IN ABRUZZO AL G8 A CONTESTARE FINISCE CHE CI SARANNO I TERREMOTATI, INVECE DEI NO GLOBAL
I RITARDI NELLA RICOSTRUZIONE, LE INCERTEZZE SUI FONDI CHE NON CI SONO, IL PERICOLO DI UN INVERNO AL GELO ALIMENTANO LA RABBIA DEI TERREMOTATI… IL PRIMO INTERVENTO E’ STATO OTTIMO, MA ORA SI STANNO FACENDO TROPPE PROMESSE A VUOTO… IL SOLITO DIFETTO DI QUESTO GOVERNO IN TROPPI CAMPI
Chi ci segue sa che scriviamo sempre quello che pensiamo, ma anche dopo aver fatto le opportune verifiche.
Siamo forse stati gli unici nel centrodestra a sostenere che spostare il G8 in Abruzzo era solo una mossa mediatica inutile: dopo tutti i soldi spesi alla Maddalena non aveva senso.
Il ritorno di immagine per l’Italia, lo scriviamo con oltre un mese di anticipo, rischia adesso di essere un pauroso autogol.
Il pericolo è che invece dei no global, il G8 finisca assediato da migliaia di terremotati e l’effetto, capirete bene, sarebbe devastante più delle tette di tante veline a Villa Certosa.
Si è iniziato con una protesta di 500 persone nel centro storico dell’Aquila e siamo arrivati al sit in rumoroso di 1.000 terremotati davanti al Parlamento.
Il centrodestra sostiene che sono proteste immotivate e organizzate dalla sinistra. Che il Pd, che ha preso appena il 20% del 25% di aquilani che sono andati a votare per le Europee, riesca a mettere insieme 1.000 persone motivate per manifestare a Montecitorio, abbiate pazienza, ma non ce la beviamo.
C’erano sicuramente sindaco e presidente della Provincia di area Pd, ma c’erano soprattutto centinaia di aquilani incazzati.
Quindi cerchiamo di capire dove sta la verità , senza paraocchi, come nostro costume.
I primi soccorsi sono stati tempestivi ed eccezionali come sempre: merito della Protezione civile italiana che, non a caso, è ammirata in tutta Europa.
Che ci fosse Berlusconi o Prodi presidente del Consiglio, non cambiava nulla, conta la struttura di Bertolaso.
Poi Berlusconi è andato sovente in visita nelle tendopoli (compreso ieri) e ha fatto bene. Ma ha anche promesso troppo, sia in termini economici che di tempi tecnici nella ricostruzione.
Ha quasi litigato con Tremonti che non ha quattrini e ha assunto l’atteggiamento tipico del cummenda milanese “faccio tutto io”, smaggiassone andante.
Ha deciso da solo di spostare il G8 dalla Maddalena all’Aquila, dicendo che si sarebbero pure risparmiati quattrini e che tutto il mondo avrebbe visto la sua grande opera di ricostruzione.
Un errore grossolano: si spenderà di più e il ritorno positivo non ci sarà .
Non si è mai visto che uno Stato scelga per una riunione di tale livello una zona degradata e ferita, con gente che soffre il caldo o il freddo.
Ora si rischia di far circolare pure le immagini di un G8 contestato non dai no global, ma dai terremotati incazzati.
Vediamo se hanno ragione a protestare, perchè sui media pare tutto “rosa e fiori”.
Primo punto: la Protezione civile aveva valutato i danni intorno ai 12 miliardi di euro, il Governo li ha ridotti a 5,8. Per avere un confronto, in Umbria gli sfollati furono 30.000 e lo Stato stanziò 7 miliardi di euro. Qua sono 65.000 e lo stanziamento e meno di 6. Qualcosa non torna già .
Ma il peggio è che in realtà il denaro vero, cash e immediato per il 2009, è di 1,1 miliardi di euro, il resto spalmato in 23 anni, fino al 2032.
Da qui le proteste di chi non ha visto un euro fino ad oggi ( sia privati che enti pubblici).
Secondo problema: le case provvisorie per sistemare gli sfollati.
Prima dovevano essere tutte pronte entro settembre ( “nessuno passerà l’inverno in tenda” disse il premier), ora 3.000 casette di legno sarebbero pronte entro il 30 novembre e accoglieranno 13.000 terremotati.
A parte che a settembre già fa un freddo bestia in Abruzzo, quindi figuriamoci a fine novembre, ma il problema è che gli altri 17.000 resteranno a gelare tutto l’inverno in tenda.
Inutile propagandare 3.000 casette quando non potranno ospitare neanche il 40% di chi aspetta un tetto. Perchè non si parla degli altri?
Terzo problema: il G8 ha bloccato pure la ricostruzione, chi lavorava alle case è stato dirottato per il G8, ad allargare autostrade e aeroporto, mentre il Centro storico è fermo.
E ci fermiamo qua, evitando di trattare anche le proteste per la lentezza burocratica con cui vengono emanate le ordinanze, l’aver lasciato fuori gli enti locali dalla gestione, l’aver escluso le seconde case distrutte dai contributi, l’aver cassato molti Comuni che pur qualche danno l’hanno avuto realmente.
Di fronte a queste richieste non si può pensare di cavarsela con le solite promesse che poi non si possono mantenere, era preferibile un profilo basso e umile.
Meglio promettere 10 per realizzare poi 30 che promettere 100 e riuscire a fare solo 40.
Così si fa solo del danno .
Su questo il Centrodestra necessita di una serena e severa riflessione nel suo complesso.
E non solo sul caso Abruzzo.
Leave a Reply