IL SINDACO DI CAPRI PROMULGA UN’ORDINANZA “ANTI-PETULANZA”: RISTORATORI E NEGOZIANTI DELL’ISOLA NON POTRANNO PIÙ ROMPERE GLI ZEBEDEI ALL’ORDA DI TURISTI CHE PASSEGGIA PER LE VIE DI CAPRI
SARÀ VIETATO AVVICINARSI TROPPO AI VACANZIERI PER MOSTRARE MENÙ PSEUDO-SUCCULENTI O DÉPLIANT CHE PUBBLICIZZANO GITE IN BARCA – IL MOTIVO È SEMPLICE: L’ISOLA È DIVENTATA UNA GIUNGLA IN CUI SU OGNI MARCIAPIEDE C’E’ QUALCUNO CHE VUOLE RIFILARE QUALCOSA AI PASSANTI
È una lunga storia. Cominciata col mito greco delle sirene adescatrici e finita, a quanto pare, nella nuda cronaca di un pressing mercantile non più sopportabile. Multe ai commercianti e ai procacciatori da marciapiede che infastidiscono gli Ulisse del tempo dei social, molto meno attrezzati a resistere alle tentazioni. A Capri, questa è la novità. Non sarà la prima conseguenza, ma certo ora bisognerà aggiornare anche il piccolo dizionario di «capriologia potenziale» di Maria Sebregondi, inserito in Capri à contrainte. Ovvero, e mai titolo fu più azzeccato, in una raccolta di versi «sotto vincolo».
Ora serve un nuovo lemma per descrivere la pessima abitudine che il sindaco Paolo Falco ha deciso di sanzionare. Si dirà Capri-gravezza? È una proposta. Del resto c’è poco da inventar parole: si tratta di definire l’inesorabile declino di quella che una volta era un’ospitalità leggera e leggendaria e ora è invece un disarmante adeguarsi ai tempi.
Dalla leggerezza degli anni Sessanta, dalle semplici strisce di
cuoio ai piedi di Jacqueline Kennedy e di Brigitte Bardot, alla pesantezza degli schiamazzi odierni, alle tarantelle «starnazzanti» sui tavoli delle locande e agli spritz al limoncello da rifilare ad ogni costo (in senso letterale, a caro prezzo).
Intanto, il provvedimento è già noto come l’ordinanza anti-petulanza, in ossequio all’articolo del codice penale che disciplina il reato di molestie o disturbo alle persone. Ma evidentemente il codice non basta, e perché sia chiaro l’intento, il sindaco ha fissato paletti e sanzioni aggiuntive.
Non si farà come nei mercatini egiziani, dove se superi la linea bianca sei alla mercé del venditore e non più tutelabile una volta accettato il prezzo, ma viceversa. L’avvertimento è lanciato ai fornitori di servizi e ai gestori di negozi, bar e ristoranti.
Vietato disturbare vuol dire vietato avvicinarsi troppo ai turisti per mostrare dépliant, mappe o volantini che pubblicizzano gite in barca con rinfresco e menù succulenti. La pubblicità è regolata ed è ora di darsi una misura e un contegno, dice il sindaco. Altrimenti si rischia parecchio: anche la sospensione dell’attività per tre giorni.
«Basta con intermediazione selvaggia e occupazioni irregolari del suolo pubblico». L’Unione nazionale consumatori approva. E insiste molto sul tema dell’abusivismo, perché occupare illecitamente marciapiedi, scalinate, vie pedonali o scorci storici dell’isola per promuovere di tutto e di più «è un’offesa alla legalità e al bene comune».
Ora il problema non è l’ordinanza. È semmai la sua effettiva applicazione. Sullo sfondo c’è la grande emergenza dell’overtourism. Il sindaco ne ha parlato anche con la ministra Santanchè, a Capri per un convegno. Sembra, però, b
intenzionato a vedersela innanzitutto con i propri concittadini: «Non possiamo — dice — vendere tutti gli alberghi agli arabi come a Montecarlo e Saint-Vincent e abbandonare il campo.
O chiudere l’isola dopo l’estate e svuotare la Piazzetta da gennaio ad aprile. Ho chiesto agli imprenditori di essere più responsabili». Si vedrà. Nel frattempo il problema resta sempre lo stesso.
(da “Corriere della Sera”)
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