INTERVISTA AL LEADER DI “PASSE LIVRE” CHE HA ACCESO LA PROTESTA IN BRASILE: “E’ LA RIVOLTA CONTRO SPRECHI E INGIUSTIZIE”
ALUA DE MOURA: “LE VIOLENZE SONO PROVOCATE DA INFILTRATI”…”PER GLI STUDENTI E I POVERI I BUS COSTANO TROPPO”
Il percorso dei ventimila attivisti si snodava tra l’albergo che ospita i dirigenti della Fifa e il quartiere commerciale di Iguatemi, lontano dall’Arena Fonte Nova, dove l’Italia stava affrontando la Seleà§ao in uno stadio simbolo dello sperpero di denaro pubblico per il Mondiale 2014: spese moltiplicate fino a 225 milioni di euro, parte della copertura danneggiata un mese fa dalla pioggia, alcuni posti dai quali non si vede il campo.
Alu࣠de Moura, leader del movimento “Passe livre” (biglietto gratuito) che ha acceso la protesta, la situazione vi è sfuggita di mano?
«Niente affatto. In questa protesta i leader non esistono: è sovrapartitica. E gli obiettivi sono molto chiari».
La percezione esterna è diversa.
«“Passe livre” è nato nel 2003: il problema del caro trasporti è vitale, in un paese dove ci si sposta in bus. I poveri e gli studenti non se lo possono permettere. Questo era e rimane il fulcro della protesta».
Basta per mobilitare milioni di persone?
«Sì. Poi si sovrappongono la democratizzazione della politica e dei media: oggi ogni impresario privato può finanziare massicciamente un partito e i media sono monopolizzati da Rede Globo, nata sotto la dittatura e così potente da mistificare la realtà , incluse le proteste di questi giorni»
Sembra una rivolta del paese del calcio contro il Mondiale.
«Il problema è la necessità di indirizzare il denaro pubblico a scopi davvero utili. Nessuno di noi è così miope da non capire l’importanza del Mondiale e delle Olimpiadi per il Brasile. Ma quanta parte del Pil è stata destinata all’istruzione e alla sanità e quanta invece a stadi che non serviranno certo alla pratica dello sport quotidiano e in alcuni casi resteranno cattedrali nel deserto?».
Come spiega le violenze che incrinano l’immagine del governo Rousseff?
«Non vogliamo la caduta di un governo progressista. Le violenze nascono dagli infiltrati, che radicalizzano la protesta: black bloc, estremisti neonazisti, punk. Ma il movimento è fatto da milioni di persone, pacifico e con istanze pacifiche».
Coagulate da Internet…
«Per me Twitter, Facebook e i blog non sono la rivoluzione. I social network offrono uno strumento in più, per comunicare rapidamente tra le persone. Ma funzionano di più il passaparola e la vera comunanza d’intenti: è così si resiste nel tempo. E “Passe Livre”, infatti, dura dal 2003».
Enrico Currò
(da “La Repubblica”)
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