IL PROCESSO BREVE DIVENTA UN’AMNISTIA MASCHERATA: ECCO I PROCESSI CHE SALTERANNO
FESTEGGIANO IMPREGILO E BASSOLINO IMPUTATI PER I RIFIUTI A NAPOLI, TELECOM E PIRELLI PER LO SPIONAGGIO TELEFONICO, I MEDICI ACCUSATI DI MALASANITA’ E I PIRATI DELLA STRADA… VIA LIBERA ANCHE PER GLI IMPUTATI DI OMICIDIO COLPOSO E LESIONI GRAVISSIME, PER LA FINANZA CREATIVA DEI DERIVATI, I REATI SOCIETARI E TRIBUTARI, LA CORRUZIONE E LA TRUFFA
Il commento di un autorevole esponente del Pdl, ovviamente rilasciato con garanzia dell’anonimato a uno dei maggiori quotidiani italiani, racchiude il senso dell’approvazione del “processo breve”, avvenuto ieri al Senato e il cui testo passerà a breve alla Camera: “Certo che ci sono pecche evidenti nel decreto, c’è una amnistia mascherata nel processo breve, c’è il principio di uguaglianza sacrificato perchè dibattimenti simili subiranno sorti diverse, c’è la norma ponte sul legittimo impedimento che non si può fare per via ordinaria perchè il pilastro di arrivo, immunità o lodo che sia, ancora non esiste. Ma che c’importa? L’obiettivo è bloccare i processi a Silvio. L’importante è superare l’ostacolo di Napolitano e usare le due leggi. I giudici ricorreranno alla Consulta? Ottimo: i dibattimenti si fermeranno e avremo mesi per studiare altre soluzioni”.
Se a berlusconiani e leghisti interessa tappare le falle, i finiani sono invece preoccupati per l’immagine di un governo che produce leggi “che piacciono ai delinquenti”, leggi che hanno l’effetto di una amnistia “senza che il Parlamento se ne assuma la responsabilità “.
Il processo breve porterà infatti a un colpo di spugna sui processi penali relativi alla responsabilità delle persone giuridiche, delle imprese coinvolte in processi importanti come Impregilo, Antonveneta, Unipol, Pirelli-Telecom, Italgas, Eni-Snam.
Siamo arrivati anche al colpo di spugna erariale che ha fatto infuriare la Corte dei Conti e che non era previsto nel testo sottoposto a Fini (ne abbiamo trattato due giorni fa).
E ora si raddoppia col legittimo impedimento, fino all’apoteosi del ritorno dell’immunità parlamentare, un delirio di privilegi per la casta politica che la maggioranza degli italiani rifiuta.
In queste ore sono in molti a fregarsi le mani, festeggiando in silenzio le nuove norme sul processo breve che, essendo state dichiarate retroattive al giugno 2006, chiuderanno di fatto migliaia di processi.
Fuori dal tunnel giudiziario l’impresa Impregilo e Bassolino a Napoli, imputati nel processo per lo smaltimento dei rifiuti in Campania, lo stesso dicasi per gli imputati nel processo Telecom-Sismi sui dossier illegali dello spionaggio interno e delle intercettazioni illegali, stessa sorte per il processo di Calciopoli che vede coinvolte società sportive e arbitri.
E ancora a rischio il processo Antonveneta, alcuni dei reati contestati al processo Parmalat (quelli inferiori a dieci anni), cancellato il processo Cirio che vede imputati Cragnotti, Geronzi, Fiorani e Masera.
Cancellato anche il processo contro gli ex vertici della clinica milanese Santa Rita e tutti quelli in cui sono previsti gli omicidi colposi dei medici.
Saltano pure i classici casi di malasanità e di pirateria della strada che si incanalano in processi lunghi e tortuosi, i processi contro le amministrazioni locali che hanno fatto uso di “derivati” e finanza creativa, i cui danni si sono spesso tramutati in truffa e commissioni illecite.
Dal punto di vista amministrativo, rischiano di saltare nel Lazio i giudizi di responsabilità per le consulenze ministeriali, in Lombardia tutte le inchieste su appalti e sanità , in Campania quelle sui rifiuti.
Persino il processo per tentata concussione che vede imputata lady Mastella e i responsabili di omicidio plurimo colposo per la strage ferroviaria di Viareggio.
Se era questo il prezzo da pagare per evitare di presentarsi a difendersi a due processi, un uomo di destra si sarebbe comportato diversamente. Estremizzando il concetto, meglio un plotone di esecuzione che una fuga da vili.
Non si favorisce l’amnistia di responsabili di reati gravi solo per salvare se stessi.
La dignità non ha prezzo.
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