IN GERMANIA UN METALMECCANICO GUADAGNA 2.400 EURO AL MESE
BRACCIO DI FERRO TRA IL SINDACATO IG METAL E IMPRENDITORI IN GERMANIA… I METALMECCANICI TEDESCHI VOGLIONO UN AUMENTO DELL’8%… IN FRANCIA UN OPERAIO GUADAGNA 2.220 EURO, IN ITALIA SOLO 1.300 EURO.
Ig Metal, il potentissimo sindacato metalmeccanico tedesco non va per il sottile quando incontra la controparte industriale. La richiesta di ritocco dei salari, in vista delle imminenti tornate negoziali, è di tutto rispetto, pari ad un aumento dell’8%, anche considerando che un operaio tedesco guadagna circa 2.400 euro, contro i 2.200 di quello francese e i miseri 1.300 di quello italiano.
Il presidente del sindacato, Bertold Huber, ha esposto le rivendicazioni della categoria che rappresenta, sottolineando il fatto che nell’industria metalmeccanica i guadagni sono esplosi e che la Germania è da molti anni il numero uno al mondo nelle esportazioni.
I rendimenti sul fatturato sono i più elevati dagli anni ’60 e i salari non sono mai stati così bassi rispetto ai giri d’affari. E’ così venuto il momento che ai dipendenti sia riconosciuto quanto compete loro per questa performance elevata, sostiene il sindacato.
Huber si è sentito rispondere dalla federazione degli imprenditori che non potranno esserci aumenti delle buste paga superiori del 4%.
Ricordiamo, tanto per fare raffronti col nostro “sistema di concertazione”, che nel precedente rinnovo il sindacato, di fronte a una richiesta iniziale del 6,5% si era poi accontentato di due incrementi del 4,1% e dell’1,7% smaltato sull’arco dei 19 mesi.
Certo è che sull’esito della vertenza che riguarda 3,6 milioni di addetti inciderà sicuramente la difficile congiuntura economica del Paese.
Il recente rapporto mensile redatto dal ministero delle Finanze ha, infatti, annunciato che l’economia tedesca probabilmente rallenterà nel terzo trimestre e anche il problema dell’aumento dei prezzi al consumo che ha colpito la spesa dei privati non si risolverà certo a tempi brevi.
Il Pil nel secondo trimestre porterebbe l’economia della Germania in recessione per la prima volta dall’inizio del 2003.
Ig Metal può fare leva in Germania sulla sua notevole influenza, basti pensare che il numero due di Wolkswagen, Bernd Pischtsrieder, è stato messo alla porta dall’azienda, dopo che il sindacato aveva posto il veto sul rinnovo del suo contratto.
Indubbiamente in Germania vige un sistema diverso anche perchè il sindacato è presente e ben radicato nella stanza dei bottoni.
Ad esempio, in casi di sciopero, l’operaio vede riconoscersi, al termine dell’agitazione, un indennizzo che gli viene assicurato dalla cassa del sindacato. E la busta paga mensile è quindi salva. Tutto l’opposto di quanto avviene nel panorama sindacale italiano, dove i maggiori sindacati hanno un patrimonio in immobili miliardario, ma le ore di lavoro perse per agitazioni sono sempre a carico dei lavoratori e mai il sindacato ha proposto alcun minimo rimborso ai propri aderenti.
Eppure le entrate lo permetterebbero.
La differenza dei nostri sindacati, rispetto a quelli tedeschi, risiede proprio nell’essere un coacervo di casta privilegiata, sempre più lontana dalle richieste dei lavoratori e dalle esigenze di una modernizzazione seria e proiettata nel futuro.
Il sindacato accumula quattrini e gli operai perdono la giornata di lavoro. Ben altro peso avrebbero certe rivendicazioni salariali se i lavoratori avessero le spalle coperte dalle casse della triplice.
Non ci si stupisca se alla fine un metalmeccanico teutonico guadagna quasi il doppio di un omologo italiano.
Là c’e’ un sindacato serio che guarda alla sostanza delle cose e alla tutela dei lavoratori, qua da noi invece tutto viene politicizzato a seconda che l’interlocutore faccia parte o meno della propria parrocchia politica.
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