ITALICUM VALIDO SOLO PER LA CAMERA: IPOTESI DI INTESA TRA RENZI E ALFANO
I SOSPETTI DI BERLUSCONI: DOMANI IN AULA RISCHIO VOTO SEGRETO
Un lungo colloquio con Alfano nel pomeriggio. Un altro fissato per stamattina.
E la probabile presenza questa stasera alla riunione del gruppo parlamentare del Pd alla Camera.
La prima vera prova per Matteo Renzi è la legge elettorale, mancano una manciata di ore.
Oggi a mezzogiorno scade il termine per la presentazione degli emendamenti. Domani pomeriggio si comincia a votare in aula.
«Non voglio rinvii e non voglio neanche dare l’impressione che l’approvazione dell’Italicum sia legata ad altri giochi di palazzo. Bisogna procedere con la riforma, entro la settimana va votata alla Camera. Abbiamo preso un impegno, andiamo avanti. Il resto verrà dopo».
Su questo si gioca la tenuta dell’accordo con il Nuovo centrodestra, che teme un’accelerazione verso le elezioni, e l’unità del Partito democratico.
Berlusconi per il momento sta alla finestra. Ma è lui il coautore dell’accordo
Nei contatti con Alfano però è spuntato uno schema di mediazione che gli uomini di Renzi giudicano praticabile.
A dimostrazione che in questo momento il premier guarda più alla stabilità del governo che alla sponda di Forza Italia. Che tra le due maggioranze ha scelto quella che lo ha portato a Palazzo Chigi.
Secondo il compromesso di cui si discute in queste ore, l’Italicum verrebbe approvato nel giro di due mesi e senza collegarlo alle riforme costituzionali.
Ma varrebbe solo per la Camera dei deputati e non per il Senato.
Come se Palazzo Madama fosse già abolito.
In questo modo, si realizzerebbe comunque un deterrente a elezioni anticipate, magari tra un anno come ha dichiarato Silvio Berlusconi.
In effetti, è difficile immaginare che la politica porti i cittadini al voto con due sistemi diversi per Camera e Senato anzichè procedere all’abolizione del secondo.
Una garanzia per Alfano e per Renzi uno strumento per calibrare la sua azione di governo verso orizzonti temporali non limitati.
È un’intesa da costruire nelle prossime ore e che incontra l’opposizione di Forza Italia come dimostrano le parole di Brunetta.
Ancora giovedì scorso Renzi diceva ai suoi di non cercare «arzigogoli strani».
Ma sono passati quattro giorni e i contatti dentro la maggioranza tra gli esperti e il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi non si sono mai fermati.
La minoranza del Pd e l’Ncd hanno messo su una saldatura di fatto, intorno all’emendamento Lauricella, il deputato Pd che ha scritto una norma transitoria che collega l’entra in vigore della legge elettorale alla definitiva abolizione del Senato. Emendamento rifiutato da Berlusconi e Verdini e non gradito nemmeno a Renzi che non vuole precludersi l’uso di elezioni anticipate.
Ora però si lavora a un’intesa di compromesso
Oggi sarà Alfredo D’Attorre, bersaniano, a presentare l’emendamento che prevede la validità dell’Italicum solo per Montecitorio.
«Non vedo come Renzi possa dire di no. La sua legge funziona solo con una Camera, quel sistema è congegnato così. Lo ha detto anche lui», ricorda D’Attorre.
Ma Lauricella ritirerà la sua proposta? «Non lo so – dice il deputato bersaniano – ma non è un problema. Il suo emendamento verrebbe votato dopo quello che stiamo preparando noi».
I tecnici sono convinti che una legge valida solo per un ramo del Parlamento non avrebbe i problemi di costituzionalità di altre forme di vincolo alle riforme costituzionali.
«Un emendamento che impedisce di andare a votare prima di una certa data non si può fare», taglia corto Roberto Giachetti, il renziano che ha fatto più di uno sciopero della fame contro il Porcellum.
Eppure la partita è ancora aperta. La riunione del gruppo Pd, che alla Camera conta ben 293 deputati, è decisiva. Giachetti non si fida e mette le mani avanti: «Discuteremo e poi decideremo. Se ci sarà un’indicazione a maggioranza mi auguro che tutti la rispettino in aula. Così come io ho dovuto ritirare la mia mozione a favore del Mattarellum».
In effetti l’aula, da domani, può diventare un Vietnam per il governo.
I voti segreti sono tantissimi, ciascuno è una trappola potenziale per Renzi, per il suo accordo e per il governo.
Per questo il capogruppo Pd Roberto Speranza è in contatto con il premier ed è avvisato di una sua possibile presenza all’assemblea di stasera. Se la situazione fosse ancora in bilico, la partecipazione di Renzi appare scontata.
Perchè quello sull’Italicum è il primo passaggio parlamentare che affronta da presidente del Consiglio.
Goffredo De Marchis
(da “La Repubblica“)
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