Camera e al Senato. Ecco il primo bombardamento al governo delle larghe intese dopo che la Corte di Cassazione ha fissato l’udienza del processo Mediaset al 30 luglio.
I lavori di Montecitorio e di Palazzo Madama slittano a domani.
“Dobbiamo discutere di cosa sta accadendo”, ha chiesto il Pdl. “O si sospendono i lavori o cade il governo”, ha minacciato Daniela Santanchè.
Una decisione che ha preso di sorpresa il resto della maggioranza e che ha spinto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini a recarsi subito dal presidente del Consiglio Enrico Letta, per una valutazione della situazione.
Alla fine il punto d’equilibrio.
Al primo no del Pd, la controproposta dei berlusconiani di sospensione dei lavori per un giorno per proseguire le proprie assemblee dei parlamentari che riprenderanno già nel pomeriggio.
Il Pd a quel punto ha fatto dietrofront votando, in Aula alla Camera, il sì alla sospensione dei lavori per 24 ore.
Il Partito democratico è stato chiaro con gli alleati di governo: l’ennesimo voto obtorto collo è l’ultimo segnale di disponibilità .
E’ un modo per dire che i democratici tengono alla stabilità del governo, ma che c’è un limite.
Da qui il no alla sospensione per tre giorni come chiesto in un primo momento dai berlusconiani.
Se il Popolo delle Libertà continuerà a far tremare maggioranza ed esecutivo, potrebbe aprirsi davvero una crisi. Ma resta la cicatrice.
Tanto che, oltre ai lavori parlamentari, è stata annullata anche la riunione di maggioranza che aveva all’ordine del giorno i temi economici, i più cari al partito di Berlusconi.
Tuttavia le idee dentro al Pd — e non è una notizia — non sono chiarissime.
Perchè da una parte il segretario Guglielmo Epifani ha definito “inaccettabile e irresponsabile” la richiesta del Pdl di sospendere i lavori.
Ma dall’altra si è cercato di minimizzare e di scaricare la responsabilità . Il vicecapogruppo di Montecitorio Andrea Martella dice: “Non abbiamo detto sì al blocco dei lavori d’Aula: nessuno provi a rivoltare la frittata. Non saremmo mai stati disponibili a sospendere l’iter dei provvedimenti che stiamo esaminando, molto importanti e attesi da molti cittadini. Abbiamo solo accolto la richiesta del Gruppo del Pdl di concedergli alcune ore di tempo per il loro dibattito interno”.
La franceschiniana Paola De Micheli conferma: “Il Partito democratico non ha votato nessuna sospensione dei lavori dell’Aula ma ha soltanto permesso, nel pieno rispetto della prassi istituzionale, il rinvio della seduta pomeridiana per garantire a un gruppo parlamentare di tenere un’assemblea, come peraltro è stato concesso nei giorni scorsi al Pd”.
La decisione di votare a favore della richiesta Pdl di una sospensione dei lavori sta provocando malumori diffusi e trasversali nel gruppo Pd.
Off the records molti parlano di “faccenda gestita male”.
Ma i renziani hanno un diavolo per capello. Francesco Bonifazi: “Ho accettato di votare per disciplina di gruppo, ma così stanno suicidando il Pd e ledendo le istituzioni”.
E ancora Ivan Scalfarotto: “Ho votato sì e mi chiedo quanto io sia ancora in grado di gestire questa cosiddetta disciplina di gruppo”, scrive su Twitter.
Ma i malumori attraversano anche altre aree del Pd.
Dice un deputato dalemiano: “Non possiamo calarci le braghe, ogni volta che Berlusconi si alza storto. Non possiamo cedere ogni volta davanti ai loro ricatti. E cosa ancora più grave, qui non si tratta di una faccenda politica, ma istituzionale”. Matteo Orfinise la prende con chi si è astenuto durante il voto. “Ho contato almeno una ventina di astenuti. Sono sciacalli che lucrano uno 0,5 per cento in vista del congresso. Perchè non hanno chiesto che si riunisse il gruppo per discutere? Sapevamo tutti cosa stava maturando, non siamo nati ieri. Se non erano d’accordo, potevano chiedere un confronto in assemblea”.
Ma c’è chi non ce la fa più: “Non ho votato la sospensione dei lavori proposta dal Pdl — dice il renziano Davide Faraone — Magari fra un po’ ci chiederanno di andare a manifestare a Palazzo di Giustizia”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply