Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
GIUSEPPE CONTE ALZA LA VOCE NEI CONFRONTI DI MELONI: “HO TROVATO PENOSI GLI INVITI A NON VOTARE CON TRUCCHETTI ‘ALLA MELONI’. D’ALTRONDE A CHI VIVE DI POLITICA DA DECENNI E PIAZZA IN POSTI DI LAVORO SICURI FIGLI E PARENTI IN FONDO COSA FREGA DI CHI HA BISOGNO DI PIÙ TUTELE?” … BONELLI E FRATOIANNI: “ALLE PROSSIME ELEZIONI NON CI SARÀ UN QUORUM A SALVARE MELONI”
“La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14
milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche. Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022. Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere invece che deriderla”. Lo dice la segretaria Pd Elly Schlein sul referendum.
Schlein, oggi la destra ha perso anche a Taranto. ùContinueremo nell’impegno a fianco di quei milioni di elettori che sono andati a votare sperando di ridurre la precarietà e rendere l’Italia più giusta, ci motivano ancora di più nel costruire l’alternativa”.
Giuseppe Conte: “Leggo dichiarazioni ed esultanze sguaiate dei “tifosi” della politica. Portate rispetto a circa 15 milioni di cittadini
che sono andati a votare. Portate rispetto agli oltre 12 milioni che hanno votato sì a maggiori tutele nel mondo del lavoro. Parliamo di oltre 12 milioni di cittadini che, al di là dei colori politici, chiedono più tutele contro licenziamenti, precariato e incidenti sul lavoro.Noi saremo sempre dalla loro parte, dalla parte giusta. E porteremo avanti la battaglia per loro in Parlamento. Certo, avremmo voluto che si raggiungesse il quorum per i tanti lavoratori in difficoltà che avrebbero potuto riappropriarsi di alcune tutele e difese.
Ma se vi sembrano numeri insignificanti, considerate che è lo stesso numero di votanti (anzi alla fine potrebbero essere anche di più) con cui la maggioranza Meloni è arrivata al Governo e oggi decide di tagliare la sanità mentre aumenta sconsideratamente la spesa in armi.
Ho trovato penose le foto, i meme infantili e i video dal mare di partiti e rappresentanti di Governo, gli inviti a non votare con trucchetti “alla Meloni”. D’altronde a chi vive di politica da decenni e piazza in posti di lavoro sicuri figli e parenti in fondo cosa frega di chi ha bisogno di più tutele contro licenziamenti, contratti precari e sicurezza sui posti di lavoro? Credo che lo strumento del referendum vada rivisto nelle modalità e nei paletti, abbassando il quorum in un Paese che affoga nell’astensione: bisogna premiare la partecipazione, la scelta. Soprattutto in un contesto in cui poteri con gran parte dell’informazione in mano inquinano le acque, in cui pochissimi decidono per tutti, in cui molti italiani non hanno quasi mai sentito parlare di questo referendum per mesi.
Bonelli-Fratoianni
“Il quorum non è stato raggiunto, è vero. Ma ci sono oltre 15 milioni di cittadine e cittadini che hanno scelto di votare e con circa 13 milioni di Sì, lanciano un messaggio forte e chiaro, più forte persino del consenso che oggi regge Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Se Meloni crede che l’astensione sia un segnale politico a suo favore, commette un grave errore. Certo, quei 13 milioni non sono nemmeno ‘nostri’, ma di un’Italia che chiede ascolto, che pretende impegno. Ed è con questa parte del Paese che vogliamo costruire l’alternativa”.
Lo affermano in una nota Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs. “Alle prossime elezioni politiche – avvertono – non ci sarà un quorum a salvare Giorgia Meloni. E soprattutto non potrà essere ignorata la realtà quotidiana di milioni di persone colpite dal lavoro povero, dalla precarietà e dall’insicurezza nei luoghi di lavoro. Temi su cui questo governo non solo tace, ma agisce per peggiorare le condizioni dei lavoratori con leggi che aumentano sfruttamento e fragilità. Meloni sappia che le persone non si astengono perché stanno con lei, ma perché non credono più nella politica. E questo disincanto ha radici profonde: negli ultimi vent’anni, i governi – di ogni colore – hanno sistematicamente disatteso la volontà popolare espressa nei referendum”.
“L’esempio più eclatante – ricordano – è quello dell’acqua pubblica: nel 2011 si raggiunse il quorum e vinsero i SI, ma la gestione dell’acqua è ancora lontana dal riconoscimento come bene comune. Lo stesso vale per il nucleare: bocciato due volte dai cittadini, eppure riproposto oggi proprio dal governo Meloni. È così che si distrugge la fiducia.
A noi tocca il compito più difficile, ma più urgente: ricostruire il legame di fiducia tra cittadini e istituzioni. Non con slogan, ma con impegni seri, chiari, e mantenuti. Grazie al comitato referendario, che ha promosso una straordinaria stagione di dibattito democratico nel Paese, raccogliendo firme e portando avanti la voce di chi vuole un’Italia più giusta, solidale e trasparente. Con loro continueremo a camminare”
(da agenzie)
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Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
“SKYMETRO, HANNO FATTA PROPAGANDA SU UNA BUGIA: MA CHE PROGETTO APPROVATO, SOLO UN PLICO DI FOGLI CHE NON PERMETTONO DI APRIRE UN CANTIERE”…. “NON ACCETTIAMO LEZIONI DA NESSUNO, CON ME TRASPARENZA, OGNI GENOVESE AVRA’ DIRITTO A CONOSCERE OGNI PROGETTO”
“Questa è la giunta con più donne della storia d’Italia tra le grandi città, e non è solo un fatto di numeri ed etichette, è la dimostrazione
che quando si cercano le donne per competenze e non per riempire dei buchi, le donne si trovano, e se ne trovano tante” così Silvia Salis, sindaca di Genova, presentando la sua giunta. Nel salone di rappresentanza, “avevamo detto due settimane, e sono state due settimane, un messaggio di precisione ed efficienza”.
Oltre agli 11 assessorati, Salis terrà per sé le deleghe a Sport, Grandi Eventi e Relazioni Internazionali. Tiziana Beghin (M5s) sarà assessora a Commercio, Turismo, Marketing Territoriale, Pro Loco, Tradizioni, Progetti Europei; Rita Bruzzone (Pd) a Scuola, Diritto all’Istruzione, Formazione, Personale, Pari Opportunità e Politiche di Genere, Francesca Coppola (Avs) a Urbanistica, Verde Urbano, Smart City, Città dei 15 minuti, Massimo Ferrante (Pd) a Lavori Pubblici, Manutenzioni, Opere strategiche infrastrutturali, Protezione Civile. E poi Cristina Lodi (Azione) a Welfare, Servizi Sociali, Famiglie, Terza Età, Disabilità, Giacomo Montanari (indipendente) sarà l’assessore alla Cultura, a Valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città, Indirizzo e controllo delle Istituzioni culturali.
Emilio Robotti (Avs) sarà assessore alla a Mobilità Sostenibile, Trasporto Pubblico, Lavoro e Rapporti Sindacali, Servizi Civici e Diritto di Cittadinanza. Per Davide Patrone (Pd) ci sarà l’assessorato a Casa, Edilizia Residenziale Pubblica, Patrimonio, Decentramento, Partecipazione dei cittadini alle scelte dell’Amministrazione. Silvia Pericu (Lista Silvia Salis Sindaca) sarà assessora ad Ambiente, Ciclo dei Rifiuti, Sostenibilità, Economia Circolare. Il dem Alessandro Terrile, oltre che vicesindaco, sarà assessore a Bilancio, Società Partecipate, Avvocatura e Affari legali, Sviluppo Economico Sostenibile, Economia del Mare e Rapporti tra porto e città. Arianna Viscogliosi (Italia Viva) sarà assessora alla Sicurezza e polizia
locale.
Dopo aver elencato nomi e deleghe degli assessorati la sindaca è poi passata a quelle che ha definito “note meno liete”, ovvero ha risposto alle punzecchiature lanciate oggi stesso da Pietro Piciocchi (“Vedremo quale sarà l’abilità del nuovo assessore nel garantire i servizi”). “Non accettiamo lezioncine da nessuno, il buongiorno che abbiamo trovato questa settimana, entrando negli uffici, sono i 50 milioni di euro che mancano per l’assestamento di bilancio da chiudere entro il 31 luglio”, ha spiegato Salis.
“Siamo molto preoccupati perché mancano delle risorse dovute a minori entrate, ma anche 1 milione di euro per i conti della Ocean Race, 815mila per i Balletti di Nervi, 380mila per l’utilizzo del Palasport per manifestazioni sportive e poi 335mila euro per garantire l’apertura al pubblico fino a fine anno del Museo dell’emigrazioni e della Lanterna, lavoreremo per evitare il taglio di servizi ma sono contenta che Piciocchi sarà in consiglio comunale perché dovrà darci delle spiegazioni”.
La proroga dei termini per lo Skymetro? “L’avevano già chiesta loro il 16 maggio. Avevano chiesto una proroga di sei mesi, era già nell’aria una proroga di un anno. Hanno fatto propaganda politica su un progetto che non esiste”. A rivelarlo, a margine della presentazione della giunta a Palazzo Tursi, è la sindaca Silvia Salis che oggi ha incontrato il project manager Emanuele Scarlatti dopo l’accelerata “a sorpresa” della scorsa settimana.
L’ultima versione del progetto, la cosiddetta P4, è ancora al vaglio della conferenza dei servizi. Il 19 maggio, quando mancava meno di una settimana alle elezioni, il viceministro Edoardo Rixi ha diffuso la notizia del via libera da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Ma il documento inviato dai tecnici ministeriali, diffuso
solo sabato scorso per vie traverse, contiene una lunga serie di raccomandazioni e prescrizioni che il Comune dovrebbe rispettare prima di avviare la gara d’appalto.
“Non esiste un progetto cantierabile – rimarca Salis -. Questo progetto, essendo stato reso pubblico, ha messo in luce in modo evidente a tutta la città che quello che loro hanno raccontato nell’ultima fase della campagna elettorale è una bugia. Perché non esiste un progetto che può partire, esiste un plico di fogli con una serie di note che non permettono in nessun modo di aprire un cantiere. Questo è un altro tema che tra l’altro non gli ha permesso di vincere neanche un Municipio, in Val Bisagno, per dire quanto fosse un’esigenza primaria della cittadinanza”.
“Credo che sia importante da oggi, e su questo mi impegno, cambiare modo di amministrare questa città. Questo documento doveva uscire il primo giorno, non dopo che loro non erano più al governo di questa città, perché fare venti giorni di campagna elettorale su una notizia falsa è qualcosa che non si può fare, mai, ma soprattutto quando amministri la sesta città d’Italia. Noi ci impegniamo da oggi, e sono certa che questo impegno che sto prendendo in molti momenti sarà scomodo e non ci converrà, ma ce lo prendiamo comunque”.
(da Genova24)
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Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
“MELONI E’ DIVENTATA PREMIER DI UN’ITALIA CHE ERA MINORANZA NEL PAESE”…: “QUANDO ELLY È PARTITA AVEVA IL PD AL 14% E 4 REGIONI. OGGI LE REGIONI DOVE GOVERNA IL CENTROSINISTRA SONO 6 E ALLE EUROPEE SIAMO ARRIVATI AL 24%”
“E’ stata una partita che aveva molto senso giocare e che dà il senso di un fronte sociale
unito e coeso che, anche in termini di elettori, vale esattamente il centrodestra”. Lo ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, alla Maratona Mentana, su La 7.
“In 15 milioni sono usciti di casa, donne e uomini” per votare, “bisogna avare molto rispetto di questi 15 milioni di elettori”
“Meloni – ha poi ricordato – è a Palazzo Chigi per 12 milioni e 300 mila elettori. Io continuo a pensare che Meloni sia diventata premier di un’Italia che allora era minoranza nel Paese”.
“Schlein quando è partita – ha aggiunto – aveva il Pd al 14% e 4 regioni. Oggi le regioni dove governa il centrosinistra sono 6 e alle Europee avevano il 24%”. Quella dei referendum “è una battaglia su cui abbiamo creduto e che continuiamo a fare. Si riparte da 15 milioni di elettori, che hanno creduto in questi quesiti. Schlein ha seguito un percorso coerente, come annunciato quando si è candidata alla segretaria Pd”.
(da agenzie)
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Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
QUANDO ACCADEVA A BIDEN I TRUMPIANI GLI DAVANO DEL RINCOGLIONITO, ORA CHE È TRUMP A INCIAMPARE E MOSTRARE SEGNI DI CEDIMENTO, TUTTI ZITTI?
Le pressioni della presidenza e una faida molto pubblica con l’ex “primo amico” Elon Musk sembrano mettere in crisi Donald Trump.
Il presidente MAGA è stato ripreso da C-Span mentre inciampava sulle scale dell’Air Force One domenica, mentre si recava a Camp David, dove incontrerà “un sacco di gente, compresi generali… e ammiragli”.
In una coincidenza ironica, Trump si è diretto verso le scale dell’Air Force One ed è inciampato a metà della scalinata, finendo quasi a faccia in giù. Il momento ha ricordato analoghe gaffe fatte dall’ex presidente Joe Biden mentre entrava e usciva maldestramente dall’Air Force One.
Sebbene Trump si sia ripreso rapidamente, gli utenti dei social media hanno notato il parallelismo.
“Se si fosse trattato di Biden, ci sarebbero state Breaking News su tutte le reti televisive”, ha commentato l’utente X @SaintLaurant.
Un altro commentatore di X ha aggiunto: “I media non diranno nulla sulla sua acutezza mentale”.
(da agenzie)
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Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
DOPO UNA BRUTTA STORIA AL CARCERE DI GENOVA: UN 18ENNE È STATO TORTURATO, SEVIZIATO E VIOLENTATO DA QUATTRO COMPAGNI DI CELLA. DOV’ERA LA POLIZIA PENITENZIARIA? (DELEGA IN CAPO A DELMASTRO) PERCHE’ NON E’ INTERVENUTA?
“Un ragazzino di 18 anni con problemi psichici viene messo in carcere a Genova per aver
commesso un piccolo reato. Lo infilano in una cella con quattro detenuti, lui appena diciottenne.
I detenuti sono due italiani e due stranieri e per due giorni violentano, seviziano, torturano questo ragazzino appena maggiorenne. Nessuno sente nulla, nessuno fa nulla. Dove era la Polizia penitenziaria?
Dove era il direttore del carcere? Dov’è il sottosegretario giustizialista Delmastro che ha la delega per seguire le carceri, lui, sadico uomo che ammette di provare godimento quando ai detenuti viene tolto il respiro.
Chi paga per questa violenza? Quando lo Stato toglie la libertà a un cittadino ha il dovere di garantirne la sicurezza: qui siamo davanti a scene ingiuste, horror, disumane. La Presidente del Consiglio toglierà la delega al sadico Delmastro per affidare le carceri – finalmente – a una persona civile?”. Così il leader di Iv Matteo Renzi nella sua Enews.
“Quanto accaduto nel carcere Marassi di Genova assume contorni sempre più terrificanti: un ragazzo di 18 anni, con problemi psichici, è stato violentato, torturato, seviziato per due giorni senza che la Polizia Penitenziaria intervenisse” così in una nota la ligure Raffaella Paita, presidente di Italia Viva in Senato, sui fatti accaduti nel carcere genovese e culminati nella rivolta di mercoledì scorso.
(da agenzie)
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Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
LO RIVELA IL “NEW YORK TIMES”, CHE HA AVUTO ACCESSO A UN DOCUMENTO DELL’FSB, IL SERVIZIO DI SICUREZZA INTERNO RUSSO: LA CINA STA CERCANDO DI RECLUTARE SEMPRE PIÙ SPIE RUSSE E OTTENERE TECNOLOGIE MILITARI SENSIBILI, ATTIRANDO SCIENZIATI RUSSI SCONTENTI
L’intelligence russa e’ sempre piu’ preoccupata dallo spionaggio cinese e nutre “profondi sospetti” nei confronti di un Paese che, sulla carta, e’ legato a Mosca da un’alleanza “senza limiti”. E’ quanto emerge da un articolo del New York Times, che ha affermato di aver avuto accesso a un documento di otto pagine dell’Fsb, il servizio di sicurezza interno russo, dedicato alle minacce per la sicurezza russa poste dal Dragone.
Se in pubblico il capo del Cremlino, Vladimir Putin, afferma che l’amicizia sino-russa e’ indistruttibile, nei corridoi della Lubjanka, quartier generale dell’Fsb, i cinesi verrebbero addirittura definiti “il nemico” e si teme che, prima o poi, possano accampare rivendicazioni su territori russi.
Secondo i funzionari del servizio, la Cina sta cercando di reclutare sempre piu’ spie russe e ottenere tecnologie militari sensibili, a volte attirando scienziati russi scontenti. Altri uomini dell’Fsb affermano che la Cina sta spiando le operazioni militari russe in Ucraina per ottenere informazioni sulle sue armi e su quelle dei Paesi occidentali
Preoccupa inoltre l’espansione di Pechino nell’Artico.
Il documento non e’ datato, il che fa sorgere il dubbio che si tratti di una bozza, sebbene il contesto suggerisca che sia stato scritto tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, osserva il quotidiano. Il file e’ stato reperito, ma non si sa in che modo, dal gruppo hacker noto come Ares Leaks. Il New York Times ha condiviso il rapporto con sei agenzie di intelligence occidentali, che lo hanno valutato come autentico.
(da agenzie)
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Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
IL RACCONTO DELL’ATTRICE AFFIDATO AI SOCIAL
«Quattro anni. Quattro anni di sobrietà, di pulizia, di verità cercata mani nude. Non è
stato facile. Non lo è mai per nessuno. Ogni giorno scelgo la vita, anche quando pesa. “Solo per oggi non avrò paura…”».
Inizia così il racconto Asia Argento, che in un post su Instagram celebra il suo percorso di disintossicazione da alcol e droghe. «Non sarei qui senza chi mi ha teso la mano, senza chi ha creduto in me anche quando io non ci riuscivo. Grazie a chi ha camminato con me, a chi ha saputo perdonarmi, a chi comprende senza bisogno di spiegazioni. Grazie, dal profondo. A chi c’era, a chi c’è. A chi non c’è più. A chi sa cosa vuol dire», aggiunge l’attrice.
Che conclude: «Oggi celebro la libertà e il coraggio di non scappare dal disagio».
La dipendenza dell’attrice
Anche lo scorso anno, l’attrice ha fatto un post per celebrare i tre anni di sobrietà. La dipendenza da «ogni tipo di droga» è un tema di cui Asia Argento non ha mai fatto mistero. In precedenza, aveva raccontato che in «alcuni periodi bevevo anche al mattino. È un depressivo, più bevi e più stai male. Alcuni giorni li passavo interamente a letto con le tapparelle abbassate, i miei figli hanno visto anche questo. Penso sia stata una lezione anche per loro, hanno visto cosa significa e non lo prendono sotto gamba adesso». Successivamente, ha iniziato a frequentare gruppi di alcolisti anonimi e oggi sono 4 anni che ha smesso con alcol e droghe.
(da agenzie)
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Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
L’ITALIA È IL PAESE IN EUROPA IN CUI È MINORE LA DIFFERENZA SALARIALE TRA CHI SI È FERMATO AL DIPLOMA E CHI HA PROSEGUITO GLI STUDI: PER QUESTO, NEGLI ULTIMI 10 ANNI, 100 MILA LAUREATI SE NE SONO ANDATI DAL NOSTRO PAESE
Nel migliore dei casi ci vogliono più di dodici anni perché gli studi universitari si “ripaghino”, che salgono oltre quota quattordici se si frequentano i corsi da fuori sede. Che l’agognato pezzo di carta abbia un valore monetario, ovvero si rifletta in una migliore busta paga, è scritto nei numeri.
Lo University Report dell’Osservatorio Jobpricing calcola che la retribuzione globale annua dei lavoratori dipendenti non laureati sia di 30.278 euro lordi, mentre sale a 43.268 euro per i laureati. Ma in Italia il peso della formazione è inferiore che altrove: secondo l’Ocse, chi possiede un titolo di istruzione terziaria guadagna in media il 38% in più rispetto a chi ha un titolo di istruzione secondaria, 18 punti percentuali in meno rispetto alla media europea.
Dato che non si può tralasciare ogni volta che si parla di fuga dei laureati: quasi 100mila quelli “persi” con i saldi migratori, in un decennio […] Il raggiungimento dei successivi traguardi formativi genera comunque una progressione salariale “a sbalzi”: il primo grande salto nelle buste paga si osserva tra la scuola dell’obbligo e il diploma di scuola superiore (+13%).
Poi, tra il diploma e la laurea magistrale o il master di primo livello (per entrambi si registra un +29%), mentre non ci sono differenze significative tra il diploma e la laurea triennale. Un terzo incremento si registra tra la laurea magistrale e il master di II livello (+12%).
Altro fattore da tenere in considerazione: il tempo del “ritorno” dell’investimento in studi. Tra laureati e non, fino a 25 anni di vita il gap salariale si limita all’8 per cento, perché chi non ha una laurea ha accumulato più anni di esperienza lavorativa. Già dai 35 anni, però, si inizia ad apprezzare il ritorno dall’investimento, con un gap salariale che arriva al 36% rispetto ai non laureati, per poi raggiungere l’apice del 76% a 55 anni e più. […] L’agognato titolo di studi è dunque un lasciapassare per più elevati livelli di responsabilità, non La retribuzione globale annua dei dipendenti non laureati è 30.278 euro lordi. Sale a 43.268 euro per i laureati garanzia in sé di aumenti salariali.
Restando nel confronto tra i soli dipendenti inquadrati come operai, per intendersi, c’è addirittura un gap negativo dell’1,7% delle
retribuzioni a sfavore dei laureati, mentre tra i dirigenti è in positivo ma “solo” per l’11,7 per cento. La vera differenza la fa il fatto che su dieci quadri e dirigenti oltre sei sono laureati, tra gli operai nemmeno tre.
§E poi c’è la questione dell’ambito di studi. «I differenziali salariali sono molto più marcati nei comparti ad alta specializzazione come Ict, finanza, consulenza, farmaceutico», si legge infatti nel rapporto. La Ral media, nella classe di età 25-34 anni, passa dai 36.275 euro di chi esce da Ingegneria chimica e dei metalli, ai 35.952 di Ingegneria nulceare fino ai 35.850 di Ingegneria meccanica, con scostamenti del 7-8% sopra la media. È questo il podio delle lauree più pagate sul mercato del lavoro.
Le retribuzioni più basse riguardano invece chi ha una laurea in ambiti umanistici, linguistici, psicologici e pedagogici, con valori inferiori anche di oltre l’8% rispetto alla media. «Le Scienze storiche e filosofiche, pur fondamentali dal punto di vista culturale – si legge – presentano una ral media di 30.798 euro, seguite da Scienze dell’antichità e Lingue, tutte collocate in settori del mercato del lavoro in cui la domanda è frammentata, spesso legata al settore pubblico o a occupazioni con retribuzioni iniziali più basse». Venendo ai nomi e cognomi, considerando il primo decennio di carriera la Bocconi è in testa (+23% sulla media nazionale oltre 41mila euro), poi Politecnico Milano e Luiss Guido Carli compongono il podio […]. La Bocconi è anche l’università che garantisce il tempo di recupero più breve sia per gli studenti in sede (12,2 anni) che per quelli fuori sede (14,3 anni), seguita dal Politecnico di Milano (in sede: 12,4 anni; fuori sede: 15,1 anni) e quello di Torino (in sede: 12,9 anni; fuori sede: 14,6 anni).
(da agenzie)
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Giugno 9th, 2025 Riccardo Fucile
RACCONTANO CHE SONO COSTRETTE A LAVORARE “PRATICAMENTE A COTTIMO”, SEMPRE SOTTO PRESSIONE, IN UN CLIMA “TOSSICO” CON SOFFERENZA “FISICA E PSICOLOGICA”: “PRETENDONO CHE PRODUCIAMO ALMENO UN TOT DI CAPI AL MESE. SE NON CI RIUSCIAMO, SCATTANO I RICHIAMI”
Definite “obese”, apostrofate come “mucche da mungere”, costrette a lavorare
“praticamente a cottimo”, sempre sotto pressione, in un clima “tossico” con sofferenza “fisica e psicologica”. È la denuncia che arriva dalle lavoratrici della Manifattura San Maurizio di Reggio Emilia, azienda del gruppo Max Mara con circa 220 addetti, in stragrande maggioranza donne, per lo più cucitrici, tagliatrici e sarte
specializzate.
Sono loro le mani esperte che confezionano i celeberrimi cappotti cammello, capi venduti a migliaia di euro nelle boutique di tutto il mondo. E raccontano una storia fatta di “usura fisica”, “pressioni psicologiche” e un mancato riconoscimento della loro dignità e professionalità che cozza alquanto con la narrativa del brand, che fa dell’artigianalità un vanto e del Made in Italy la sua bandiera.
Per questo nei giorni scorsi la Filctem-Cgil ha proclamato uno sciopero “storico” di due giornate, il primo dal 1980, per denunciare condizioni di lavoro che definiscono “inaccettabili”.
Alcune di loro hanno accettato di raccontarci la loro situazione, a condizione di mantenere l’anonimato. Non è la paura a trattenerle, ma la certezza che poi in azienda subirebbero ripercussioni.
Sì, perché alla San Maurizio gli episodi di umiliazione sembrano proprio essere all’ordine del giorno: “Ci è stato detto che siamo obese e ci hanno consigliato di fare esercizi a casa per dimagrire. Siamo state chiamate mucche da mungere solo perché avevamo chiesto di poter ascoltare un po’ di musica in sottofondo mentre lavoriamo. Goccia dopo goccia, giorno dopo giorno, ci sentiamo svuotate, umiliate, calpestate nella nostra dignità”.
Il Fatto ha provato a chiedere conto di tutto ciò alla San Maurizio l’azienda ha rimandato a Max Mara per un commento ufficiale. “Non abbiamo dichiarazioni da rilasciare in merito”, è stata la risposta.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, basta andare sul sito ufficiale di Max Mara Fashion Group: qui sono illustrati i diversi siti produttivi della griffe in Italia tra cui, appunto, la Manifattura San Maurizio. “Noi lavoriamo qui da oltre 20 anni”, raccontan
“Siamo pagate a cottimo, anche se l’azienda evita di definirlo così
ufficialmente. Per guadagnare qualcosa in più dobbiamo produrre il massimo possibile, le pause – raccontano – le dobbiamo recuperare lavorando più in fretta”.
Al centro delle rivendicazioni, c’è la mancata applicazione del contratto nazionale del Tessile Industria da parte dell’azienda del gruppo Max Mara, che preferisce un regolamento aziendale interno.
Questo, secondo la Filctem-Cgil, si traduce in minori tutele e, soprattutto, in stipendi non adeguati all’alta professionalità richiesta, ai ritmi e alle condizioni di lavoro. “Mediamente parliamo di stipendi intorno ai 1.300-1.350 euro al mese”, spiega Erica Morelli, segretaria della Filctem provinciale, scesa in campo al fianco delle lavoratrici.
“In busta paga si applica il minimo tabellare e poi c’è un sistema definito ‘K100’ per valutare la produttività delle lavoratrici: se superano il minimo richiesto, hanno un’integrazione economica. Tutti i nostri sforzi per discutere un contratto integrativo di secondo livello sono stati vani”. Ma con l’avanzare dell’età e l’usura fisica, mantenere i ritmi diventa più difficile, con il rischio di essere penalizzate.
“Pretendono che produciamo almeno un tot di capi al mese. Se non ci riusciamo, scattano i richiami e le pressioni aumentano. Non esiste alcun riconoscimento del carattere usurante del nostro lavoro, neanche da parte dell’Inail”, denunciano le lavoratrici. Le umiliazioni sono all’ordine del giorno: “Arriviamo a essere controllate perfino quando andiamo in bagno: segnano i nostri nomi, ma siamo tutte donne, abbiamo il ciclo. È disumano”.
E ancora: “Un giorno una collega è inciampata ed è caduta durante il tragitto per raggiungere il pullman che ci porta in mensa e, invece, di soccorrerla, l’amministratore l’ha accusata di aver corso e poi l’haconvocata in ufficio per un richiamo”.
Morelli conferma il quadro: “Sappiamo da tempo che succedono episodi molto spiacevoli e la situazione è diventata ormai intollerabile, ma la Direzione aziendale ha alzato un muro”. E al momento è rimasto inascoltato anche lo sciopero indetto il 21 maggio scorso, che ha visto un’alta adesione: finora, l’azienda “non ha risposto minimamente, dispiace parecchio ma questo silenzio è eloquente”, commenta Morelli.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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