“STIPENDIO ANTIVIOLENZA ALLE CASALINGHE”: LA NUOVA SFIDA DI HUNZIKER E BONGIORNO
CRITICHE A RENZI PER AVER SMANTELLATO IL MINISTERO PARI OPPORTUNITA’: “PESSIMO SEGNALE”
Un incontro, il loro, che è diventato amicizia, complicità , progetti comuni.
Michelle Hunziker anni fa si rivolse a Giulia Bongiorno perchè viveva sulla propria pelle la tragedia dello stalking.
L’avvocato l’ha aiutata, insieme hanno condiviso tante lotte, hanno impiegato anni a spiegare all’Italia la parola «stalker» che all’inizio nessuno capiva.
Insieme, non da sole naturalmente, sono riuscite a dar vita a una legge che punisce gli stalker.
Nel frattempo è nata «Doppia difesa», la fondazione che aiuta le donne, le donne violentate, abusate, abbandonate. Avvocati, psicologi, medici: i migliori consulenti sono a disposizione.
IL PROBLEMA
Hunziker vive a Milano, Bongiorno a Roma. Entrambe mamme, donne realizzate, ottime professioniste.
«Privilegiate» si definiscono loro. Per questo ancor più motivate a impegnarsi per chi privilegi non ha.
E ora hanno in mente una battaglia precisa: chiedere uno stipendio per le casalinghe, un reddito minimo per le donne che devono o scelgono di stare a casa a curare figli e famiglia, e anche dare contorni definiti alla possibilità per gli uomini di fare i casalinghi (senza urlare allo scandalo).
«Finora abbiamo contrastato la violenza – spiegano all’unisono la showgirl e l’avvocata – ora vogliamo prevenirla. Dobbiamo andare all’origine. La violenza sulle donne si fonda su un dato: ti considero un essere inferiore. Per questo pensiamo che più si valorizza la donna, più si abbassa la discriminazione».
LA PROPOSTA
Il ragionamento è chiaro: quanto più le donne «deboli» – e il loro lavoro considerato di poco conto, come quello della casalinga – verranno rese forti, grazie a un minimo di indipendenza economica, tanto più si rafforzeranno nella loro autostima.
C’è un dato oggettivo di cui è in possesso Doppia difesa: meno le donne sono autonome economicamente, più sono soggette alla violenza.
Per questo hanno deciso di proporre che la casalinga sia riconosciuto come mestiere. «Se lei fa la nobile scelta di dedicarsi alla casa, è giusto che il marito/compagno se ha un buon reddito, oppure lo Stato, le riconoscano uno stipendio per il lavoro svolto».
Hunziker e Bongiorno sono pronte alla battaglia: «Ci diranno che con la crisi non ci sono soldi. Ma noi chiediamo: quali sono le priorità dello Stato?».
Insomma una nuova fase dove la violenza da combattere «non è quella da stadio, ma quella sottile, strisciante».
Commenta Bongiorno: «Non ho affatto condiviso il decreto passato con il governo Letta che aumentava le sanzioni e basta. Non è questo il modo di risolvere la questione. Bisogna appunto rendere indipendenti le donne, risolvere il problema degli asili nido, dare aiuto alle donne che scelgono il part time, consentire il cognome della madre ai figli, tutelare i diritti delle madri single».
E se Bongiorno non risparmia l’ex governo Letta, maggiore è la sua perplessità nei confronti del governo Renzi: «Come mai manca il ministero delle Pari opportunità ? Un pessimo segnale».
Una sorta di ipocrisia dei governi, ma pure del Parlamento e della società : paiono tutti molto interessati al problema della violenza delle donne, poi sono pochi a muoversi. Sottolinea Michelle: «Il Parlamento era vuoto quando si parlava di violenza sulle donne. Tutti ne discutono nei salotti, poi si fa poco».
Le fa eco Giulia: «Negli ultimi anni si fa il conteggio delle donne morte e così pare che tutti si occupino del problema. Non si affronta il tema della violenza sulle donne se non si affronta la causa: che non è la follia, ma la discriminazione».
(da “il Corriere della Sera“)
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