IL TESORIERE DELLA LEGA CENTEMERO CONDANNATO A OTTO MESI PER FINANZIAMENTO ILLECITO
40.000 EURO RICEVUTI DA ESSELUNGA
È un «triplete»: alle condanne nel 2021 in primo grado per peculato e turbativa d’asta degli ex contabili dei gruppi parlamentari Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, adesso si aggiunge la condanna per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti inflitta dal Tribunale di Milano al tesoriere della Lega, il deputato Giulio Centemero.
Otto mesi di pena per avere, a cavallo tra il 2015 e il 2016, concordato con l’allora patron di Esselunga, lo scomparso Bernardo Caprotti, un finanziamento illecito — all’inizio di 150.000 euro scesi poi a 40.000 — camuffato però da contributo alla luce del sole alla formale destinataria associazione «Più Voci» (di cui Centemero era legale rappresentante accanto a Manzoni, Di Rubba, e agli oggi deputato Alessandro Morelli e europarlamentare Alessandro Panza).
Un cambio in corsa, determinato dal fatto che il partito fosse sì interessato a recuperare risorse per l’indebitata «Radio Padania», ma tenendole fuori dal perimetro ufficiale della Lega e dunque al sicuro dalle inchieste all’epoca in corso, che poi dal 2017 sarebbero infatti sfociate nel sequestro genovese di 49 milioni ritenuti profitto di truffa allo Stato sui rimborsi elettorali della Lega dell’era Bossi.
La tesi della difesa di Centemero, affidata agli avvocati Giovanni Ponti e Roberto Zingari, era invece che il reato non fosse comunque configurabile perché «Più Voci» (che ha cessato di esistere) non sarebbe stata una «articolazione del partito», ma una Onlus autonoma, seppure di area culturale lumbard.
Al contrario, davanti alla giudice Maria Idria Gurgo di Castelmenardo il pm Stefano Civardi ha argomentato il contrario a partire dalla testimonianza dell’allora direttore delle relazioni istituzionali di Esselunga, Marco Zambelli, e dal fatto che i conti di «Più Voci» avessero poi bonificato soldi a «Radio Padania», e finanziato il 25 giugno 2016 il convegno «Il cantiere e il futuro in costruzione» organizzato a Parma dalla «Mc srl», società partecipata dalla Lega tramite la «Pontida Fin», concessionaria pubblicitaria di «Radio Padania», editrice della testata online «Il Populista.
Inoltre la Procura ha valorizzato che Centemero fosse simultaneamente tesoriere della Lega Nord, presidente di «Più Voci», e amministratore di «Radio Padania» e di «Mc srl»; e che in una mail del primo ottobre 2017, dopo la confisca di Genova, raccomandasse di escludere dai soci fondatori di nuove associazioni chi ricoprisse cariche ufficiali del movimento.
Inoltre molto al processo si è discusso intorno alla sentenza di Cassazione n.4187 del 1998, che qualificava come articolazione di partito «qualsiasi struttura a mezzo della quale il partito fa conoscere le proprie idee ancorché non vi sia un inserimento organico nella struttura del partito a livello centrale o periferico».
(da agenzie)
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