INGHILTERRA SOTTO CHOC: DUE BAMBINI SIRIANI BULLIZZATI DAI COMPAGNI, IL VIDEO SCUOTE IL PAESE
SCENE DI VIOLENZA CONTRO FIGLI DI IMMIGRATI… SONO I VALORI DELLA FECCIA SOVRANISTA CHE VANNO TUTELATI CONTRO GLI INVASORI
Un ragazzino siriano di 15 anni picchiato e umiliato dai compagni di scuola. Sua sorella maltrattata in modo simile dalle sue compagne. Succede a Huddersfield, città di provincia inglese.
Ma queste due scene di ordinaria violenza contro figli di immigrati vengono filmate: e le immagini del video, postate online, fanno esplodere il caso.
La scuola esprime solidarietà agli alunni e giudica “intollerabile” il bullismo dei propri studenti. La polizia apre un’inchiesta e interroga uno degli alunni responsabili della violenza, che sarà incriminato in base alle leggi contro la discriminazione razziale.
Qualcuno apre un “crowdfunding”, una raccolta di fondi sul web, a favore della famiglia dei due ragazzi siriani e in pochi giorni arrivano donazioni per 100 mila sterline, più di 100 mila euro.
Ciononostante i familiari dei due adolescenti, accolti in Gran Bretagna come rifugiati di guerra, scappati dalle atrocità del conflitto in Siria, affermano che stanno pensando di andarsene perchè lo shock di quanto accaduto è troppo grande. Forse si trasferiranno a Oxford, dove una scuola locale si è offerta di accettare i loro figli.
La vicenda è finita stamane su tutti i giornali inglesi.
Nel primo video si vede uno studente avvicinarsi al ragazzo siriano nel campo sportivo della scuola. Gli mette le mani addosso. Lo tormenta. Poi lo getta a terra, gli salta addosso, gli rovescia sulla testa una bottiglia d’acqua e gliela infila in bocca, quasi affogandolo come nella tortura del “water boarding” praticata dalla Cia nella lotta al terrorismo. Il video su sua sorella è analogo: una ragazza le strappa il velo, la prende a spintoni, la fa fuggire.
Trattandosi di minorenni, i nomi delle due vittime di abuso non vengono citati.
La famiglia è arrivata nel Regno Unito nel 2016 grazie a un programma dell’Onu per i profughi di guerra, dopo avere trascorso un periodo in un campo di rifugiati in Libano.
(da agenzie)
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